2.05.2008
L'Italia è declassata di A.Panzeri Il Presidente della commissione europea Manuel Barroso ha informato l’Italia che a sostituire Frattini sarà il francese Jacques Barrot. La Francia quindi prende un "ministero" europeo di peso che raggruppa le funzioni della giustizia e degli interni e lascia all’Italia quello dei trasporti.
Presumibilmente, se non vi saranno colpi di coda finali, a questa responsabilità sarà chiamato Antonio Tajani, capogruppo del Pdl al Parlamento Europeo. Penso sia comprensibile il rammarico di Romano Prodi che è stato informato, pur essendo ancora in carica come Presidente del Consiglio, a giochi quasi fatti.
Segno, per usare un eufemismo, di una indelicatezza istituzionale da parte del Presidente della Commissione Europea. Ma la scelta che si sta profilando dà anche l’idea del rischio di un certo ridimensionamento del ruolo che si vuole assegnare all’Italia in ambito europeo.
Certo, sulla composizione della Commissione pesa indubitabilmente la qualità della candidatura Tajani e la paura di ripercorrere la strada già percorsa da Rocco Bottiglione, quando fu bocciato dal Parlamento Europeo per le sue "performances" politiche non all’altezza.
Tuttavia l’Italia, uno dei paesi fondatori dell’Europa, non può non essere considerata nel dovuto modo e svolgere un ruolo da protagonista nel futuro europeo.
Questa vicenda in ogni caso interroga anche Berlusconi nel momento in cui si appresta a guidare il Governo italiano. Vedremo come intenderà muoversi nel quadro europeo, ma non può sfuggire che già i primi passi non sono proprio confortanti.
Sembra che la sua prima missione ufficiale non sarà in Europa, come generalmente fanno i leader europei di altri paesi quando si insediano al governo. Niente di male la visita in Israele, anzi, tanto più che dovrebbe coincidere con il sessantesimo anniversario dello Stato ebraico, tuttavia l’impressione che il baricentro della politica estera del suo Governo possa non essere orientato verso l’Europa, ma altrove lascia alquanto perplessi.
Ma come detto vedremo nel concreto l’attività del prossimo Governo nei confronti dell’Europa.
Intendiamoci, se si parla di Europa non bisogna pensare al sogno antico o alla retorica lungamente seguita. Il sogno antico resta come orizzonte necessario, ma la realtà attuale è quella di una potente area geoeconomica e anche geopolitica, nella quale proprio per la vastità raggiunta, c’è bisogno di un gruppo di testa che indichi priorità e governi i processi. Un tale gruppo c’è già al di là dell’"ideologia" europeista, ed è formato da Germania, Francia e Gran Bretagna. Altri si stanno candidando come la Spagna e la Polonia. L’Italia dovrebbe starci di diritto. Ma solo se sarà capace, questo diritto, di farlo valere. Agendo in Europa. Ed è ciò che speriamo si faccia seriamente e concretamente.
di A. Panzeri
fonte : www.antoniopanzeri.it
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