La sfida del Pd nell'Italia del rancore. Di Pierfrancesco Majorino, consigliere comunale del Partito Democratico di Milano .La fine del Governo Prodi lascia una distesa di macerie.
Augurarsi che in queste ore prevalga un pizzico di responsabilità e di ragionevolezza nel nome dell'interesse generale del Paese è il minimo che si possa fare.
Non si capisce infatti quale logica capace di mettere al centro il bene comune possa coniugarsi con il ricorso alle urne.
Un'Italia incattivita, segnata da una conflittualità strisciante e "individualizzata", da una sfiducia capace di farsi rancore adesso non ha nemmeno più chi la governa e rischia di scivolare verso una competizione elettorale dalla quale (salvo colpi di reni a cui ha giustamente fatto riferimento Walter Veltroni) potrebbe sparire la benché minima possibilità di un sereno e serrato confronto sulle priorità e le idee per il futuro.
Il centrosinistra, almeno quello che abbiamo conosciuto fin qui, una larga, larghissima coalizione tenuta assieme dal sentimento antiberlusconiano, ha mostrato tutti i suoi limiti nonostante l'operosità di tanti che in questo anno e mezzo dai banchi del Governo hanno ben lavorato e il cui sforzo rischierà di essere cancellato molto, troppo rapidamente.
In un quadro simile il Partito Democratico (e chi lo dirige) è divenuto l'oggetto di un'allucinante campagna denigratoria tesa a rintracciare un capro espiatorio di una crisi - politica e di consenso - che solamente la cattiva fede può attribuire all'unico vero tentativo di innovazione compiuto nell'agone politico.
Personalmente credo che il PD, con tutte le sue potenzialità ancora inespresse e i suoi nodi da chiarire, sia chiamato alla prova più difficile: ricercare una soluzione che garantisca di rivedere il quadro delle regole e insistere con ancora più convinzione sul terreno del cambiamento della politica, dell'innovazione delle sue parole, dei suoi contenuti, delle sue forme, scommettendo solo e soltanto sulle cose da fare per il futuro dell'Italia e, mi auguro, sapendo affrontare il tema delle eventuali alleanze con grande intransigenza nel rispetto ferreo delle priorità indicate (il contrario di quanto è avvenuto con l'esperienza dell'Unione.