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Aurisina, incontro fra Riccardo Illy e la Cooperazione Sociale
26.03.2008
Ad Aurisina l'incontro tra il presidente uscente della Regione, Riccardo Illy, e la Cooperazione sociale del Friuli Venezia Giulia
Illy: Per le Cooperative sociali all'Unione Europea
Le richieste degli 8mila 300 lavoratori del comparto e gli impegni presi dal centro sinistra. L'intervento dell'assessore uscente alla salute, Ezio Beltrame
www.itaca.coopsoc.it
Aurisina
Impegno della Regione Friuli Venezia Giulia a portare all’attenzione dei massimi vertici dell’Unione Europea la questione del superamento dei limiti del “de minimis” per gli investimenti della Cooperazione sociale regionale. Lo ha annunciato stamane il candidato a governatore per il centro sinistra, nonché presidente uscente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, intervenendo presso la Casa della pietra di Duino Aurisina all’incontro con le Cooperative sociali regionali organizzato dalle tre centrali cooperative del Fvg, A.G.C.I. – Solidarietà regionale, C.C.I. – Federsolidarietà regionale e Legacoopsociali regionale. All’incontro, che ha visto riunita una folta rappresentanza delle Cooperative sociali del Friuli Venezia Giulia, ha partecipato anche l’assessore regionale uscente alla salute e protezione sociale, Ezio Beltrame.

Il presidente di Legacoopsociali Fvg, Gian Luigi Bettoli, ha presentato i lavori introducendo l’incontro-confronto tra i candidati alla presidenza (in via di definizione un appuntamento analogo con il candidato Renzo Tondo per il centro destra) sulle tematiche del settore e ha altresì fatto riferimento al documento elaborato dalla Cooperazione sociale (ed inviato ad entrambi i candidati) nato attraverso un confronto dal basso. Un manifesto profondamente unitario - ha sottolineato Bettoli -, che parte dalla considerazione che la Cooperazione sociale in regione è ormai divenuta non solo un punto di riferimento ma, di più, un punto avanzato all’interno del movimento cooperativo nazionale. In questo quinquennio l’Amministrazione regionale si è caratterizzata - ha evidenziato - come un interlocutore diverso rispetto a quella precedente. Il reciproco rapporto instauratosi con assessori estremamente corretti ed onesti nel lavorare con noi è stato un’ottima base di partenza, interlocutori che giudichiamo in maniera estremamente positiva. Restano tuttavia delle questioni aperte, dei nodi da sciogliere nel prossimo futuro soprattutto dal puto di vista degli atti attuativi. L’auspicio –ha chiosato Bettoli - è che questo tipo di confronto possa continuare negli anni futuri.

