20.03.2008
Meno incidenti sulle strade. Le direttive europee. di A. Panzeri La Commissione europea nell’autunno del 2006, a fronte delle drammatiche statistiche, che indicavano in 43.000 morti in un anno sulle strade e autostrade del continente europeo, proporre un paio di soluzioni che avrebbero dovuto essere risolutore del problema: una imponeva agli autoarticolati "Tir"sopra le 3 tonnellate e meno degli specchietti retrovisori che coprivano "l’angolo cieco" della visuale sulla destra, e l’altra stabiliva regole generali per progettare strade più sicure.
Una terza misura avrebbe dovuto imporre, così come previsto in Italia, l’uso dei fari durante il giorno, ma non se ne fece nulla perché tutto ritornò ai singoli stati i quali non hanno assunto le decisioni necessarie.
A distanza di un anno e meno dopo i dati sulle morti sulle strade sono ancora severissimi.
In questo quadro la Commissione Europea ha ritenuto di dover correre ai ripari e ha predisposto una direttiva basata su una più accentuata repressione. Direttiva che dovrebbe essere varata in questi giorni di cui si conoscono già alcune anticipazioni.
Nella sostanza dovrebbe prevedere che chi commette una grave infrazione stradale in qualunque Stato dell’Unione Europea, debba poi pagarla, secondo le leggi presenti nei diversi paesi, anche se il proprio mezzo è stato immatricolato in un altro, magari a migliaia di chilometri di distanza.
Adesso la situazione non è questa sia per problemi burocratici, sia per le diverse impostazioni legislative sia per i tempi, che rendono tutto più complicato. In questo quadro risulta difficile perseguire chi commette gravi infrazioni. Insomma per chi guida un tir passando diverse frontiere l’impunità è quasi assicurata.
C’è da augurarsi che le nuove norme incutano non solo rispetto, ma portino a comportamenti alla guida che permettano di salvare migliaia di persone. Certo è che serve un maggiore impegno europeo, così come occorre un comportamento virtuoso dei singoli Stati membri.
Il senso civico lo si recupera in tanti modi: non vi è dubbio che anche questo sia un modo per farlo mantenere.
La politica europea che riguarda tanti settori non può, come si può immaginare, essere assente da questo anche per la stessa rilevanza che assume.
È giusto incoraggiare le cosiddette buone pratiche.
Fonte: www.antoniopanzeri.it
|