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Umanitaria a Milano nel 1923-24
18.05.2008

L'ATTIVITA' DELL'UMANITARIA DI MILANO NEL 1923-1924. Milano - 'Umanitaria e gli emigranti (da "Il Secolo" del 3 maggio 1923) Nell'ultimo numero del bollettino dell'Ufficio dell'emigrazione centrale deisegretariati laici di assistenza agli emigranti, uscito l'altro ieri, è pubblicata una diffusa relazione sull'opera svolta durante lo scorso anno dall'Umanitaria in difesa e a protezione dei nostri nomadi operai.

Si tratta di un'opera altamente civile e umana compiuta dal nostro massimo

organismo di beneficenza, che dalle cifre della relazione emerge in tutta

la

sua imponenza. I relatori signori Sapienza, direttore dell'Ufficio e

Colajacomo, economo, informano anzitutto che la «Casa» ebbe anche nello

scorso anno un notevole movimento, sia per il passaggio dei lavoratori

italiani diretti all'estero o rimpatrianti, sia per quello di emigranti

esteri di transito come pure per un rilevante numero di persone comunque

ricoverate ed assistite. Le persone di passaggio per Milano e beneficiate

dall'Ufficio dell'Umanitaria in tutto lo scorso anno sono state

complessivamente 78.563 e cioè: 55.587 uomini, 9.738 donne e 13.218

ragazzi.

Il movimento degli emigranti segna da solo la ragguardevole cifra di

48.990

persone così suddivise: emigranti all'interno 21.078; emigranti all'estero

21.675; emigranti stranieri di transito 706.

I 21.078 emigranti all'interno rappresentano operai adulti e ragazzi

d'ambo

i sessi transitanti per Milano e diretti nei vari centri industriali

dell'Alta Italia. Questa corrente emigratoria, prevalentemente costituita

da

lavoratori appartenenti alla classe generica dei braccianti (terrazzieri,

manovali, braccianti), si è mantenuta quasi costante in tutti i mesi

dell'anno, con una particolare intensificazione, specialmente per le

donne,

nei mesi di giugno e luglio per il consueto passaggio dei mondarisi e nel

mese di dicembre per il transito di operaie tessitrici provenienti dal

Veneto e dirette in Lombardia e in Piemonte. I 21.675 emigranti all'estero

vanno cosi suddivisi a seconda dei paesi di destinazione: Francia 15.824;

Belgio 2.585; Lussemburgo 1.48; Svizzera 846; Germania 121; Olanda 6;

America del Sud 213; Australia 61.

Da questi dati risulta in maniera evidente come in Francia sia ormai quasi

l'unico mercato di assorbimento della nostra emigrazione in Europa, tenuto

conto che anche la maggior parte degli emigranti con passaporto per il

Belgio e il Lussemburgo erano diretti effettivamente in Francia; che dalla

Svizzera, contro 846 emigranti, si ebbero 947 rimpatriati e dagli altri

Stati europei 188 rimpatriati su 127 emigrati, molti dei quali rimpatriati

in condizioni pietose, tanto che la Casa Emigranti dovette provvedere a

mantenerli e a procurare loro i mezzi di ritornare nei loro Comuni, mentre

molto soddisfacenti si dimostrarono invece le condizioni finanziarie,

morali

e fisiche dei rimpatriati dalla Francia per sospensione in invernale di

alcuni lavori.

Tenuto conto della professione degli operai di passaggio diretti

all'estero,

in paesi europei, si rileva come il miglior contingente sia fornito dai

muratori (6528) e manovali (5284). Seguono poi i minatori con 3292, i

boscaiuoli con 2150 e gli scalpellini con 1467. Sul totale degli operai

emigranti più del 70 per cento appartenevano quindi alle varie categorie

dell'industria edilizia e il resto alle altre due categorie dei minatori e

dei boscaiuoli.

Dopo avere diffusamente accennato ai rimpatriati (4890 uomini, 279 donne e

562 ragazzi), cifre relativamente esigue, e agli emigranti stranieri di

passaggio, i relatori passano ad illustrare le diverse forme di assistenza

svolte dall'Ufficio.

La Casa oltre ad offrire alle persone di passaggio temporaneo ricovero e

refezioni a modico prezzo, prestò la sua assistenza di varia natura a

mezzo

del proprio personale, il quale dovette intensificare la sua opera per la

delicata sorveglianza e verifica dei documenti di espatrio, al fine di

evitare agli emigranti non in regola di essere respinti alla frontiera.

Opera non meno assidua dovette il personale dare per il servizio di

consigli

e informazioni agli emigranti sulle disposizioni man mano emanate dagli

organi centrali di tutela, quali quelle dell'applicazione della marca da

bollo sui contratti di lavoro, del termine di validità delle licenze degli

operai rimpatriati, ecc.

Su oltre 25 mila persone alloggiate nei locali di piazza Miani, dietro la

stazione centrale, 12453 lo furono gratuitamente; la assistenza per i

ragazzi inviati alle cure balneari o climatiche, si compendiò nell'esame e

nella soluzione di 11081 pratiche.

Infine, durante l'anno vennero distribuite 10.150 razioni di pane e

minestra

a favore di emigranti, immigrati, disoccupati, smobilitati, riespatriandi,

ecc. ecc., tutti privi di mezzi. La cucina annessa alla Casa distribuì da

parte sua complessivamente razioni 19.560 di carne con contorno e pane al

prezzo fisso stabilito dalla Direzione di L. 2,80 per razione e 19.800

razioni di pane e minestra al prezzo di L. 1. Con ciò la Casa provvide a

fornire agli emigranti anche vitto a modico prezzo oltrechè ricovero,

sottraendoli allo sfruttamento di disonesti speculatori.

Questi sommari accenni bastano a dare un chiaro concetto di tutto il bene

che la Umanitaria già tanto benemerita per tutte le altre molteplici sue

istituzioni di assistenza sociale e culturale, compie a vantaggio degli

emigranti che tra tutti gli umili sono quelli che hanno più bisogno di

vigili cure e di amoroso patrocinio.

Giudizi esteri sull'operato dell'Umanitaria (1924)

Dalla "Corrispondenza settimanale dell'Ufficio Emigrazione Umanitaria" del

15 aprile 1924

Il giornale Le Soleil - uno dei più importanti quotidiani di Marsiglia -

occupandosi in un suo articolo dell'opera svolta dall'Umanitaria in

Francia,

nel campo della assistenza agli emigranti italiani, si esprime in questi

termini:

«Ecco una Istituzione italiana che ha la sua importanza, sia per il suo

carattere essenziale che per le sue prestazioni. Essa ha per scopo, fra

l'altro, al studiare i problemi dell'emigrazione e di tutelare gli

interessi

degli emigranti.

La sede centrale è a Milano. Altri Uffici sono stati costituiti nei

principali paesi esteri. Quello di Marsiglia conta già dodici anni di

vita,

ed è in buone mani: il segretario delegato, sig. Domenico Zavattero,

compie

la sua missione con molto zelo e competenza. Si tratta d'un amministratore

previdente, sagace e laborioso.

L'Ufficio di Marsiglia si occupa della protezione degli emigranti e dei

residenti italiani che ne chiedono l'assistenza, in numero rilevante.

L'emigrante giunge a Marsiglia per trovarsi un posto da lavorare: egli ha

bisogno di compiere alcune formalità per ottenere il permesso di

soggiorno.

Di tutto ciò l'Ufficio si interessa tanto verso le autorità locali quanto

verso gli Uffici di collocamento. Vengono cosi evitate all'emigrante, e

molto di sovente, una lunga disoccupazione e qualche volta delle

divergenze

colla polizia, riuscendo anche a strapparlo dalle grinfie dei soliti

speculatori. E qualora l'emigrante voglia dirigersi in località più

lontane,

l'Ufficio provvede a mandarlo nelle migliori condizioni.

Ma non basta. L'emigrante residente a Marsiglia, in caso d'infortunio sul

lavoro, trova subito nell'Ufficio le informazioni che gli occorrono in

materia legale e, eventualmente, la difesa dei suoi diritti presso le

Compagnie di assicurazione, il giudice di pace o il tribunale civile.

Quando un italiano ha bisogno di documenti dall'Italia - documenti che si

ottengono con molti ritardi - l'Umanitaria se ne occupa per farglieli

avere

a più presto possibile, alleviando così le incombenze del Consolato

locale.

Migliaia di queste ed altre pratiche vengono esperite, durante un anno. Si

tratta, insomma, d'un piccolo ministero ove regna la massima cordialità.

Senza l'Umanitaria; quanti italiani, analfabeti, ingenui, venuti dalle

campagne, si troverebbero sperduti nella nostra grande città!

Il sig. Zavattero si tiene in continui rapporti con le autorità: egli fa

da

intermediario tra i proprietari delle grandi regioni agricole che chiedono

la mano d'opera italiana. L'emigrante può così avere del lavoro con

maggiore

facilità.

Esaminando l'attività dell'Umanitaria nel 1922 si rimane impressionati dei

risultati ottenuti nelle sue varie prestazioni: assistenza agli

infortunati

sul lavoro, collocamento della mano d'opera, protezione degli emigranti,

soccorso ai bisognosi, rimpatri, pensioni o danni di guerra, ecc., ecc.

Sono oltre 5000 le pratiche trattate e risolte favorevolmente, senza

contare

gli innumerevoli consigli verbali e scritti.

L'Ufficio ha il merito di impedire l'emigrazione clandestina e di rendere,

con questa sua azione, un servizio all'Italia così come alla Francia.

Il sig. Zavattero ha creato delle sottosezioni nell'Estaque, a Gardanne,

Salon, La Ciotat, Aix, Cassis, ove egli compie frequenti sopraluoghi.

L'Umanitaria assolve degnamente il suo compito, e conformemente ai suoi

statuti ed al suo carattere. È una ottima Istituzione sociale che la

colonia

italiana apprezza altamente.

www.umanitaria.it

A cura del Circolo storico della Stampa Lombarda

www.lombardinelmondo.org

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