Dario Parisini, presidente di Federsolidarietà Fvg, partendo dal documento unitario predisposto della Cooperazione sociale regionale, ha evidenziato che la stagione appena conclusa è stata estremamente importante dal punto di vista legislativo. Sono stati cinque anni significativi, la Regione ha promosso una serie di norme molto importanti per il nostro movimento – ha affermato -, costituendo un patrimonio normativo considerevole. Per il prossimo futuro chiediamo non tanto altre norme, eccezion fatta per quella relativa ai codici degli appalti, ma soprattutto l’applicazione di quelle già elaborate: è tempo che si passi dalle norme ai provvedimenti applicativi.
Tra i principali nodi da sciogliere la questione dei Piani di zona, bisogna ora rendere applicabile il principio della sussidiarietà affinché la Cooperazione sociale divenga protagonista nella programmazione degli interventi sul territorio. Da affrontare in maniera compiuta anche il ruolo delle Asp, per le quali Parisini ha segnalato alcune criticità nei rapporti sul territorio regionale con alcune di esse: vanno definiti i ruoli delle Asp e della Cooperazione sociale. Tra i desiderata anche il necessario rifinanziamento della legge 20, per la quale attualmente sono previsti circa 2 milioni di euro l’anno, e la non più differibile esigenza di far crescere in particolare la Cooperazione sociale ‘B’ di inserimento lavorativo.
Chiediamo inoltre che la Regione si faccia parte attiva nell’applicazione del de minimis - ha sottolineato Parisini - rispetto ai finanziamenti che possiamo ottenere, gli incentivi dati alla Cooperazione sociale sono alla fine investimenti di natura pubblica. Il presidente di Federsolidarietà Fvg ha anche toccato il tema della qualifica e del riconoscimento degli operatori delle Cooperative sociali che, a parità di incombenze, professionalità e livello portano a casa molto meno degli operatori pubblici. Ancora sui livelli retributivi, ha ricordato come il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Cooperative sociali sia abbondantemente scaduto (da due anni), ponendo l’accento sulla necessità di parificare i livelli del pubblico e del privato-sociale: le stazioni appaltanti devono inserire negli appalti valori economici congrui con questo principio. Sono inoltre necessari – ha ricordato - ammortizzatori sociali per alcune specifiche attività svolte sul territorio, ad esempio per chi opera con anziani o disabili. Per ciò che concerne l’assetto istituzionale del settore, oggi la Cooperazione sociale è inserita all’interno delle attività produttive della Regione, noi ci sentiamo sì anche un soggetto economico – ha evidenziato - ma un po’ l’ultima ruota del carro. Come è comprensibile, prima vengono problemi del commercio, dell’industria, se fossimo collocati all’interno delle politiche sociali forse troveremmo la sede giusta.

Il presidente uscente della Regione Fvg, Riccardo Illy, ha esordito spiegando la strategia seguita nei trascorsi cinque anni e quella futura in caso di vittoria alle prossime elezioni regionali. Vogliamo puntare al rilancio dell’economia della regione – ha affermato -, perché l’economia produce occupazione e aumento delle risorse. Tra i punti di forza dell’eventuale prossimo mandato Illy intende dedicarsi con più attenzione alla questione della coesione sociale che, assieme allo sviluppo economico, sono aspetti che si sostengono a vicenda. Nei primi tre anni abbiamo soprattutto rilanciato l’economia regionale – ha dichiarato -. In quattro anni le entrate sono aumentate di 550 milioni di euro, ciò ha consentito di approvare diverse leggi come quelle sul buon lavoro, sull’immigrazione, sul riordino dei servizi sociali, o il finanziamento del fondo per la non autosufficienza.
Abbiamo compiuto un intervento strutturale sulla spesa sanitaria- ha successivamente rilevato -, costituendo l’azienda ospedaliera universitaria prima a Trieste poi a Udine. La dinamica della spesa sanitaria è oggi sotto il 4% mentre quella nazionale è pari al 7%. In futuro realizzeremo una ulteriore razionalizzazione della rete delle aziende territoriali, da sei intendiamo ridurle a tre, ma procederemo anche alla totale informatizzazione dei servizi sanitari attraverso la messa in rete delle strutture. Da questo ci si attende un ulteriore miglioramento nella qualità del servizio.
Illy ha altresì ricordato la già avvenuta approvazione del testo unico sulla Cooperazione, rammentando che il codice appalti - che so essere importantissimo - è già pronto, come del resto la legge sul riordino delle aziende territoriali. Riguardo al problema del de minimis, non ha inteso innestare grandissime speranze: cercheremo di convincere l’UE ed i suoi massimi vertici per far uscire gli aiuti per le Cooperative sociali, ma non voglio illudervi sul risultato. Il presidente uscente della Regione ha concluso il suo intervento ringraziando l’intero sistema della Cooperazione sociale del Friuli Venezia Giulia per la collaborazione data sin qui all’Amministrazione regionale, nonché per il positivo lavoro svolto soprattutto nella gestione dell’attività quotidiana in campo sociale e sociosanitario.

