4.04.2008
1968 4 aprile 2008 MARTIN LUTHER KING. Quarant'anni dopo, ancora e sempre contro il razzismo e l'esclusione sociale per la pace nella giustizia noi ribelli nonviolenti. Il 4 aprile del 1968 veniva assassinato a Memphis Martin Luther King. Il reverendo nero vi si era recato per portare la sua solidarietà ai lavoratori delle immondizie, in sciopero da settimane per conquistare pochi elementari diritti, loro, ultimi tra gli ultimi, in maggioranza di pelle nera, costretti a vivere come i rifiuti che raccoglievano. Quattro anni prima gli era stato assegnato il Nobel per la Pace per le sue battaglie a favore dei diritti civili dei negri d’America e nel ’65 aveva dato vita a grandi manifestazioni contro l’apartheid.
Il ’68 è l’anno in cui esplode la protesta contro la guerra in Vietnam, le ribellioni nelle università americane, le rivolte nei ghetti. L’anno prima, in suo celebre discorso, Martin Luther King aveva esposto le ragioni politiche ed etiche della sua ferma opposizione alla guerra. Questo gli aveva procurato le critiche di ampi settori dell’establishment bianco democratico, che fino ad allora l’aveva sostenuto e di quei settori più radicali che non condividevano i suoi appelli alla nonviolenza. Si era ritrovato più solo, ma più che mai convinto della necessità di una lotta nonviolenta per l’affermazione di una giustizia sociale per tutti, che riportasse dignità e speranza ai tanti ultimi del mondo.
A quarant’anni dalla sua morte nel ricordarlo non possiamo esimerci da una riflessione sull’attualità delle sue battaglie e del suo messaggio.
La guerra, in tante parti del mondo, è diventata uno scenario con cui abituarsi a convivere. La povertà , l’esclusione, i nuovi razzismi sono ormai fenomeni endemici in società sempre più frammentate e meno solidali. Gli immigrati il nuovo nemico contro cui scaricare frustrazioni e insicurezze.
A noi piace ricordare Martin Luther King come uno del nostri "maestri", compagno di un viaggio difficile e non ancora concluso.
Così come, pensando a lui, non possiamo non ricordare l’ammirazione che Tom Benetollo aveva per questo grande personaggio, a cui spesso si ispirò e a cui dedicò un libro pubblicato nel 2004, poco prima di morire. Due ribelli nonviolenti, che dedicarono la loro vita a combattere la violenza quotidiana di una società ingiusta.
Fonte: arci cremona
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