Welfare Italia :: Lettere a Welfare :: Essere disabili di Luigi Zappa Invia ad un amico Statistiche FAQ
2 Maggio 2024 Gio                 WelfareItalia: Punto laico di informazione e di impegno sociale
Cerca in W.I Foto Gallery Links Documenti Forum Iscritti Online
www.welfareeuropa.it www.welfarecremona.it www.welfarelombardia.it www.welfarenetwork.it

Welfare Italia
Home Page
Notizie
Brevi
Il punto
Lettere a Welfare
Cronaca
Politica
Dal Mondo
Dalle Regioni
Dall'Europa
Economia
Giovani
Lavoro
Cultura
Sociale
Ambiente
Welfare
Indian Time
Buone notizie
Radio Londra
Volontariato
Dai Partiti
Dal Parlamento Europeo
Area Iscritti
Username:
Password:
Ricordami!
Recupero password
Registrazione nuovo utente
Brevi

 Foto Gallery
Ultima immagine dal Foto Gallery di Welfare Italia

Ultimi Links







Essere disabili di Luigi Zappa
20.04.2008

Esimio Direttore,chi Le verga è un essere vivente che all'ombra di ciò
che ebbe già modo di dir il grandemente lungimirante Voltaire
"Disapprovo quelloche dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di
dirlo" non che, volontario Emergency, congenitamente
disabile. La tanto chiacchierata esclusione dalle Olimpiadi di Oscar
Pistorius,atleta sudafricàno diversamente abile con amputazione
bilaterale che si avvale di protesi al carbonio, mi ha instillato
una profonda considerazione.
Per questo innanzitutto vorrei che mi si chiarisse un
dubbio. Hola sensazione, vissuta , che la "categoria" (e chiedo
venia per
tale classificazione) delle persone con disabilità sia
alla
continua ricerca di una propria identità, che sembra
avere smarrito
o voler trasformare.
Infatti, le vite, le azioni e le vicende di persone con
disabilità narrate e rappresentate dalle TV generaliste
e dai media
si incentrano quasi sempre, malauguratamente(se vittime
d'episodi
di cronaca nera), o su chi rappresenta una "specificità
nella
disabilità", come a dimostrare la propria
"eccezionalità" nella
disabilità stessa.
La continua e sola rappresentazione di limiti estremi ad
opera
di sportivi disabili, di specificità di artisti disabili
e altro
ancora - sempre all'insegna dell'altisonante - da una
parte, certo,
mi confortano e mi suscitano grande e profonda
ammirazione per
tutte le capacità che queste persone riescono a mettere
in gioco.
E tuttavia vorrei far notare, nella grande
rappresentazione di
questa nostra realtà sociale, che la persona con
disabilità non
deve mostrare le proprie incapacità per avvalorare ed
esaltare le
capacità eventualmente raggiunte. Senza voler sottacere o
nascondere alcunché, mi sembra infatti che sia
dignitoso mostrare
la persona con disabilità in tutto il suo essere umano,
prescindendo dall'estremizzazione del suo carattere e
dei suoi limiti.
Che l'"handicap", ossia "l'ineguaglianza delle prestazioni"
derivante da menomazioni o patologie a carico di una
persona, sia
in realtà commisurato fortunatamente non più e non solo
alla
valenza di questa menomazione o disturbo, bensì al
fatto che la
persona viva, operi e lavori in un ambiente sfavorevole o
favorevole, è cosa ormai assodata per la quale si può
concludere
che la disabilità è una determinata condizione in un
ambiente
sfavorevole.
Oltre a ciò è generalmente acclarato anche che la non
ricchezza
e l'handicap creano una sorta di circolo vizioso, tanto
che se la
povertà è causa di patologie, vale anche il suo
opposto. Per le
persone che vivono con un handicap, la semipovertà
causa insomma
una forma secondaria di handicap, legata alle
condizioni di vita
precaria, agli impedimenti sociali (non solo
architettonici),
all'accesso alla salute.
Gli individui con disabilità - come esseri umani e
perché esseri
umani - hanno diritti primari che non è lo Stato a dover
attribuire; diritti naturali che proprio perché tali,
sottendono
prerogative umane insopprimibili che lo Stato deve solo
riconoscere. Sono quei diritti che nascono con l'uomo e
con lui
muoiono, costituendo la garanzia vitale dei beni
insostituibili e
inalienabili della vita, dell'integrità fisica e psichica,
dell'uguaglianza e della libertà, della vita stessa.
Ebbene, in tale contesto la società mostra un'attenzione
molto
parziale nei confronti di tutti noi persone con "normale
disabilità" e soprattutto impotenti o incapaci, forse, a
valorizzare, o direi più precisamente, a mostrare, le
nostre
non-normalità.
Noi disabili,non di rado circondati da leggi che
sembrano di
specificità e correttezza impareggiabile, ma che al
momento della
loro applicazione, divengono strumenti quasi devastanti
della
nostra dignità di vita.
Noi diversamente abili, che se non avessimo l'affetto, la
vicinanza, l'amore dei nostri familiari e di quelli che con
abnegazione si impegnano con noi(e che io ho il
privilegio di
saperli amici veri!) , certo non sarebbe lo Stato a
permetterci di
condurre una vita che potesse soltanto definirsi tale.
E tornando a quanto si diceva all'inizio, è categoricamente
pleonastico affermar che
in realtà tutti hanno in sé delle potenzialità che
possono evolversi
o essere sviluppate a prescindere dalle proprie condizioni
psicofisiche. Anche il mondo della "normalità" è pieno
di individui
con una spiccata ed emergente sensibilità nell'arte,
nella cultura,
nello sport e quant'altro. Questo però non significa
che la
"normalità" sia costituita da tali eccezionalità,
altrimenti
vorrebbe dire banalizzare la normalità stessa.
Ora, credo che nel mondo della disabilità debba essere
applicato
lo stesso concetto in maniera più profonda e
responsabile. Siamo
individui che alle quotidiane difficoltà della vita devono
aggiunger quella di un corpo non al top,e di barriere
create (non
sempre volontariamente) dalla società. È proprio questa,
paradossalmente, la "normalità della disabilità".
Mi piacerebbe molto non vedere più la "diversità nella
diversità". Vorrei vedere, sentire, vivere il "disabile
normale",
non discriminato.
La persona che non sempre può frequentare la scuola, che
difficilmente lavorare, che a volte non può uscire per le
eterogenee barriere: questo è il "normale disabile". E
tutto
l'amore, e l'attaccamento per la nostra vita deve
quotidianamente
fare i conti con gli sguardi curiosi degli altri,il dover
certificare(nel senso letterale del vocabolo!) per poter
veder
riconosciuti e tutelati i propri diritti.
Sperticatamente grazie per il tempo dedicatomi,cordiali
saluti

