Signor Presidente della Regione Lombardia,
Signori Sindaci,
Colleghi Presidenti delle Province Lombarde,
siamo di buon grado qui convenuti per sottoscrivere insieme il documento elaborato sull'Intesa Interistituzionale tra la Regione, le Province, i Comuni e le Comunità Montane della Lombardia per tradurre in atti concreti che salvaguardino la specificità lombarda gli importanti contenuti innovativi del Titolo V° della Costituzione.
Già lo scorso anno - il 20 giugno 2002 - Regioni, UPI, ANCI e UNCEM firmarono con lo Stato un'Intesa Interistituzionale, a cui finora non sono seguiti atti specifici soprattutto nel campo delle risorse assegnate agli Enti locali.
Siamo sempre convinti che, per gestire in modo efficace la fase attuativa della revisione costituzionale in senso autonomista e federalista, occorre condividere maggiormente le regole del dialogo tra Enti decentrati e Stato, come d'altra parte occorre che tale dialogo si esplichi efficacemente tra Enti locali e Regione.
L'Unione Province Lombarde concluse la sua annuale Assemblea del 28 ottobre 2002 con un documento nel quale, ribadita, ancora una volta, l'indispensabilità dell'attuazione di quanto previsto nella costituzione, individuava nella concertazione e nel dialogo un metodo pratico e condiviso per raggiungere gli obiettivi proposti.
Tale documento sollecitava poi la Regione ad "attivare un vero e proprio Patto Interistituzionale con le Autonomie locali lombarde che favorisca concretamente gli adempimenti necessari ad una governance partecipata", tenendo conto di quali e quanti problemi le Province avevano ed hanno tuttora aperto con la Regione.
Ricordo il comune lavoro svolto sul monitoraggio delle deleghe; la sofferenza sul finanziamento delle stesse; l'impegno economico - finanziario delle Province che con le proprie disponibilità - tra l'altro sempre più ridotte - hanno fatto fronte ai nuovi compiti e funzioni, attribuite e delegate, cercando di organizzarle al meglio e gestirle con soddisfazione degli utenti e dei cittadini.
Spesse volte le Province, nell'impegno di implementare i servizi svolti, sono andate al di là di una semplice riproposizione degli stessi con la sola etichetta mutata.
All'apertura dell'Assemblea generale dell'UPI svoltasi qui a Milano nel novembre 2002 la Presidente dell'UPL, a nome del Direttivo UPL, si soffermava su una reale preoccupazione dei colleghi Presidenti delle Province affermando che "il maggior pericolo da evitare sia l'avvento della sussidiarietà capovolta: non deve accadere cioè che gli Enti locali siano chiamati a coprire con le proprie forze i vuoti che si formano quando si trasferiscono le competenze senza le necessarie risorse.
Al centralismo statale non può sostituirsi un neo-centralismo regionale. Il federalismo delle funzioni, siano esse statali o regionali, deve procedere di pari passo con quello fiscale".
Oggi Autonomie e Regione Lombardia vogliono sancire insieme un percorso e un impegno che si dovrà concretizzare non in semplici affermazioni di principio, cui, nel passato, non sono seguiti fatti, ma nella condivisione di un metodo di lavoro che dovrà tradursi in atti normativi che sanciscano ed individuino competenze e risorse assegnate a ciascun livello di governo in coerenza con quanto indicato dagli articoli della Costituzione.
Diciamo chiaramente che il principio di sussidiarietà , elemento fondante della riforma federali sta, dovrà essere coniugato nella realtà , individuando e organizzando le funzioni amministrative dei vari livelli istituzionali, cui dovranno corrispondere adeguate risorse, nel rispetto sia dei principi di differenziazione ed adeguatezza, sia di una congrua autonomia finanziaria che finalmente consenta di rispondere alle esigenze e necessità di servizi efficienti richiesti dai cittadini lombardi.
Assumiamo, quindi, l'impegno ad un lavoro istituzionale comune ed affianchiamo la Regione in una interlocuzione "lombarda" nei confronti dello Stato.
Siamo consapevoli che non è possibile un continuo scivolamento nel tempo dell'attuazione delle norme costituzionali; la recente legge La Loggia ha fissato paletti e scadenze precise per l'attività legislativa delegata al Governo; con questa intesa intendiamo essere pronti e capaci di proporre al Governo e al Parlamento iniziative condivise a livello lombardo in cui Autonomie e Regione si riconoscano pienamente per conseguire l'essenziale obiettivo della riforma federalista.
Non nascondiamo la "sofferenza" delle Province, che anche recentemente abbiamo rappresentato al Presidente Formigoni nel trasmettere le osservazioni sul Documento di Programmazione economico - finanziaria 2004/2006, ma auspichiamo che l'impegno comune conduca ad "una più spiccata e decisiva scelta regionale a favore del trasferimento agli Enti locali - ovviamente con adeguate risorse finanziarie – di tutte le competenze e funzioni amministrative" secondo quanto indicato dall' articolo 118 della Costituzione.
Gian Carlo Corada, Vice Presidente Unione Province Lombarde