Welfare Italia :: Lettere a Welfare :: Sapienza e ironia (Giulio Ferroni su www.unita.it) Invia ad un amico Statistiche FAQ
29 Aprile 2024 Lun                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Sapienza e ironia (Giulio Ferroni su www.unita.it)
17.01.2008
Tornando a Roma dopo un breve soggiorno in California per una conferenza all’Università di Los Angeles, Ucla ho trovato l’università dove insegno, la «Sapienza», proiettata sulla scena nazionale per la vicenda dell’invito al Papa: amplificata in un flusso di chiacchiere, di indignazioni, di deplorazioni, di posizionamenti, nel gioco delle parti a cui ci ha da tempo abituato il mondo dei talk show. La mente ancora carica delle impressioni del campus californiano avverte in modo estremo l’assurdità di questo teatro mediatico: sarebbe quasi tentata di mostrarne il carattere grottesco, se non fosse trattenuta da carità di patria, dalla vergogna per il livello della polemica e per lo scadimento dell’immagine e del prestigio della nostra università (e della «Sapienza» in particolare).

Ciò che è avvenuto, con tutti gli sproloqui e le amplificazioni che ci si avvolgono intorno, procura davvero un grave danno all’istituzione universitaria e alla sua funzione di centro vitale di discussione culturale, di elaborazione critica di scienza e ragione, di confronto con l’aggrovigliata complessità del presente. Come docente della stessa «Sapienza» ne ricavo ulteriore motivo di depressione, constatando che tutto è nato dalle iniziative di un gruppo di potere che gestisce la più grande università italiana affidandosi alle illusioni della comunicazione, ad una ricerca di effetti mediatici, a scapito dell’efficienza gestionale e della dinamica culturale. Come tanti altri “eventi” a cui la «Sapienza» ci ha abituato negli ultimi anni (come la parte che prende nell’Estate Romana), l’inaugurazione dell’anno accademico viene concepita come un’occasione di immagine: e se in passato si è avuta tutta una gamma di presenze, da Umberto Eco a Claudio Baglioni, quest’anno si era cercato di fare le cose più in grande, con un’esposizione a livello mondiale, grazie alla benedizione del papa teologo e filosofo. Folgorante illuminazione degli strateghi della comunicazione che, come capita spesso, attratti dallo splendore della loro immaginazione, non riescono a valutare le condizioni concrete della comunicazione, i suoi contesti critici, i suoi contenuti culturali. E tra le condizioni della «Sapienza» non andrebbe dimenticata la deriva amministrativa: basta pensare alla mancanza di spazi e di strumenti, che talvolta costringe ad avventurose peregrinazioni tra aule insufficienti, che ammassa spesso più docenti in stanzette dove è impossibile svolgere qualsiasi attività di ricerca (inutile pensarci freschi di una visita alla Ucla).

