4.08.2003
Responso clamoroso per l'ultima indagine Confesercenti-Swg. Secondo gli
intervistati la corruzione negli ultimi tempi è aumentata e riguarderebbe in
particolare esponenti politici nazionali e amministratori locali. E il futuro si
prospetta peggiore del presente
La corruzione non sta diminuendo e anzi, per il 62 % degli imprenditori
italiani il fenomeno, negli ultimi tempi, è rimasto invariato o addirittura
aumentato, assumendo ormai le proporzioni preoccupanti degli anni di
tangentopoli. Un fenomeno che secondo gli intervistati ha per protagonisti gli
esponenti politici a livello nazionale (49%), gli amministratori locali (25%),
impiegati e dirigenti della Pubblica amministrazione(20%).
Il futuro, sarà peggiore del presente, tanto che il 33% si aspetta una
crescita della corruzione, contro il 13% degli intervistati di analoga ricerca
del 1995.
E' questo il clamoroso risultato di una indagine Confesercenti - Swg sulla
corruzione condotta su un campione rappresentativo di titolari di impresa.
Scendendo nel dettaglio, il 43% degli imprenditori ascoltati considera il
fenomeno stazionario rispetto al passato ed un 19% addirittura in aumento,
contro un 28% più ottimista che valuta una inversione di tendenza. Ma perché gli
imprenditori cedono alla tentazione della scorciatoia della corruzione? Per
eludere le paludi della burocrazia o per aggiudicarsi un appalto senza
gareggiare, per evitare di pagare una multa o per avere un "occhio di
riguardo", per prendere una laurea o per avere la patente d'auto senza aprire
un libro, per guadagnare o per evitare di perdere: insomma i moventi e la
casistica sono infiniti per un reato come la corruzione che viene sempre più
spesso considerato una sorta di pedaggio da pagare per viaggiare più velocemente
e con meno ostacoli.
Ma cosa sono i corruttori, e soprattutto come vengono considerati coloro che
scelgono la via della bustarella per risolvere un problema? Per la maggioranza
degli imprenditori italiani non sembra esserci dubbio: vittime. La pensano così
6 su 10, secondo i quali gli imprenditori che pagano tangenti lo fanno quasi
sempre perché costretti.
E se il 62% assolve gli imprenditori che concedono bustarelle in cambio di
favori perché vittime dei"potenti" (la percentuale sale al 68% nelle regioni
del Sud), il 17% considera la pratica addirittura una questione di "saper
vivere", di "conoscere come va il mondo". Relativamente pochi (13%) invece
coloro che puntano l'indice sugli imprenditori "corruttori". In termini
generali, comunque, il 75% degli intervistati sostiene che gli imprenditori,
boicottati e costretti, sono ancora disponibili a pagare tangenti, mostrando un
incremento di tale posizione rispetto all'analoga rilevazione del 1995 quando i
possibilisti erano il 56%.
Quanto ai "percettori" di tangenti, il quadro che emerge dall'indagine è
quello di sempre: la corruzione si identifica soprattutto nei politici e si
manifesta in particolare nell'ambito degli appalti. Per il 43% degli ascoltati,
infatti, per poter ottenere un appalto o un contratto con la Pubblica
Amministrazione, persiste, come in passato, la disponibilità a pagare una
tangente, mentre il 12% ritiene che sia addirittura aumentata la tendenza a
ricorrere a questa procedura. In testa le grandi opere pubbliche (52%) a partire
da rifiuti, depuratori e lavori stradali, seguiti, subito dopo, dalla
sanità .
Ma oltre a quello degli appalti (indicato dal 45% degli intervistati) gli
ambiti in cui più frequentemente si sviluppa il fenomeno della corruzione sono
molti e disparati: dalla bustarella per ottenere un'assunzione nella pubblica
amministrazione (27%), ad una tangente per "accelerare le pratiche presso gli
uffici tecnici dei Comuni (19%); dal "regalo" per ottenere autorizzazioni e
licenze dal Comune (16%), ad un "gesto di riconoscenza" per un aiuto in un
contenzioso fiscale (11%); ma si può "ungere il meccanismo" anche per
accelerare ricoveri ospedalieri e visite specialistiche (9% degli intervistati),
per sveltire o annullare pratiche che riguardano i Vigili, come permessi o multe
(5%) o addirittura per ottenere un posto in un asilo nido eludendo le
graduatorie (1%). Ma anche fuori dal pubblico non si sta a guardare: finanza,
banche, credito (38%), spettacolo, calcio e sport in generale, libere
professioni sono gli altri settori a rischio-corruzione segnalati dagli
intervistati.
Quasi tutti condannano la corruzione, ma in molti la praticano. Le cronache
dei giornali sono piene di arresti e di inchieste aperte: dalla vicenda
dell'ospedale torinese Molinette relativa all'appalto per la fornitura di
valvole cardiache, risultate poi anche inaffidabili, alle guardie carcerarie
corrotte che rifornivano di droga i detenuti; dalle tangenti per corrompere
funzionari dell'agenzia delle entrate, al politico indagato per aver accettato
tangenti in cambio della sponsorizzazione di capi d'abbigliamento per le forze
di polizia; all'ex assessore condannato per corruzione al termine di
un'inchiesta su convenzioni stipulate fra i comune ed alcune scuole
private.
"Anche da questa indagine - ha dichiarato Marco Venturi, presidente della
Confesercenti - emerge che il fenomeno della corruzione amministrativa continua
ed è molto più ampio di quanto ci aspettassimo".
"Il rigore, invece, è necessario per ottenere risultati positivi e per
scoraggiare il persistere della corruzione. Bisogna puntare innanzitutto sulla
prevenzione e sulla convinzione che lo snellimento assoluto delle procedure e la
piena conoscenza dei propri diritti, può disarmare coloro che fanno della
corruzione la ragione principale del loro lavoro".
"Chiediamo che siano assicurate regole chiare ed una effettiva trasparenza
nei fondi pubblici per le grandi opere oltre a forti azioni di controllo e di
intervento soprattutto sul potere politico e sulle amministrazioni locali per
garantirne non solo imparzialità e trasparenza, ma anche attivismo e
tempestività . Solo così - ha concluso Venturi - si può ragionevolmente auspicare
che il pessimismo espresso nell'indagine rispetto al futuro della corruzione di
ridimensioni e riproponga la serenità necessaria alle piccole e medie imprese per investire e
creare nuove opportunità di lavoro".
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