Polemiche: le liste dei partiti ci sono in tutte le elezioni
Il proporzionale? Non se n'è mai andato
di Stefano Ceccanti
Il dibattito sul "ritorno alla proporzionale" presenta due aspetti surreali.
Il primo è che per parlare di ritorno bisognerebbe che la proporzionale
se ne fosse andata. Ma in tutte le occasioni elettorali non ce n'è nessuna
in cui non sia previsto un voto proporzionale, tranne nei comuni sotto 15.000
abitanti, in cui c'è l'obbligo di una sola lista legata al candidato sindaco.
Per i comuni superiori, le province e le regioni, al voto maggioritario
per il capo dell'esecutivo si affianca quello proporzionale per le liste.
Per le politiche alle due schede maggioritarie si affianca quella per la
quota proporzionale della Camera. Per le europee si vota solo con la proporzionale,
che quindi vive e lotta insieme a noi. Tutta la transizione si è infatti
giocata su questo ambiguo equilibrio tra accoglimento della spinta popolare
al bipolarismo, che consente l'esercizio del principio di responsabilitÃ
(decidono direttamente gli elettori sul governo) e mantenimento delle rendite
proporzionali dentro ciascun polo. E' immaginabile che esso si possa e si
voglia spostare in avanti, avendo un bipolarismo meno frammentato, magari
recedendo dal voto maggioritario ma avendo una proporzionale più selettiva?
Qui c'è il secondo aspetto surreale, la costruzione a tavolino non di un
"ritorno", perché quella proporzionale selettiva non c'è mai stata, ma di
un futuro palesemente impossibile e, secondo me, neanche auspicabile perché
non risolutivo. Tralascio qui vari argomenti di merito su quest'ultimo aspetto,
tra cui quello per cui molte forze si possono coalizzare per superare lo
sbarramento e ridividere subito dopo, non esistendo barriere giuridiche
capaci di eliminare il fenomeno. Propongo invece una sfida per verificarne
la praticabilità . Coloro che ne sono convinti in buona fede divulghino un
appello ai parlamentari perché nella prima occasione utile, il sistema elettorale
per le europee, si inserisca lo sbarramento del 5%, vigente in Germania
e ora anche in Francia (salito dal 3% precedente). La legge elettorale europea
dovrà comunque essere modificata dal Parlamento per recepire una decisione
del Consiglio europeo e in seguito al nuovo art. 51 della Costituzione.
Quindi perché non presentare progetti o emendamenti sullo sbarramento? Sarebbero
sicuramente posti in votazione. Invece di un appello generico chiedete sin
d'ora ai parlamentari di presentare concretamente la semplicissima proposta
di legge di un articolo e due commi che vi offro precotta e pronta all'uso:
«Dopo il punto 1) del comma 1 della legge 24 gennaio 1979, n. 18 è inserito
il seguente: «1-bis) individua quindi le liste che abbiano conseguito sul
piano nazionale almeno il cinque per cento dei voti validi espressi». Nel
punto 2) del comma 1 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, dopo le parole
«procede al riparto dei seggi tra le liste» sono aggiunte le parole «che
abbiano ottenuto almeno il cinque per cento del totale dei voti validi espressi».
Vediamo quindi cosa succederà in entrambi gli schieramenti dove vi sono
comunque alcune forze (a cominciare dalla Lega Nord) che non supererebbero
lo sbarramento e che minacceranno molto di più di una rottura per il mancato
federalismo, essendo in prospettiva a rischio sopravvivenza. Non surreali,
ma comunque errati, sono altri due postulati diffusi nei giorni scorsi.
Il primo guarda al solo sistema delle politiche e dice che, per ridurre
la conflittualità tra gli alleati, bisogna scioglierne l'ambiguità o eliminando
la quota proporzionale o passando ad un sistema analogo a quelli per gli
enti locali. Ma la conflittualità di questi giorni è legata ai risultati
delle amministrative precedenti e in vista delle europee. Ogni anno c'è
un turno in cui si vota con la proporzionale, cosa che influisce sulle dinamiche
parlamentari e che non scomparirebbe neanche congegnando diversamente il
25% della Camera. Peggio ancora, poi, se si aumentano le dosi di proporzionale
nel sistema, passando per le Camere dal 25% attuale all'80%: più si aumenta
la quota di seggi in cui i partiti della medesima coalizione sono concorrenti
più si diminuisce la spinta alla coesione degli schieramenti. Secondo postulato
infondato: il premio, a differenza di oggi, garantisce la sicurezza della
maggioranza. Ma le maggioranze sono sempre uscite dal Mattarellum, il problema
è quello degli incentivi a che esse permangano e che siano ben bilanciate
dallo Statuto dell'opposizione. Nelle Regioni il sistema elettorale è stato
lo stesso, nel 1995 e nel 2000, ma solo nel secondo caso c'è stata stabilitÃ
generalizzata perché il presidente ha il potere di scioglimento in seguito
alla revisione costituzionale del 1999. Come ha ben capito Illy che l'ha
salvato in Friuli contro i restauratori regionali all'opera. Da lì si deve
ripartire per la forma di governo nazionale.
Da www.libertà eguale.com