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Campagna Abiti Puliti - www.abitipuliti.org
21.04.2008

Campagna Abiti Puliti - www.abitipuliti.org Info stampa: Campagna Abiti Puliti - Clean Clothes Campaign italiana Deborah Lucchetti: Tel. + 393381498490 Ersilia Monti: Tel. + 390226140345 Industria sportiva globale sotto accusa La Campagna Play Fair 2008 rivela le condizioni di lavoro nelle fabbriche che producono per le Olimpiadi di Pechino 2008

"Non c'è stato nessun reale progresso dai giochi di Atene", denunciano gli attivisti della campagna PlayFair, promossa dalla coalizione italiana Abiti Puliti.

In Cina i lavoratori incollano le scarpe sportive per meno di 2 dollari al giorno e cuciono palloni per 50 centesimi di dollaro l'uno.

Roma, 21 aprile 2008 – Si avvicinano i giorni delle Olimpiadi di Pechino, e i lavoratori che producono per le imprese sportive internazionali che spendono milioni di euro in sponsorizzazioni sono sottoposti ad orari di lavoro massacranti e ricevono salari da fame. Lo rivela il nuovo rapporto della Play Fair Campaign 2008 (PF08) "Vincere gli ostacoli", che nella versione italiana ospita la prefazione di Luciano Gallino.

Il rapporto è scaricabile su http://www.abitipuliti.org  

    Sulla base di interviste somministrate a più di trecento lavoratori del settore sportivo in Cina, India, Thailandia e Indonesia, Vincere gli ostacoli mostra che le violazioni dei diritti dei lavoratori nel settore sono ancora la norma – anche per i fornitori di adidas, sponsor dei Giochi Olimpici di Pechino e di Londra e di numerose squadre nazionali.

   "Questo rapporto presenta azioni e obiettivi molto chiari per l'intero settore sportivo finalizzati a cambiare le condizioni di lavoro migliaia di lavoratori nel mondo, a partire dalla necessità di avere libertà di associazione sindacale e negoziazione, parte integrante del lavoro anche sindacale fatto in questi anni con i codici di condotta", dichiara Valeria Fedeli, Presidente della Federazione Sindacale Europea del Tessile Abbigliamento e Cuoio, membro del ITGLWF (Sindacato Internazionale dei Lavoratori Tessili), una delle organizzazioni che ha coordinato la campagna Play Fair 2008. "Pensiamo che le imprese debbano raccogliere questa sfida e dimostrare che vogliono davvero mettere in campo politiche di responsabilità sociale che incidono sulle condizioni reali dei lavoratori impiegati nelle filiere produttive internazionali" aggiunge Deborah Lucchetti, presidente di Fair e coordinatrice nazionale della Campagna Abiti Puliti – la Clean Clothes Campaign italiana.

 

Che cosa raccontano i lavoratori

I ricercatori di Play Fair hanno sollevato il velo sulla Yue Yuen, il piccolo produttore di Hong Kong che fabbrica 1/6 delle scarpe mondiali e conta fra i suoi clienti più importanti marchi come adidas, Nike e New Balance.

   Un lavoratore della Yue Yuen che produce per la New Balance a Dongguan, in Cina dice:" Sono stanco da morire adesso. In due dobbiamo incollare 120 paia di scarpe all'ora… Stiamo lavorando senza riposo e abbiamo sempre paura di non lavorare abbastanza in fretta per fornire le suole alla linea successiva…. Siamo stanchi e sporchi."

Il rapporto fa luce anche sulle condizioni dei lavoratori che cuciono palloni sportivi in Thailandia, India e Cina. Alla Joyful Long sul Delta del fiume Pearl in Cina, che fornisce adidas, Nike, Umbro e Fila, lo straordinario può arrivare a 232 ore al mese mentre i salari medi sono quasi la metà del minimo legale.

"Non abbiamo risparmi perciò non abbiamo soldi per le emergenze…. Una volta ho dovuto impegnare la mia bombola gas per la cucina per avere il denaro necessario a curare mia moglie in emergenza. La situazione è simile per tutti noi. Un mio amico ha venduto persino il suo sangue per avere i soldi necessari a fronteggiare una emergenza". Lo dice un confezionatore di palloni a domicilio in India 

   "Sono stanco da morire adesso…Nessuno di noi ha tempo di andare in bagno o bere un bicchier d'acqua. Ciononostante, stiamo lavorando senza sosta e abbiamo persino paura di essere abbastanza veloci nel preparare le suole per la fase successiva della linea di montaggio. I supervisori fanno  pressione e ci assillano di continuo. Siamo stanchi e sporchi. Lavoriamo senza pause e siamo comunque rimproverati dai supervisori". Lo racconta un lavoratore che produce scarpe per la New Balance a Dongguan, China

  " E'incredibile che non ci sia nemmeno un giorno di risposo al mese! Siamo fisicamente così stanchi, e psicologicamente siamo esausti." E' l'accusa di un lavoratore che produce scarpe per la New Balance a Dongguan, China

 

La responsabilità sociale delle imprese

   Nonostante 15 anni di adozione di codici di condotta da parte dei principali e più popolari marchi sportivi, il rapporto PlayFair 2008 dimostra che i lavoratori impegnati nella produzione dei loro prodotti sono ancora sottoposti a ritmi produttivi estremi, a straordinari eccessivi, non registrati e non pagati, abusi verbali, minacce alla salute e alla sicurezza anche dovuti all'esposizione a prodotti chimici tossici, senza alcuna tutela e assicurazione prevista.

