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Emergenza Birmania.
9.05.2008

Emergenza Birmania. E' atterrato oggi in Birmania il primo volo umanitario delle Nazioni Unite con gli aiuti di emergenza alla popolazione. Si tratta di un C-130 decollato da Brindisi, con a bordo 25 tonnellate di generi di prima necessità. Nel darne l'annuncio il Pam, il Programma Alimentare Mondiale dell'Onu, ha precisato che il ponte aereo "è stato organizzato dal Ministero degli Esteri italiano".

Rimangono tuttavia ancora a terra altri tre velivoli noleggiati dalla stessa agenzia, fermi a Bangkok, Dacca e Dubai. Sarebbero in attesa di ottenere il permesso di atterraggio dalla giunta birmana, che non avrebbe indicato motivazioni ufficiali per il ritardo.

Amnesty International ha sollecitato il governo del Paese asiatico ad aprire le frontiere alle organizzazioni di soccorso e a garantire che gli aiuti siano distribuiti "secondo le effettive necessità e senza discriminazioni di colore, sesso, etnia, lingua, opinione politica, origine sociale o altro status".

In Birmania il 40% dei morti e dei dispersi potrebbero essere bambini. Lo afferma l’associazione umanitaria Save The Children, che da anni opera nel territorio birmano. A sei giorni dal disastro, il bilancio è sempre più tragico. Per la tv di stato le vittime sarebbero 23mila e i dispersi 42mila. Ma secondo informazioni pervenute all'ambasciata degli Stati Uniti da una Ong internazionale non identificata, è possibile si arrivi a superare il tetto dei centomila morti . Addirittura i senza tetto sarebbero tra i 2 e i tre milioni.

"La situazione umanitaria è di estrema emergenza – fa sapere Andrew Kirkwood direttore generale di Save the Children. Stiamo parlando di una situazione simile a quella dello Tsumani del 2004. Circa il 40% delle persone che vivono nelle zone più colpite –spiega Kirkwood - sono bambini sotto i 18 anni e per questo ci aspettiamo che il 40% dei morti o dei dispersi siano bambini".

Intanto le organizzazioni umanitarie presenti sul luogo della tragedia stanno portando avanti la loro corsa contro il tempo per cercare di soccorrere i sopravvissuti. La preoccupazione maggiore è che si diffondano epidemie. Distribuiti i kit d’emergenza. Continua a mancare l’acqua e molti, che si trovano in zone ancora irraggiungibili a causa della devastazione dell’uragano Nargis, non hanno cibo e medicinali.

Circa 5000 km del territorio birmano, specie quello situato nel delta dell’Irrawaddy, si trova completamente sommerso dall’acqua. Secondo l’agenzia metereologica delle Nazioni Unite a causare il disastro è stato il brusco aumento del livello delle acque provocato dai venti, che soffiavano ad una velocità impressionante. A quanto pare le autorità birmane avevano avvertito la popolazione dell’arrivo del ciclone, ma molto probabilmente non era stato previsto l’andamento del ciclone per la mancanza dei radar.

La giunta militare continua a creare problemi nel rilascio dei visti per entrare nel paese. Molte organizzazioni umanitarie dell’Onu non sono ancora potute entrate per portare soccorso.

"I visti sono ancora un problema", come dichiarano dall’Onu, per questa ragione il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, cercherà di organizzare un incontro di "alto livello" per risolvere la questione.

L’Appello di Aung San Suu Kyi. Aung San Suu Kyi, la leader della Lega nazionale per la democrazia e premio Nobel per la Pace nel 1991, ha lanciato un appello alla comunità internazionale per i soccorsi urgenti.

"Le vittime del ciclone – afferma la Aung Suu Kyi - hanno urgente bisogno di assistenza di emergenza da parte delle agenzie internazionali, Onu compresa". La leader del Lega nazionale si trova agli arresti domiciliari nella sua casa alla perfidia di Yangon, attuale Rangoon, capitale del Myanmar, anch’essa flagellata dall’uragano.

Sulla catastrofe che ha colpito la Birmania è tornato di nuovo il Papa durante l’udienza generale nella quale ha rinnovato il suo appello agli aiuti internazionali per le popolazioni colpite. Nel testimoniare ancora la sua vicinanza spirituale, Benedetto XVI ha chiesto di "aprire il cuore alla generosità per alleviare sofferenze di quanti hanno perso i loro cari, i beni e i mezzi di sussistenza in Myanmar"

 

Gli aiuti. Intanto è possibile effettuare donazioni a sostegno della popolazione della Birmania colpita dal violento ciclone anche tramite Sms. I comitati italiani di Pam e Unicef hanno infatti attivato una raccolta fondi congiunta, a sostegno dell'azione delle due agenzie Onu che si sono immediatamente impegnate nel paese asiatico per soccorrere la popolazione nei distretti più colpiti.

Basterà inviare un Sms al numero 48581 dal telefonino personale Tim, Vodafone, Wind e 3 per donare 1 euro. La donazione sarà di 2 euro chiamando lo stesso numero 48581 dal telefono fisso Telecom Italia. Gli importi (esenti Iva) saranno interamente devoluti a Pam e UNicef per gli

interventi urgenti. Da oggi è anche possibile effettuare anche donazioni bancarie sul conto corrente congiunto Pam-Unicef presso Banca Etica, conto n. 303030, Filiale di Roma, Via Rasella 14, Abi 05018 Cab 03200, "Unicef-Pam per Myanmar".

Anche la Caritas Internazionale, che da anni coopera con la Chiesa locale, ha istituito un fondo per mandare aiuti. Caritas Diocesana di Roma, Causale 'MYANMAR - Ciclone Nagis', Piazza S. Giovanni in Laterano 6 - 00184 Roma Conto corrente postale N. 82881004 (IBAN:

IT77K0760103200000082881004). Bonifico bancario: Banca Intesa - filiale Roma 081 - C/C 000009188568 ABI 03069 CAB 05032 CIN R (IBAN: IT13R0306905032000009188568).

 

Per la Croce Rossa italiana le coordinate sono. c/c postale n. 300004 causale "EMERGENZA BIRMANIA" ; oppure un bonifico bancario BNL agenzia 1 c/c n. 218020 codice ABI 01005 codice CAB 03382 causale "EMERGENZA BIRMANIA"

Per Save the Children: c/c postale n. 43019207 causale "EMERGENZA BIRMANIA" ; oppure un bonifico bancario Banca Popolare Etica codice IBAN IT39U0501803200000000511550 codice BIC-SWIFT CCRTIT2184D causale "EMERGENZA BIRMANIA"

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