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Veltroni: la nostra prima legge sarà contro la precarietà
8.03.2008

Veltroni: la nostra prima legge sarà contro la precarietà. Il primo provvedimento che il Pd, se andrà al governo, porterà all'esame del Consiglio dei Ministri, sarà quello sulla lotta alla precarietà. Lo annuncia, parlando in un teatro a Mestre, Walter Veltroni. Che spiega: «La precarietà è una cosa inaccettabile». Per questo, «il primo provvedimento che vareremo al Cdm è per ridare fiducia, sicurezza e serenità ai ragazzi: il provvedimento sulla lotta alla precarietà, con l'introduzione - spiega Veltroni - del compenso minimo legale, perchè nessuno può guadagnare meno di 1.000-1.100 euro al mese». Allo stesso tempo, nel provvedimento ci saranno «aiuti alle aziende che assumo a tempo indeterminato».

In precedenza il tour del leader Pd aveva fatto tappa a Marghera. «Oggi è il tempo di una alleanza tra i produttori. Mai come oggi ci può essere sintonia in questa area, tra il Veneto e il Partito democratico. Mai come oggi Pd e Nordest si possono incontrare», ha detto il leader del Pd. Con un caloroso abbraccio e la stretta di mano davanti ai fotografi, Massimo Cacciari ha accolto Veltroni, dopo la querelle che aveva visto protagonisti il leader del Pd e il sindaco di Venezia.

«Dobbiamo rendere il Paese amico della crescita economica, con politiche che ne assecondino il cammino», ha detto Veltroni. Per questo, ha puntualizzato, «serve un ciclo». Qualcosa che, attacca Veltroni, il Pdl in questo momento non sembra potersi permettere. «Le cose da fare - dice Veltroni - per liberare risorse saranno tali che ci vorrà determinazione, voglia e tempo. I nostri avversari non sembrano avere queste tre caratteristiche». Perché «per cambiare il Paese - continua Veltroni - bisogna aprire un ciclo». Veltroni spiega quindi il suo progetto che partirà anche «dalla riduzione della spesa pubblica». «Ci saranno - sottolinea Veltroni - cose dure da fare, ma servirà dare contemporaneamente sostegno alla crescita e redistribuzione sociale più equa».

Annunciando che questa è l'ultima volta che si candiderà alla Presidenza del Consiglio, Silvio Berlusconi non chiede «tempo» per cambiare il Paese. In sostanza, «è l'ammissione che una delle più importanti forze politiche non intende cambiare il Paese, perché per farlo serve un ciclo politico», ha spiegato Veltroni. Per «cambiare il Paese, ci vuole un ciclo politico, non una semplice elezione politica», ha ripetuto. Ed è da qui, insiste Veltroni, che si evidenzia come invece l'obiettivo del Pdl sia solo vincere le elezioni: «Il candidato della destra ha detto che non si ricandiderà. Questa è l'ammissione che non intende cambiare il Paese». Per Veltroni, invece, «è venuto il momento di aprire un ciclo politico-programmatico per cambiare l'Italia, ciclo che dovrà durare il tempo necessario».

Il Partito democratico sta studiando una proposta che vada ad incidere sulle pensioni, una proposta che per essere seria però deve avere una copertura finanziaria. Veltroni ha ribadito la necessità di «fare scelte molto coraggiose per liberare risorse che vadano a sostegno dei salari e degli stipendi, per combattere la riduzione dei consumi», di cui si è avuta conferma anche con dati recenti. «Siamo persone serie, stiamo studiando una proposta, ma non spariamo... - ha spiegato l'ex sindaco di Roma ai lavoratori - perché per essere seria la proposta per le pensioni deve avere una copertura finanziaria. Perché è da qui, dalle pensioni, che l'Italia deve ripartire, l'Italia deve ripartire dal lavoro».

Trovare subito una soluzione per il rilancio del Petrolchimico di Porto Marghera. Di questo Veltroni ha parlato con il presidente del Consiglio, Romano Prodi. «La situazione è molto difficile, c'è il rischio serio di perdere il lavoro per 5.000 dipendenti. In più - aggiunge - sono tutti ragazzi per i quali non scattano nemmeno quelle forme d’accompagnamento alla pensione. Il Paese rischia di perdere una parte importante della sua competitività e del suo tessuto strategico. A loro ho detto che stamattina ho parlato con il presidente del Consiglio per cercare di trovare rapidamente una soluzione, perché - conclude Veltroni - non si può perdere l'occasione di un investimento di rilancio». Infine, il candidato premier del Pd ha ribadito la necessità di «uscire dall'idea che l'ambiente e lo sviluppo siano separati. È la cosa peggiore per il Paese abbracciare queste ideologie» e poi alla fine ci si riduce come è successo in Campania per i rifiuti.

Lasciando quindi i lavoratori del porto, il candidato del Pd a Palazzo Chigi li ha salutati citando uno di loro: «Come mi ha detto uno di voi, speriamo che questa sia la volta buona, la volta per far ripartire l'Italia».

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"Essere qui e' un segnale importante per far capire con chiarezza che noi siamo la grande forza del lavoro italiano. Le nostre radici affondano nelle grandi battaglie per il lavoro, tema che purtroppo e' stato a lungo abbandonato dalla politica". Cosi' il segretario del Pd, Walter Veltroni, parlando ai lavoratori portuali di Venezia, a Porto Marghera.

"E' come se dopo le grandi mobilitazioni del passato, la politica si fosse fermata alle soglie delle fabbriche e dei porti, alle soglie dei luoghi di lavoro. Le radici del Pd - rivendica invece Veltroni - sono proprio qui, dove la gente lavora, fatica, produce ed in questo viaggio ho la possibilita' di parlare con loro, con il Paese, un Paese che fa fatica, che lavora spesso in condizioni difficili anche per colpa delle istituzioni barocche, con insopportabili lentezze". Veltroni ricorda la proposta del Pd sull'aumento dei salari, e non nasconde che "nei mesi che verranno probabilmente bisognera' fare una scelta molto coraggiosa e talvolta difficile per liberare risorse a sostegno dei salari, cosi' da garantire la ripresa economica che rischia invece una nuova frenata".

Insistere sulla ripresa economica perche' solo cosi', scandisce Veltroni, "si potra' poi redistribuire equamente".

Ma, avverte il candidato premier del Pd, "ci vorra' determinazione, voglia e tempo". L'obiettivo e' "fare cose molto dure sulla riduzione della spesa pubblica, cosi' da avere risorse per il sostegno alla crescita e alle imprese che producono e, poi, redistribuire". Porto Marghera, 8 mar.

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