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Un difficile rinnovo contratto della cooperazione sociale
8.03.2008

Rinnovo del CCNL - I sindacati interrompono la trattativa Itaca: "Torni lo spirito concertativo" di Emanuele Ceschin* Responsabile Risorse umane Cooperativa sociale Itaca -Pordenone Ulteriore, triste, aggiornamento sulle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo delle Cooperative Sociali. In data 27 febbraio u.s. si è tenuto a Roma l'incontro tra i rappresentanti delle tre centrali cooperative (Legacoopsociali, Confcoopertive e AGCI) e delle 4 principali organizzazioni sindacali (FP CGIL, CISL FISASCAT, FPS CSIL, UIL FPL). A sorpresa, in tale data (era solo il terzo incontro tra le parti) le Organizzazioni sindacali hanno deciso di abbandonare il tavolo delle trattative. Le tre centrali hanno manifestato sorpresa e sconcerto per aver interrotto un dialogo che, di fatto, si era appena avviato.

Le richieste di aumento proposte dal sindacato sono riassumibili in pochi numeri: aumento dei costi di circa il 25%. Per aver un idea di cosa un siffatto aumento comporterebbe per il bilancio di Itaca riporto quanto scritto molti mesi fa dal nostro direttore Orietta Antonini e ripreso ultimamente anche dal Gazzettino, in merito al tema della sempre attuale questione della revisione dei prezzi da parte dei committenti unitamente ai rinnovi contrattuali. "...Se dovessimo ipotizzare, per estrema esemplificazione, un incremento del costo del lavoro pari al 15% e fare una proiezione sul bilancio di Itaca con le clausole di revisione prezzi, ne trarremmo un deficit annuo superiore a un milione e mezzo di euro, a cui potremmo certo aggiungere qualche bel migliaio di euro in più per l'Ert del Veneto dove la contrattazione di secondo livello è già consolidata, molto meno l'applicazione omogenea del contratto". Un aumento del 25% in due anni, seppure attraverso una introduzione graduale degli stessi, porterebbe la nostra Cooperativa, se non alla dichiarazione dello stato di crisi, ad una situazione molto critica.

Tornando alla situazione nazionale ed alla decisione unilaterale dei sindacati di abbandonare la trattativa, non fa sicuramente bene né alle Cooperative e né tanto meno ai soci lavoratori delle stesse ed alla necessità sempre più pressante di vedere aumentati i loro stipendi. Questa decisione è ancor più paradossale alla luce di quanto accaduto nel periodo intercorso tra la scadenza del contratto (31-12-2005) e la presentazione delle due piattaforme del luglio 2006: tale ritardo ha fatto perdere 19 preziosi mesi e di almeno tanto hanno fatto slittare la possibilità dell'inizio del dialogo tra le parti. Ricordo a titolo di cronaca quanto statuito, in pieno clima concertativo, dagli accordi del 23 luglio del 1993: "Le piattaforme contrattuali per il rinnovo dei Ccnl saranno presentate in tempo utile per consentire l'apertura delle trattative tre mesi prima della scadenza dei contratti. Durante tale periodo, e per il mese successivo alla scadenza, le parti non assumeranno iniziative unilaterali né procederanno ad azioni dirette".

Sarebbe auspicabile che lo spirito concertativo del lontano 1993, caro ai vari Ciampi, Giugni e Trentin (a quest'ultimo con quante sofferenze...), riprendesse a spirare. Sarebbe auspicabile che il dialogo e le conseguenti trattative riprendessero al più presto al fine di giungere ad un Contratto che, da un lato vincolerebbe tutte le Cooperative e non solo le più "virtuose" ad adeguarsi ai nuovi compensi, dall'altro darebbe maggiore potere contrattuale alla Cooperative stesse nei confronti della committenza per il sopra ricordato problema della revisione dei prezzi.

La Legacoopsociali e, nel suo piccolo, la stessa Itaca stanno in questi giorni portando avanti tutti gli sforzi possibili affinché tale dialogo, a qualsiasi livello, venga ripreso. "Fughe in avanti" di qualche Cooperativa sarebbero politicamente poco corrette sia nei confronti del movimento cooperativo che nei confronti del sopra citato clima concertativo. Ma come si suole dire "a mali estremi estremi rimedi". Se il sindacato, in tempi ragionevolmente brevi, non accettasse di riprendere il dialogo non sono da escludersi azioni unilaterali. In particolare la Cooperativa Itaca, ovviamente sentita la propria organizzazione di categoria, potrebbe anche pensare di attivare azioni autonome per ricostituire, almeno parzialmente, il potere d'acquisto dei nostri salari che sono tra i più deboli (per usare un eufemismo) del settore. A tal proposito ricordiamo infatti quanto abbiamo già messo a bilancio nel precedente esercizio finanziario e quanto "ci siamo già dati" a seguito della decisione, presa nella Assemblea dei soci dello scorso giugno, ovvero un acconto sulle spettanze derivanti dai futuri aumenti retributivi del nuovo Contratto (in totale 270 mila euro). Teniamo questa opzione come l'estrema ratio e speriamo in una celere ripresa delle trattative.

Fabio Della Pietra Ufficio Stampa

Cooperativa sociale Itaca

Pordenone

www.itaca.coopsoc.it

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