In queste condizioni non può darsi nessuna coinvolgente discussione culturale, nessuna valutazione e condivisione di scelte, come è accaduto nel caso dell’invito al papa. Una preliminare discussione in proposito poteva far toccare da vicino l’attuale contraddizione tra i livelli delle conoscenze e delle tecnologie e il ritorno invadente delle religioni, tra le sicurezze promesse dalle varie fedi e la radicale incertezza del mondo globalizzato; un confronto che avrebbe dovuto chiamare in causa non soltanto le scienze della natura, ma anche tutto l’orizzonte della cultura umanistica, i modelli di vita, le domande radicali sul senso e sul destino dei singoli e del mondo. Senza nessun confronto di questo tipo, il cercato effetto mediatico si è alla fine rovesciato su se stesso: e se l’evento è stato organizzato con superficiale leggerezza, malaccorto e affrettato è stato certamente anche il documento dei firmatari opponenti, la cui forma ha danneggiato le stesse giustissime ragioni laiche a cui essi facevano riferimento (peraltro non si trattava di dire di no ad una presenza del papa in generale, ma ad una sua presenza in una inaugurazione di anno accademico). A tutto ciò si è poi aggiunta l’azione di uno sparuto “collettivo”, che è riuscito addirittura ad “occupare” il Rettorato della «Sapienza», ma che non ha nessun rapporto con la base studentesca (che per giunta appare, ahimè, del tutto indifferente alla vicenda). Uno spaventoso boomerang, alla fine, da tutti i punti di vista, che danneggia non solo la «Sapienza» nel suo insieme, ma dà esca all’incredibile canaio dei media, amplificando la voce dei più diversi e variamente truccati nemici della scienza e della cultura, dei devoti più o meno fittizi di “Verità” supreme e definitive. Uno stupido colpo al rilievo di quel pensiero autenticamente critico e illuministico che solo può tentare oggi di salvare un mondo minacciato dall’accoppiata micidiale tra disastro ambientale, sovrappopolazione e fondamentalismi religiosi. Ma di fronte a tutto ciò, e a tanta furia di politici, giornalisti e opinionisti, sarebbe anche necessario sdrammatizzare, magari con un po’ d’ironia, come suggeriva ieri Adriano Prosperi sulle pagine di Repubblica: e forse un segno di ironia (illuministica e laica, certamente) potremmo estrarlo perfino dal programma ufficiale del fallito evento, dove si può leggere il nome del giovane destinato a porgere il saluto studentesco al pontefice, che si chiama Cristian Buonafede (non è uno scherzo, ma è proprio così: Borges non avrebbe potuto trovare di meglio).

*** Giulio Ferroni, Professore Ordinario di Letteratura italiana

Profilo sintetico

Ha rivolto inizialmente i suoi interessi di studio al teatro e alla cultura del Rinascimento (con particolare attenzione ai modelli antropologici), al teatro del Settecento, alla teoria della letteratura, alla produzione letteraria contemporanea. Ha insegnato nell'Università della Calabria dal 1975, al 1982; dal 1982 è Professore Ordinario di Letteratura italiana all'Università di Roma “La Sapienza”.
I suoi studi sul Cinquecento italiano sono in parte raccolti nei volumi: Mutazione e riscontro nel teatro di Machiavelli (1972); Le voci dell' istrione. Pietro Aretino e la dissoluzione del teatro (1977); Il testo e la scena (1980). Ha pubblicato altri saggi su Ariosto, Machiavelli, Castiglione, Caro, Cellini, su problemi storiografici e sulle questioni teoriche riguardanti il Rinascimento. Ha approfondito le questioni relative al comico, con il volume Il comico nelle teorie contemporanee (1974) e con altri saggi teorici e su autori di tipo “comico” di periodi storici diversi; ha poi allargato il suo sguardo a vari aspetti della letteratura del Novecento, affrontando anche l’opera pirandelliana (tra l’altro ha curato edizioni de Il fu Mattia Pascal, Bompiani, 1994 e dei Quaderni di Serafino Gubbio, Giunti, 1994, con ampie introduzioni).
Ha raccolto l'esperienza dello studio delle più diverse zone della letteratura italiana, in una ampia Storia della letteratura italiana, in 4 volumi apparsi presso l’Einaudi Scuola, 1991, che hanno avuto notevole risonanza e diffusione. Al piano della polemica politico-culturale appartengono le lettere raccolte nel volume Lettere a Belfagor di Gianmatteo del Brica (1994), il saggio La scena intellettuale. Tipi italiani (1998), e il più recente Dizionarietto di Robic. Centouno parole per l’altro millennio (2000). Una sintesi della sua prospettiva insieme “teorica” e militante è data dal volume Dopo la fine. Sulla condizione postuma della letteratura (1996); vari saggi sulla letteratura contemporanea sono compresi nel volume Passioni del Novecento (1999); un suo profilo su Quindici anni di narrativa è apparso negli Scenari di fine secolo, aggiornamento 2001 del Novecento della Storia della letteratura italiana Garzanti. Sui problemi della scuola il volume La scuola sospesa. Istruzione, cultura e illusioni della riforma (Einaudi contemporanea, 1997). Attualmente collabora alle pagine culturali dell’ “Unità”.

Welfare Italia
Hits: 1798
Lettere a Welfare >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti