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Intervista a Fabio Mussi
3.03.2008

Mussi: "Il duopolio è già iniziato e il Pd vuol cancellare la sinistra"
"Inaccettabile il coro dei media che canta compatto le lodi di Pd e Pdl"
di CLAUDIA FUSANI
Il ministro dell'Università Fabio Mussi
Fabio Mussi, sessant'anni, ministro dell'Università e della ricerca,
leader storico del Pci prima e dei Ds poi, nell'aprile 2007 fondatore di
Sinistra democratica e poi con Rc, Pdci e Verdi di La
Sinistra-L'Arcobaleno, ha subìto il 10 febbraio scorso il doppio trapianto
dei reni. Intervento preventivo per evitare la dialisi, un destino che
sarebbe stato obbligatorio entro pochi mesi. Questa è la prima intervista
che rilascia. Il suo debutto in una campagna che forzatamente lo vede
ancora come spettatore. Malato di... politica, Mussi è a Bergamo dove è
stato operato anche se non è più ricoverato.

Ministro, come va?
"Sto bene, i due reni nuovi funzionano... Ne approfitto, a 18 giorni
dall'intervento chirurgico, per ringraziare di cuore i tanti - compagni,
amici e anche avversari politici - da cui ho ricevuto un fiume di
messaggi. Quella che sto vivendo è un'esperienza importante. Ho
sperimentato qui a Bergamo il valore della scienza italiana e i livelli di
qualità raggiunti dal sistema sanitario pubblico. E' emozionante ricevere,
da uno sconosciuto che ha terminato la sua vita, organi che consentono di
allungare la tua. E' un grandissimo atto di altruismo. In futuro
testimonierò sempre a favore della cultura della donazione".

Veltroni l'ha salutata dal palco dell'Assemblea Costituente del Pd, la
platea del padiglione 4 del Palafiera di Roma si è alzata in piedi.
Qualche rimpianto? Rifarebbe tutto?
"Me l'hanno detto, e mi ha fatto piacere. Se si passano quarant'anni
insieme, non ci si può sentire degli estranei. Ma le scelte politiche sono
scelte politiche. Non ho rimpianti, e rifarei tutto. Non mi dispiace che
al Congresso di Firenze la separazione sia avvenuta senza che volassero
stracci: un episodio di civiltà politica in verità piuttosto raro".

Come trascorre queste giornate di convalescenza?
"Terapie in ospedale, una montagna di medicinali, qualche passeggiata con
mia moglie Luana. Poi libri, tv, giornali, telefono, internet".

Primo scorcio di campagna elettorale. Qualcosa l'ha fatta arrabbiare?
"Il coro. L'inaudito corteo dei media, con cimbali, trombe e pifferi a
cantare compatti le lodi di Pd e Pdl. Non si è ancora formato il duopolio
e i mezzi di comunicazione sembrano già in monopolio...".

C'è davvero un rischio duopolio?
"Ho visto una mobilitazione senza precedenti per ridurre a due il sistema
politico italiano. Naturalmente non due partiti, ma due aggregati. Da una
parte il Pdl di Berlusconi, Fini piu Mussolini, Dini e merci varie,
collegate a Lega Nord e Lega Sud. Dall'altra il Pd con dentro i radicali e
il tutto collegato con Di Pietro. Gli uni e gli altri intenzionati a fare
terra bruciata. Questo è uno schema che non ha eguali in Europa e che
provocherebbe un'amputazione della democrazia. Tanto più che in assenza di
altre opzioni i due blocchi tenderebbero inesorabilmente a convergere, sul
piano politico, culturale, e programmatico. I segni non mancano".

E' come se Veltroni e Berlusconi avessero realizzato per via
extraparlamentare quella riforma bipolare su cui avevano trovato l'accordo
prima di Natale.
"La novità non è il bipolarismo, quello c'era già. La novità è il
duopolio. E, com'è avvenuto con le televisioni, temo che il duopolio porti
inesorabilmente al trash...".

Il Pd non ha voluto voi ma imbarca Di Pietro e i Radicali. Perché?
"Perché le affermazioni "andiamo da soli" e "il programma non è
trattabile", erano una bufala. L'obiettivo vero è cancellare la sinistra.
Fondamentale è farla fallire".

Veltroni vi accusa di essere "conservatori".
"Una boutade. Qualche volta ci accusano di essere conservatori, qualche
volta estremisti".

Siete estremisti?
"Sull'estremismo farei una riflessione: io per esempio trovo piuttosto
estremista che una parte grande delle nuove generazioni sia destinata a
passare decenni in lavori precari con salari da fame. Trovo moderato che
dopo un certo periodo il lavoro e la vita escano dalla precarietà. Trovo
estremista che l'Italia sia settima al mondo per spese militari (4° per
spese militari pro-capite e 32° per spese in Università e ricerca
scientifica). Trovo moderato che si scenda da una parte e si salga
dall'altra. Potrei continuare a lungo...".

Nelle prossime settimane userete fair play con gli ex cugini Ds ora nel
Pd?
"Per la verità gli schiaffi li abbiamo già ricevuti da loro: prima una
totale chiusura, non dico ad un'intesa ma a un confronto programmatico.
Poi una campagna mistificatoria sul "voto utile". Infine addirittura
qualche appello del tipo "votate Pd o Pdl".

Ha molto da rimproverare?
"Una cosa mi ha parecchio colpito: il Pd, nell'ultima legislatura, ha
avuto nelle proprie file 18 ministri su 25, il Presidente del Consiglio,
due vicepresidenti, tutti i ministeri chiave, i due gruppi parlamentari
più grandi e non si è assunto alcuna responsabilità per i risultati del
Governo Prodi, tentando di scaricare tutto sugli alleati (per la verità
non tutti, visto che Di Pietro che ha rappresentato uno dei maggiori
fattori di instabilità del governo, ha la lista collegata col Pd). Questo
non è decoroso. Ogni volta che la Sinistra ha provato a fare qualcosa di
più, sui salari, sul precariato, sui diritti civili, sulla ricerca, ha
trovato nel Pd un muro. Perché ora dovrebbero essere credibili i
mirabolanti annunci?".

Ieri la Sinistra-L'Arcobaleno, il soggetto unico a sinistra del Pd su cui
lei ha tanto investito, ha presentato il suo programma. Parola d'ordine:
"Fai una scelta di parte". Crede veramente che il paese abbia voglia di
fare una scelta di parte? Di sentirsi e quindi di definirsi di destra o di
sinistra?
"Ma lei ha chiaro qual è l'etimologia della parola "partito"?".

Vuol dire "di parte".
"Viene esattamente da "parte". In una democrazia matura nessun soggetto
rappresenta il tutto. E' una patologia che qualcuno lo pensi. Quanto alla
distinzione in "destra" e "sinistra", si tratta di una delle cose
politicamente sensate che valgono da un paio di secoli e che non sono
tramontate. Sostituirle con categorie insignificanti - tipo vecchio/nuovo
, moderno/antico - è un'autentica truffa. Può dar luogo anche a
rappresentazioni suggestive, ma dice poco o niente della vita e del mondo
reale".

Quali sono i punti forti di questo programma su cui punterete?
"Rimessa in valore del lavoro umano e dell'ambiente naturale. Libertà
delle persone, il che comporta difesa integrale della laicità dello stato.
Lotta senza quartiere contro la corruzione e le mafie. Disarmo e strategie
di pace e di cooperazione internazionale".

Parlate anche di lotta alla precarietà e aumento delle retribuzioni. Con
quale copertura finanziaria pensate di farlo considerando che la
congiuntura economica internazionale è e sarà pessima?
"Scusi ma lei fa a me questa obiezione?! Qualcuno ha fatto un qualche
studio sui dodici punti da trasformare in leggi annunciati dal Partito
Democratico? Io mi sono fatto fare una ragionevole stima: trattasi, a
occhio e croce, di 40 miliardi di euro di nuove spese, e di realistici
risparmi di 4 miliardi di euro".

Quindi è impossibile?
"Forse, quando si parla di risorse occorrerebbe non trascurare il punto
essenziale: la disuguaglianza. L'Italia, come dimostrano tutti gli
indicatori, è diventato negli anni uno dei paesi più diseguali del mondo.
Il 10% delle famiglie possiede il 45% della ricchezza. E' cresciuta l'area
della povertà assoluta e relativa, i salari sono precipitati agli ultimi
posti in Europa, sono precipitate le condizioni di vita di una parte
grande delle classi medie. Bisogna intervenire".

Come?
"Con politiche redistributive forti per ridurre la disuguaglianza, e per
ritornare dall'attuale "repubblica fondata sulle rendite" alla "repubblica
fondata sul lavoro" ".

Veltroni ha definito il Pd "il partito del lavoro": ha candidato il numero
1 della Confindustria giovani e l'operaio sopravvissuto della
Thyssen-krupp. L'economista Ichino e l'impiegata di un call center.
"Non mi scandalizzano le candidature in sé. Ma le candidature più le idee
che l'accompagnano: per esempio quella che l'imprenditore e l'operaio sono
entrambi lavoratori. E' vero che l'imprenditore è un lavoratore, ma non è
vero il contrario, perché di mezzo c'è il piccolo dettaglio che si chiama
il capitale".

Intende il plusvalore?
"I dati sono noti: il lavoro operaio e dipendente è numericamente
cresciuto, ma un'enorme quota di ricchezza prodotta si è spostata dai
salari ai profitti e alle rendite. Siamo tornati ad una quota del Pil
destinata ai salari pari a quella della fine degli anni cinquanta, prima
del boom".

Gli imprenditori non hanno investito in innovazione e ricerca?
"Assolutamente no. Le imprese italiane su questo punto sono molto indietro
a quelle europee. Una parte grande di questo fiume di soldi è andato ad
alimentare quello che Ricardo, uno dei padri dell'economia classica
inglese, chiamava "consumo signorile".

Anche a sinistra c'è chi ha la barca...
"Non intendo solo una barca. Parlo di automobili, gioielli, case di lusso,
prostitute... se non si spezza questo diabolico meccanismo l'Italia è
perduta".

Il Pd si è disfatto del fardello comunismo ma gli scoppia in casa la
questione laica. Come finisce tra Binetti e Bonino?
"E chi lo sa! So che la Bonino è a favore dell'abrogazione del Concordato,
è contro la legge 40, è a favore dell'eutanasia. Non sarà facile".

Ha visto: Veltroni definisce quelle della Chiesa su temi come la famiglia
"sollecitazioni e non ingerenze". Cosa ne pensa?
"Naturalmente definire quelle della Chiesa attuale "sollecitazioni" è un
discreto eufemismo. Io sono a favore della più totale libertà religiosa e
del più incondizionato diritto alla parola della Chiesa, come mi pare di
aver dimostrato nel caso della visita del Papa alla Sapienza. Guai però a
dimenticare che i diritti della chiesa nella repubblica italiana si
esercitano nel quadro dell'articolo 7 della Costituzione. E oggi mi pare
che siamo davvero all'ingerenza, nella politica e nel processo di
formazione delle leggi".

Veltroni in bus Berlusconi in camper, voi?
"Noi a piedi. On the road".

Ha mai pensato che Nichi Vendola, il governatore della Puglia, potesse
essere un candidato più a sorpresa e quindi più vincente rispetto a
Bertinotti?
"Bertinotti è una forte personalità e sta facendo benissimo. Nichi Vendola
avrà un grande peso nella costruzione della sinistra unita".

Tra voi e il Pd è un divorzio per sempre?
"No, in futuro spero un'alleanza. Ma questo comporta ora una
competizione".

Qualcuno sta rinunciando a Sinistra democratica per cercare qualche posto
nel Pd. Cosa dice a Olga Di Serio, a Crucianelli, a Nerozzi e a chi l'ha
lasciata?
"Che meditino sulle cose dette e scritte da loro medesimi in tutti questi
anni, almeno dal Congresso di Pesaro dei Ds del 2001".

Me lo consenta alla fine dell'intervista: ha sentito D'Alema in questi
giorni?
"Sì, mi ha chiamato. Abbiamo parlato del trapianto. Mi ha fatto molto
piacere".

(la Repubblica 1 marzo 2008)

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