Welfare Italia :: Cronaca :: Competizione a Sinistra di Michele di Schiena Invia ad un amico Statistiche FAQ
2 Maggio 2024 Gio                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Competizione a Sinistra di Michele di Schiena
24.02.2008

http://www.asinistra.net/ visita e lascia commento Competizione senza scontri fra le due Sinistre L'on.le Bertinotti ha detto di recente che fra il Partito Democratico e la Sinistra Arcobaleno ci deve essere una forte competizione senza «tornare ai modelli di fratelli-coltelli». La competizione deve essere quindi forte e leale tra forze che devono avere in comune, come dice Bertinotti, «l'idea di sconfiggere la destra». Ebbene, questo significa che la competizione tra le due sinistre deve essere senza scontri e rivolta a fare avanzare complessivamente l'area progressista. Di seguito articolo di Michele Di Schiena. Competizione senza scontri fra le due Sinistre. E' questo un momento difficile per la sinistra. Si sapeva che il Governo Prodi era, nella situazione data, il più avanzato possibile. Era sicuro che la sua caduta avrebbe comportato in ogni caso uno spostamento della politica nazionale a destra o comunque in direzione moderata. Era facilmente prevedibile che la progressiva e sempre più chiassosa frattura all'interno dell'Unione fra l'area riformista e la sinistra radicale avrebbe indebolito il governo fino a determinarne il naufragio rendendo poi improponibile la riedizione dello stesso schieramento e favorendo così il ritorno al potere di Berlusconi. Non era infine difficile immaginare che la conclusione traumatica dell'esperienza dell'Unione avrebbe fatto pagare a ciascuna delle due sinistre costi di gran lunga più pesanti di quelli eventualmente rivenienti dal prosieguo della collaborazione governativa. Tutto questo si sapeva ma i richiami a tenerne conto sono caduti nel nulla e si è aperta una crisi dagli imprevedibili sviluppi.

Certo, il governo è caduto da destra per le manovre di piccolo cabotaggio di Mastella e di Dini, rivelatesi peraltro disastrose per gli interessi che le avevano mosse, ma è chiaro che la debolezza dell'Esecutivo era stata soprattutto causata dal lacerante contrasto tra il riformismo e la sinistra su punti qualificanti del programma. Senza questa frattura Mastella e Dini non avrebbero avuto probabilmente il coraggio di aprire la crisi ma, se pure lo avessero fatto, sarebbe stato certamente possibile riproporre, con le necessarie emende, una coalizione solida e solidale nelle sue componenti fondamentali chiedendo agli elettori, con buone possibilità di successo, il suo rafforzamento. Una divaricazione quindi che si sarebbe potuta evitare non tirando la corda oltre il un certo limite dall'una e dall'altra parte ma cercando di salvaguardare l'intesa nell'interesse del Paese col rispetto del ragionevole criterio per il quale il peso che sul programma doveva avere ciascuna delle due maggiori componenti dello schieramento non poteva non essere sostanzialmente proporzionale alla entità del consenso elettorale rispettivamente ottenuto. Ma le cose sono andate come è noto ed oggi siamo di fronte ad una situazione complessa ed in movimento nella quale per fortuna si stanno manifestando segni di incoraggiamento alla speranza che le caste, i mercimoni e le manovre di basso profilo possano in qualche modo essere accantonate da una politica capace di ritrovare finalmente se stessa.

E questa speranza proviene soprattutto dalla svolta veltroniana che sta provocando sull'opposto schieramento effetti solo di rimbalzo ed in chiave difensiva rivolti esclusivamente a compensare gli altrui vantaggi di immagine rivenienti da scelte innovative. E così il Partito Democratico ha fatto la scelta di presentarsi alle elezioni con un programma autonomamente formulato e senza alcun collegamento con la Sinistra Arcobaleno. Dal 2009 taglio delle aliquote Irpef di un punto l'anno per tre anni, incremento delle detrazioni per il lavoro dipendente ed autonomo, lotta alla precarietà con il salario minimo garantito di mille euro, rilancio della crescita con incentivazioni della produttività, modernizzazione delle strutture e miglioramento della qualità dell'ambiente, incentivi fiscali per favorire il lavoro femminile, dote fiscale di 2.500 euro per ogni figlio, misure più rigorose per il controllo del territorio e della sicurezza dei cittadini: sono questi i punti più significativi del programma illustrato da Veltroni all'assemblea costituente del suo partito. Si tratta di scelte che vanno incontro a diffuse attese e che sono state definite positive ed interessanti dal segretario della CGIL Epifani. Ma siamo pur sempre di fronte ad impegni che non sono protesi ad ottenere la trasformazione della società e dei processi economici ma che si limitano a mettere un certo ordine nel sistema vigente e ad apportarvi utili correzioni ed apprezzabili miglioramenti.

Non c'è insomma nel programma del Partito Democratico una critica radicale del liberismo e neppure il rifiuto della guerra comunque giustificata, elementi questi che sono invece alla base del programma alternativo della Sinistra Arcobaleno. Un programma quest'ultimo per il quale si può «fare di più», rispetto alle scelte veltroniane, in favore dei lavoratori e dei ceti più deboli. Un programma che affonda le sue radici nella "missione" di costruire una società fondata sulla equità sociale e sulla pace. Di questa sinistra il Paese ha bisogno perché l'intero pianeta ne ha bisogno per bloccare la deriva dell'umanità verso lo scontro fratricida ed il disastro ambientale. Questa sinistra deve perciò adoperarsi per assicurare, anche in questo difficile passaggio elettorale, una sopravvivenza che non la veda ridotta ad una dimensione di nicchia con un ruolo del tutto marginale. Essa è perciò chiamata ad aprire una grande riflessione partecipata sul suo ruolo e sulla sua strategia nella mutata situazione.

L'on.le Bertinotti ha detto di recente che fra il Partito Democratico e la Sinistra Arcobaleno ci deve essere una forte competizione senza «tornare ai modelli di fratelli-coltelli». La competizione deve essere quindi forte e leale tra forze che devono avere in comune, come dice Bertinotti, «l'idea di sconfiggere la destra». Ebbene, questo significa che la competizione tra le due sinistre deve essere senza scontri e rivolta a fare avanzare complessivamente l'area progressista. E significa anche che, da una parte, la Sinistra Arcobaleno non deve ostacolare il cammino di Veltroni augurandosi che il Partito Democratico possa vincere la partita con Berlusconi e, dall'altra, che il partito riformista non deve puntare, come sta facendo il Cavaliere dalle sue parti per le forze minori concorrenti, alla cancellazione della sinistra di alternativa. Una competizione che non potrà ovviamente non includere il tentativo di allargare la base elettorale delle due formazioni all'interno dell'area progressista. Ma che dovrà svilupparsi soprattutto per la ricerca di nuovi consensi all'esterno del centrosinistra, per il PD, verso i settori moderati della destra e, per la Sinistra Arcobaleno, in direzione di quel sottoproletariato che, a causa di errori ed omissioni, è rimasto esposto alle suggestioni delle sirene berlusconiane finendo spesso col votare contro se stesso. Un popolo di "umiliati ed offesi" che non ha trovato affidabili punti di riferimento ma che può ancora trovarli se la sinistra sarà più presente e più convincente nelle fabbriche, negli uffici, nelle campagne, nelle scuole, negli ospedali ed in tutti i luoghi dove si lavora, si soffre e si lotta contro le piccole e le grandi ingiustizie del nostro tempo.

Brindisi, 21 febbraio 2008

Michele DI SCHIENA

Welfare Italia
Hits: 1795
Cronaca >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti