Commissaria europea NEELIE KROES, responsabile per la Concorrenza Bruxelles, 31 gennaio 2008.Aiuti di Stato: la Commissione invita l'Italia a rispettare le sentenze della Corte sul recupero degli aiuti di Stato incompatibili.La Commissione europea ha formalmente chiesto all'Italia di eseguire due sentenze della Corte di giustizia europea (CGE) che ordinano il recupero di aiuti di Stato illegittimi e incompatibili. Sebbene le sentenze in questione risalgano al 2004 e al 2006, le autorità italiane non hanno ancora notificato alla Commissione il completamento del processo di recupero. Le richieste della Commissione sono state presentate sotto forma di pareri motivati, ossia la seconda fase della procedura di infrazione per mancata esecuzione di una sentenza della Corte (articolo 228 del trattato CE). Se l'Italia continua a non conformarsi alle decisioni della CGE, la Commissione può nuovamente adire la Corte di giustizia e chiedere l'imposizione di ammende fino al completo recupero degli aiuti, sotto forma di penalità di mora, somme forfettarie o entrambe (vedi anche MEMO/05/482).
Il commissario responsabile per la Concorrenza Neelie Kroes ha osservato:
"Il recupero degli aiuti illegittimi e incompatibili mira a ripristinare
eque condizioni di concorrenza nel mercato unico. La Commissione adotterÃ
tutte le misure necessarie per garantire che gli Stati membri adempiano ai
loro obblighi di recupero e i tribunali nazionali hanno il dovere di non
ostacolare tale processo".
Antefatto
Il 1° aprile 2004, nella causa C99/02, la CGE dichiarava che l'Italia non
aveva rispettato gli obblighi di recupero imposti dalla decisione della
Commissione dell'11 maggio 1999 (vedi IP/99/321). La decisione riguardava
misure di aiuto per la promozione dell'occupazione. Una parte degli aiuti
era stata ritenuta incompatibile in quanto non adatta a conseguire
l'obiettivo della creazione di posti di lavoro e doveva quindi essere
recuperata presso i beneficiari. Oltre otto anni dopo la decisione della
Commissione e tre anni dopo la sentenza della CGE, l'Italia non ha ancora
comunicato alla Commissione se il recupero sia stato completato. In base a
recenti informazioni fornite dalle autorità italiane, è stato recuperato
solo lo 0,5% degli aiuti illegittimi e incompatibili.
La CGE ha adottato una decisione simile relativamente al recupero degli
aiuti concessi a imprese di servizi pubblici a prevalente capitale pubblico
(la cosiddetta "causa municipalizzate", C-207/05). Sebbene la sentenza
della CGE avesse ingiunto il recupero degli aiuti illegittimi nel giugno
2006, l'Italia non ha ancora informato la Commissione circa l'avvenuto
completamento del recupero. L'inadempienza dell'Italia è soprattutto dovuta
al fatto che alcune ingiunzioni di pagamento emesse dalle autorità italiane
erano state sospese dai giudici nazionali.
La Commissione ritiene che le decisioni di sospensione e il mancato
completamento da parte dell'Italia del recupero violino la legislazione
comunitaria: la Corte aveva sancito già in precedenza (causa Scott,
C-232/05) che i tribunali nazionali sono tenuti ad evitare qualsiasi
provvedimento che possa ostacolare il processo di recupero immediato ed
effettivo.
Contesto
La rigorosa posizione assunta dalla Commissione nei confronti degli Stati
membri che non rispettano l'obbligo di recuperare gli aiuti illegittimi è
perfettamente in linea con il piano di azione nel settore degli aiuti di
Stato presentato nel giugno 2005 (vedi IP/05/680) e con la comunicazione
sull'esecuzione delle decisioni di recupero (vedi IP/07/1609).
Per informazioni più generali sulle infrazioni si veda:
http://ec.europa.eu/community_law/infringements/infringements_en.htm
Rosella Conticchio Schirò
Commissione europea
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