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Poeta, sindacalista: ucciso a Orgosolo a 82 anni |
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30.12.2007
di Davide Madeddu (da l'Unità del 29/12/2007)
Era considerato un po’ “la voce della rivoluzione”. È stato ucciso con sei colpi di pistola sulla porta dell’edicola di Corso Garibaldi, nella sua Orgosolo, prima che comprasse il suo solito pacco di giornali. Peppino Marotto aveva 82 anni e in Sardegna era considerato una sorta di “istituzione” per il suo impegno politico, sindacale e culturale. Attività al servizio degli altri che continuava nonostante la pensione e la sua età avanzata. Come ogni mattina stava entrando nell’edicola di Orgosolo, il paese finito alla ribalta per gli episodi di cronaca nera e per i suoi murales che rivendicavano la voglia di riscatto.
Avrebbe dovuto ritirare i quotidiani prima di continuare il suo lavoro alla Spi Cgil e del patronato Inca Cgil, dove era responsabile dello sportello pensionati. Marotto è stato trovato riverso, ormai privo di vita, sulla strada davanti alla chiesa parrocchiale di Orgosolo. Il killer, pare passato inosservato nonostante l'omicidio sia avvenuto in pieno giorno e al centro del paese, è fuggito a piedi facendo perdere le tracce nei vicoli. Sul posto sono intervenuti gli uomini del commissariato di polizia, mentre la magistratura ha aperto un’inchiesta. Gli uomini della scientifica hanno iniziato a raccogliere gli elementi necessari per ricostruire la scena dell’omicidio. Gli inquirenti, che al momento mantengono il più stretto riserbo, hanno deciso di indagare a 360 gradi ma il lavoro non appare semplice. Si cerca di trovare alcuni elementi che possano ricondurre alla ricostruzione della dinamica dell’omicidio. L'omicidio ricorda un fatto di sangue avvenuto nel periodo di Natale di sei anni fa quando sempre a Orgosolo fu ucciso un parroco.
Peppino Marotto aveva iniziato sin da giovane a impegnarsi in politica, nel Pci e nel sindacato con la Cgil. Famose sono state le sue iniziative e campagne anche a sostegno dei pastori di Pratobello degli anni ’70, le lotte dei minatori, le rivolte degli operai di Ottana. Si batteva, come ricordano i dirigenti sindacali, «per cambiare la Barbagia e il suo paese» perché, sosteneva «la Barbagia ha anche un’altra faccia». Una lotta che non si è fermata alla sola attività sindacale, ma si è estesa anche a quella culturale e musicale. Marotto la sua voglia di riscatto e di rivoluzione l’aveva raccontata con numerose canzoni in sardo. Poesie che hanno fatto letteralmente “il giro del mondo”, soprattutto seguendo il filone della musica tradizionale e culturale e dove la voglia di riscatto dei pastori si unisce alla lotta di Antonio Gramsci, all’idea di rivoluzione che passa per la cultura e il riscatto dei popoli.
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