"Per anni i grandi marchi del settore sportivo hanno dichiarato che non potevano aumentare i salari da soli, ma noi pensiamo che insieme lo possano fare", ha detto Jeroen Merk, della Clean Clothes Campaign internazionale. "Queste imprese controllano il mercato di abbigliamento e scarpe sportive: se lavorano insieme sul tema dei salari e delle condizioni possono veramente contribuire a ridurre la miseria che affligge questi lavoratori"

    Il nuovo Rapporto Vincere gli ostacoli identifica 1) nei bassi salari, 2) nell'abuso di contratti temporanei e altre forme di precarizzazione, 3) nella violazione del diritto di associazione sindacale e di contrattazione collettiva e 4) nella chiusura di stabilimenti dovuti alla ristrutturazione dell'industria, i quattro punti chiave su cui le imprese devono intervenire. Per questo Play Fair ha invitato i responsabili del settore a discutere su come dare gambe concrete alle proposte della campagna; l'appuntamento è per giugno a Hong Kong.

   Lo scorso anno la campagna Play Fair 2008 aveva già prodotto un rapporto sulle violazioni dei diritti riscontrati nelle fabbriche che producevano prodotti per le olimpiadi e da allora sta attendendo un impegno concreto da parte del CIO sulle azioni che intende intraprendere.

 

La fiaccola virtuale corre ancora…

Intanto la fiaccola virtuale dei diritti umani continua a passare di mano in mano tra la società civile di tutti i paesi del mondo; sono già 9.400 le persone che si sono collegate al sito - www.catchtheflame.org -  per inviare un messaggio chiaro: se vogliamo che i Giochi Olimpici siano equi, devono innanzitutto essere dignitose le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici che producono per le Olimpiadi.

 

Alcune altre informazioni

 

1. PROFITTI industria sportiva

 

Marchio/profitti 2007 prima del prelievo fiscale/crescita profitti 2004-7

Nike $2.2 miliardi / + 52%

Adidas: $1.1 miliardi / + 68%

Puma : $511 miliardi / + 14%

Yue Yuen: $386 miliardi / + 29%

ASICS: $203 miliardi / +215%

 

2. IDENTITA' DEI RICERCATORI

 

   Per motivi di sicurezza dei ricercatori ancora impegnati a lavorare in Cina, non è per noi possible identificare tutti i gruppi e le persone coinvolte nelle specifiche interviste.

 

3. IMPRESE NOMINATE NEL RAPPORTO

   Il rapporto integrale include informazioni sulle fabbriche che producono per adidas, ASICS, Baden, Converse, Diadora, Domyos, Ecco, Everlast, Fila, Frankin, Lotto, New Balance, Nike, Mikasa, Mizuno, Miter, Puma, Reebok, Russell Athletic, Umbro, VF Corporation, Wilson, Yue Yuen,  Spalding, and Rawlings.

 

4. COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE

   Lo scorso anno la campagna Play Fair 2008 aveva già prodotto un rapporto sulle violazioni dei diritti riscontrati nelle fabbriche che producevano prodotti per le Olimpiadi e da allora sta attendendo un impegno concreto da parte del CIO sulle azioni che intende intraprendere. – il testo sintetico in italiano Nessuna medaglia alle Olimpiadi per I diritti dei lavoratori è scaricabile dal sito di Abiti Puliti http://www.abitipuliti.org:8080/abitipuliti/doc/

 

5. FOTO

Le foto sono scaricabili su http://www.playfair2008.org/images/pf2008

 

6: CONTATTI

Contatti per la campagna Play Fair 2008 in Italia:

 

Campagna Abiti Puliti - Clean Clothes Campaign italiana

      Deborah Lucchetti: Tel. + 393381498490

      Ersilia Monti:           Tel. + 390226140345

 

Contatti internazionali:

 

Segretariato internazionale CCC

Esther de Haan:  Tel. +31 20 412 27 85 (office) or +31 642 24 31 53 (mobile)

Jeroen Merk: Tel. +31 20 412 27 85 (office) or +31 6467 44 662 (mobile)

 

ITUC

Mathieu Debroux, Press Officer

Tel. +32 2 224 02 04 (office) or +32 476 62 10 18 (mobile)

 

ITGLWF

Neil Kerney, General Secretary

Tel : 0044 191 273 22 44 (office) or 077 88 41 32 26 (mobile)

 

 Play Fair 2008 è una campagna internazionale nata nell'ambito dei Giochi Olimpici 2008 per assicurare che i beni prodotti per gli eventi sportivi e nell'industria sportiva globale siano fatti rispettando i diritti dei lavoratori. Per saperne di più visitate il sito internazionale www.playfair2008.org

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Comunicazione curata da [Fair] www.faircoop.it

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