luigi zappa

Welfare Italia
Hits: 1798
Lettere a Welfare >>
I commenti degli utenti (Solo gli iscritti possono inserire commenti)
Terza pagina

Sondaggi
E' giusto che Bersani si accordi con Berlusconi per le rifome ?

Si
No
Non so
Ultime dal Forum
La voce del padrone di Lucio Garofalo
Salotti culturali dell'Estate bolognese
Pippo Fallica querelo' Corriere della Sera e La Sicilia?
NO LEADER, NO PARTY di Luigi Boschi
UN PARTITO LENINISTA (LEGA) CHE SPOSA IL VATICANO di A.De Porti
POESIA DI VITA di Luigi Boschi
La vita spericolata del premier di Silvia Terribili
Romea Commerciale di Orlando Masiero
Sondaggio, 15mila i voti finora espressi
Buon che? di Danilo D'Antonio
L'Italia è una Repubblica "antimeritocratica" fondata sul lavoro precario
LA PROTESTA DEI SANGUINARI di Luigi Boschi
L'AQUILONE STRAPPATO di Antonio V. Gelormini
Il reality scolastico su "Rai Educational"
Vuoto indietro diventa proposta di legge,





| Redazione | Contatti | Bannerkit | Pubblicità | Disclaimer |
www.welfareitalia.it , quotidiano gratuito on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 393 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti