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Munnezza, Alitalia, gli aumenti del pane: di chi è la colpa? |
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5.02.2008
di Franco Debenedetti
In un manifesto di Forza Italia affisso a Chiavari qualche tempo fa si
dava a Prodi la colpa, oltre che di altre nefandezze, degli aumenti di
pane, pasta, luce. Ci ripensavo leggendo che, tra tutti i popoli
d'Europa, sono gli italiani a dichiararsi i più insoddisfatti dei
servizi di cui dispongono, telefoni ed elettricità , acqua e gas, banche
e poste, aerei e ferrovie. Invece del perché di ciascuno, c'è da
chiedersi: perché di tutti? Certo le imprese di servizi risentono anche
loro del generale stato delle istituzioni, della pubblica
amministrazione, del comportamento dei cittadini. Ma un malcontento così
generalizzato, che accomuna settori pubblici e privati, in regime di
monopolio o di concorrenza, di tecnologie mature e nuove, per essere
spiegato richiede una causa sistemica generale.
Credo che questa causa sia la sfiducia nel privato e la fiducia nel
pubblico, nell'onniscienza e onnipotenza dello stato: una fiducia
incrollabile a dispetto di ogni evidenza. E' questo ciò che le
privatizzazioni le fa zoppe o le blocca del tutto, che quindi è causa
della componente oggettiva del malcontento, e spiegazione della
componente soggettiva del giudizio degli utenti. Quest'ultima è evidente
nelle reazioni dei consumatori alle dinamiche dei prezzi, che dimostrano
di non accettare il fatto che i prezzi convogliano informazioni.
Il
prezzo del pane che aumenta, segnala che scarseggia la farina, magari a
causa della corsa al biofuel. Il PUN, prezzo unico nazionale per
l'energia elettrica, impedisce che il prezzo segnali i costi reali del
servizio zona per zona, e sopprime l'incentivo a costruire le centrali
dove servono, e a eliminare i colli di bottiglia nella rete. Nei
trasporti pubblici locali mantenere i prezzi bassi sussidiando le
aziende anziché i viaggiatori meno abbienti, oltre a essere fiscalmente
regressivo, impedisce di evidenziare le inefficienze. Anche col preteso
di controllare i prezzi, i servizi pubblici locali sono in larghissima
parte assegnati senza gara ad aziende pubbliche, per l'acqua lo sono per
legge: i tentativi di por fine a questo gigantesco conflitto di
interesse, in cui il controllore coincide con il controllato, sono tutti
falliti, ultimo quello del Ministro Lanzillotta.
Non c'è munnezza, scandalo ASL, fallimento Alitalia che valga a smontare
il pregiudizio favorevole al pubblico; se aumenta il petrolio, o il
pane, è sempre colpa del governo che non è intervenuto, come nel
demenziale manifesto ligure. In Inghilterra, dove si è liberalizzato di
più, c'è il maggior grado di soddisfazione per la qualità dei servizi.
Se invece si preferisce che i servizi siano pubblici, li si liberalizza
poco e male, e il benchmark di qualità diventa per tutti quello della
Pubblica Amministrazione. Il cerchio si chiude.
da www.francodebenedetti.it
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