31.07.2003
Ibrahim al Jaafari, portavoce del partito sciita al-Dawa, é il primo
Presidente del Consiglio del governo provvisorio dell'Iraq. La decisione è
stata assunta dai 25 componenti dell'organo (che non ha potere effettivi almeno
per ora, visto che è operativa l'amministrazione americana) che hanno optato
per un sistema di presidenza a rotazione, con l'obiettivo di mettere d'accorto
tutte le diverse etnie e componenti religiose del paese.
Al Jaafari é un medico, ha 56 anni. Dopo aver lavorato a Kerbala dal 1970 al
1979, fu costretto a lasciare il Paese perchè perseguitato dai servizi di
sicurezza di Saddam. Si trasferì perciò in Iran, dove rimase fino al 1989, per
poi recarsi a Londra. Il suo partito (fondato nel '57 ma fuorilegge dal 1980) -
pur essendo una formazione di tipo confessionale che si ispira ai principi
dell'Islam.-
è per una modernizzazione delle istituzioni Religiose
Al Jaafari resterà in carica per cinque mesi, poi toccherà ad altri otto
membri del consiglio (oltre ad al Jafari ci sono altri quattro sciiti - che sono
la maggioranza nel Paese - due curdi e due sunniti), ognuno dei quali sarÃ
presidente per un mese.
Si tratta di Ahmed Chalabi (sciita laico, leader dell'Iraqi National
Congress sostenuto dagli Usa); Iyad Allawi (sciita, ex agente
dell'intelligence irachena che aveva lasciato il Paese nel 1971 dopo una lunga
militanza nel partito Batth); Abdul Aziz al-Hakim (il numero due
dell'Assemblea suprema della Rivoluzione islamica in Iraq, il principale gruppo
sciita); Mohammed Bahr al-Uloom (ottantenne religioso sciita che aveva
lasciato l'Iraq nel 1991 per rientrarvi nell'aprile scorso); Adnan
Pachachi (81 anni, sunnita, ex ministro degli Esteri liberale dal 1965 al
1967 prima dell'avvento di Saddam); Mohsen Abdul Hamid (segretario
sunnita del Partito islamico, braccio iracheno della Fratellanza musulmana,
fondato nel 1990 e messo al bando l'anno dopo; era in carcere dal 1996);
Massoud Barzani (leader del Partito democratico del Kurdistan, Kdp,
esponente di spicco dei curdi, ha avuto tre fratelli uccisi sotto la dittatura
di Saddam); Jalal Talabani (avvocato, guida l'Unione patriottica del
Kurdistan, partito rivale del Kdp).
Intanto, vengono registrati altri segnali positivi nel lento cammino verso la
normalità del Paese: un gruppo di rifugiati iracheni è tornato ieri in Iraq,
dopo aver lasciato il campo per rifugiati di Rafha in Arabia Saudita, nel quale
erano rimasti per oltre 12 anni (dai tempi della guerra del golfo). Del gruppo
fanno parte 250 persone; ma nel campo attualmente ci sono oltre 5200 rifugiati,
dei quali ben 3600 hanno chiesto di tornare a casa. Secondo fonti vicine alle
agenzie Onu, un ritorno su larga scala è prevedibile, ma non prima del 2004.
|