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Italia dei Valori e Pd di Antonio di Pietro
18.04.2008

Riporto una mia breve intervista audio, rilasciata oggi, sull'attuale situazione dell'Italia dei Valori nei confronti del Partito Democratico."L’Italia dei Valori è un partito che resta partito. Ci saranno le elezioni a breve, a novembre. Prima delle elezioni europee l’anno prossimo, ci saranno altre elezioni amministrative, e può darsi pure in Lombardia. Quindi, il nostro partito c’è, si rafforzerà ancora di più e sarà sempre più presente per rappresentare tutta quell’area elettorale che oggi potrebbe trovare in noi dei rappresentanti.
Il gruppo unico è il frutto di una convergenza sui contenuti. Alla luce di prese di posizione che differiscono dalla volontà di riconoscere l’Italia dei Valori, con cui è stata fatta un’alleanza, ho letto oggi una dichiarazione di Caldarola che dice: "Usciamo dal Partito se si dà un ruolo all’Italia dei Valori e a Di Pietro". Voglio dire, io non voglio che nessuno lasci il Partito Democratico. Noi abbiamo preso atto che il leader del Partito Democratico è Walter Veltroni, che noi riconosciamo come leader della coalizione, così come abbiamo indicato prima delle elezioni e che noi vogliamo aiutare a portare avanti quel programma che abbiamo condiviso e sottoscritto.
Vogliamo sapere ora, proprio perché abbiamo visto delle esitazioni durante la campagna elettorale, quale sia il programma sulla giustizia che questo gruppo unitario dovrà portare avanti, perché se è vero che Veltroni vuol fare un governo ombra, e se è vero che noi lo abbiamo appreso dai giornali, è necessario che, in una coalizione, cose così importanti non si apprendano più sui giornali, ma si apprendano e si condividano insieme. Soprattutto, è necessario sapere chi si dovrà occupare di cosa in questa coalizione e, soprattutto, in questo governo ombra. Vorrei capire, cioè, se le problematiche inerenti l’informazione che riguarda questo gruppo unico siano portate avanti, come portavoce, per esempio da Follini o da Giulietti, perché nella scelta di queste persone si individua il modello che si intende portare avanti. Vorrei capire se, in questo governo ombra, il ministro della giustizia debba essere l’uno o l’altro perché, durante la campagna elettorale, da parte di alcuni abbiamo sentito che l’Italia dei Valori non avrebbe titolo per occuparsi di giustizia.
Queste sono le ragioni per cui noi chiediamo un incontro con il Partito Democratico e con Veltroni. Non ho detto solo con Veltroni, ma con Veltroni e il Partito Democratico, perché ci rendiamo conto che lì ci sono due anime: c’è un’anima che ci vuole e c’è un’anima che non ci vuole, perché non si spiega diversamente questa ragione. Noi vogliamo andare ad un matrimonio d’affetto, non ad un matrimonio d’interesse. Riscontriamo che ad oggi c’è un’anima che ci vuole, con cui abbiamo fatto un accordo preciso e deciso, l’anima che si riconosce in Veltroni. Con quelli, noi vogliamo costruire un gruppo unitario nel rispetto del programma. C’è un’altra anima che non ci vuole, tanto è vero che, sulle battaglie politiche che noi vogliamo portare avanti, hanno già detto che noi non abbiamo titolo nemmeno per parlare e non ci chiedono nulla. Anzi, anche loro cominciano ad inorridire per il fatto che noi ci possiamo occupare di giustizia. In un’ottica di questo genere, per decidere se possiamo fare un gruppo unitario, noi vogliamo sapere che cosa loro vogliano fare.
Abbiamo indicato i temi su cui noi vogliamo avere delle risposte, senza le quali noi intanto facciamo il nostro gruppo dell’Italia dei Valori e iniziamo un percorso d’incamminamento per giungere ad un chiarimento, per risolvere quanto prima quei problemi che possono rimanere insoluti.
Io credo che ogni decisione è bene che la prendiamo e la comunichiamo insieme io e Veltroni, per cui l’invito è non solo ad unirci e riunirci per decidere il contenuto piuttosto che il contenitore, ma anche a comunicare insieme, poi, la decisione. Chiedo inoltre che, in esito all’incontro che chiediamo di avere prima che ci sia l’insediamento delle Camere, ci sia anche un momento in cui insieme, io e Veltroni, ci sottoponiamo alla valutazione dell’opinione pubblica attraverso la stampa e riferiamo, insieme, le ragioni dell’uno e dell’altro."

Antonio Di Pietro

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