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Damiano: sulla sicurezza si va oltre la concertazione
8.03.2008

Damiano: sulla sicurezza si va oltre la concertazione. «Non è che noi andiamo avanti a prescindere dalle osservazioni delle parti sociali. Del resto vorrei ricordare che sono sei mesi che è in corso un confronto su una delega, confronto che è diventato una vera e propria trattativa. Siamo persino oltre una logica di concertazione». Lo ha detto Cesare Damiano a Sky Tg24 Mattina a proposito del Consiglio dei Ministri che si riunisce giovedì pomeriggio alle 17 per varare il documento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il lavoro sul testo è complesso anche perchè si tratta di aggiornare e riunire una normativa trentennale e il tema riguarda non solo il ministero del Lavoro di Damiano, ma anche i dicasteri della Giustizia, della Salute, dell'Economia, dello Sviluppo e degli Interni. Damiano ricorda che ancora ieri - il ministro della Giustizia Giuliano Amato ha spiegato che di arresto si parla in un solo caso, quello dell'articolo 28. «Si tratta dei casi di maggiore gravità per aziende che hanno particolare esposizione, ma anche in questo caso se l'imprenditore si mette in regola può ottenere una sanzione».

A chi si lamenta del fatto che per intervenire si aspetti sempre il morto, Damiano replica: «Nei primi due mesi dall'insediamento del governo Prodi, è stato varato un pacchetto sicurezza in base al quale, in 17 mesi, sono stati sospesi 3042 cantieri e, secondo l'Inail, sono stati portati alla luce 206mila lavoratori in nero sconosciuti all'Istituto».

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom-Cgil chiede intanto «al Governo di ignorare totalmente le inqualificabili posizioni e pressioni che anche in queste ore vengono» da Viale dell'Astronomia. «È evidente -aggiunge- che le norme sulla sicurezza debbono contenere anche delle pene per chi non le rispetta ed è altresì vero che la depenalizzazione di questi anni dei reati connessi alla sicurezza sul lavoro è stata parte del contesto nel quale si è sviluppato il degrado della condizione di lavoro che produce gli infortuni e le morti. Così pure va posto sotto controllo il sistema degli appalti e dei subappalti e deve essere garantito anche un controllo territoriale su un lavoro che è sempre più disperso e frantumato».

Anche Gianni Pagliarini, presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati chiede che il governo Prodi non presti ascolto alle dichiarazioni di Confindustria contro il Testo Unico sulla sicurezza, di cui sono attesi i decreti attuativi nel corso del Consiglio dei ministri di oggi. «Le imprese battono i pugni sul tavolo incuranti del mondo che le circonda e pretendono che il governo ammorbidisca gli inasprimenti sanzionatori previsti». «Sarebbe gravissimo - continua Pagliarini, esponente del Pdci - se Prodi accettasse un dialogo su questo. Non si tratta, in questo caso, di venire meno alle esigenze di confronto tra esecutivo e parti sociali: si tratta piuttosto di dare una risposta certa alle grandissime aspettative di sicurezza assumendosi fino in fondo gli impegni presi da governo e parlamento nell'ultimo anno e mezzo. Chi rema contro si assume un'enorme responsabilità: al cospetto di chi ogni mattina si reca in una fabbrica o in un cantiere insicuro e anche di fronte ai cittadini che non si fidano più della politica».

Il ministro dello Sviluppo, Pierluigi Bersani continua però a sperare che si possa raggiungere un'intesa anche con Confindustria. Bersani dice di leggere «del buono » nelle osservazioni di Viale dell'Astronomia. «Non si nega l'esigenza di rafforzare le norme, compresa la parte sanzionatoria, si dice di non colpire gli errori formali. Se è questo credo che si possa ragionare perchè si partirebbe dal comune riconoscimento che bisogna intervenire con una certa visibilità, con una certa precisione, non in modo indiscriminato o burocratico».

Fonte : giornale Unità

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