Ezio Beltrame, assessore regionale uscente alla salute e protezione sociale, dal canto suo ha ricordato gli obiettivi raggiunti in questi anni grazie anche all’universo della Cooperazione sociale. Tra le parole chiave del suo assessorato ha ricordato il sostegno alla natalità, la necessità di combattere la precarietà, ma anche prevenzione e ricerca. Beltrame ha poi richiamato che i servizi di assistenza domiciliare oggi vengono attuati a favore di 42 mila persone, i 2000 posti in più negli asili nido, le 64 h/settimana erogate dai servizi sociali (il dato di partenza era di 42), lo screening preventivo cui oggi si sottopone l’80% delle donne, tutti segnali oggettivi di cambiamento legati alla vita di ogni giorno.
Articolate le puntualizzazioni dell’assessore uscente scaturite da diversi interventi giunti dalla platea delle Cooperative sociali presenti.
Piani di zona: il processo riguardava una partenza dal basso, coinvolgendo tutti gli attori del territorio. Se ancora si rilevano alcune criticità, queste vanno certamente risolte, ma l’esperienza dei Pdz è importante. In alcuni distretti (periferici) ha avuto successo, in altri (più grandi) è ancora da perfezionare. Bisogna capire perché non ha funzionato e spingere verso orientamenti più positivi e innovativi. L’idea iniziale resta però positiva, ossia quella di una programmazione che deve nascere dal basso e partire dalle esperienze del territorio.
Appalti e offerta economicamente più vantaggiosa: nelle amministrazioni serve una programmazione che guardi al futuro non all’immediato. Rientra tra gli obiettivi che le amministrazioni si attengano a quanto previsto dalla legge 6, per far ciò è necessario spingere ad un cambiamento della cultura, innovazione partita con le leggi ma che oggi deve proseguire con il monitoraggio costante. E’ opportuno che si superi la logica delle gare d’appalto, ma vanno stabiliti dei termini, bisogna andare verso l’affidamento diretto dei servizi alla persona. Il punto è verificare se siamo sufficientemente maturi per un mercato sociale aperto dato che, come servizi pubblici, la Regione non è in grado di dare risposta a tutti i problemi della popolazione.
Contribuzione: l’amministrazione regionale è disponibile a trovare altre soluzioni, l’art. 14 della legge 20 va rifinanziato in maniera importante, soprattutto per l’inserimento delle persone svantaggiate dobbiamo dare un sostegno maggiore di quello attuale.
Asp: non si poteva scegliere la strada dell’immobilismo sulla questione Ipab, la legge 19 ha messo ordine prima vi era una organizzazione troppo frastagliata. Molte Asp hanno però pensato il loro ruolo in maniera sbagliata, i Comuni dovrebbero creare collaborazioni con le imprese del territorio non fare intermediazione di manodopera.

In conclusione il presidente di Legacoopsociali Fvg, Gian Luigi Bettoli, ha ricordato che sebbene in questi anni non si siano risolti tutti i problemi, è partita tuttavia una grande esperienza di democrazia sintetizzabile, ad esempio, nei Piani di zona, nella legge 23 che ha avuto il merito di riportare in Friuli Venezia Giulia lo sviluppo del processo della legge 328. Nei Pdz certo sono rilevabili alcuni limiti, ma quella era l’unica via per far sedere tutti gli interlocutori ad un tavolo comune, resta comunque un’esperienza che va affinata attraverso il setaccio di quelle migliori. Non abbiamo bisogno di nuove leggi ma di portare avanti quella rivoluzione culturale per il cambiamento dei processi mentali, prima che istituzionali, che ci consenta di far funzionare la macchina sociale a pieno regime. Noi come Cooperazione sociale siamo protagonisti, nel rapporto con le istituzioni siamo indubbiamente cresciuti anche a livello di autocoscienza. Per il futuro siamo obbligati a crescere ancora, è ora necessario investire sulle professionalità e sulle strutture. La Cooperazione sociale del Friuli Venezia Giulia pretende di avere non solo attenzione ma anche risposte pesanti dal punto di vista economico, siamo un settore importante dell’economia regionale che, come tale, va trattato.


Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
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