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Lettera aperta di Elio Veltri a Presidente del Consiglio
20.05.2008

Lettera aperta di Elio Veltri a Presidente del Consiglio . Signor Presidente, nel giorno in cui lei ha chiesto la fiducia alla Camera ha insistito molto sui rapporti che vuole intrattenere con l’opposizione e ha giudicato positiva la costituzione del governo ombra del Partito Democratico. Ora lei sa bene che nei paesi in cui gli organi di informazione si comportano come il cane da guardia dei cittadini nei confronti del potere, almeno in parte svolgono il ruolo di governo ombra denunciando gravi distorsioni e proponendo soluzioni per eliminarle.

E’ di oggi la notizia che la guardia di finanza in un sopralluogo nell’ortomercato di Milano, il quarto in poco tempo, ha scoperto 27 lavoratori in nero sottopagati e senza alcuna garanzia contrattuale. Lasciando da parte il fatto contingente che pure costituisce la spia di un fenomeno generalizzato, tanto grave da verificarsi a Milano, nel più grande ortomercato d’Europa, per anni inquinato dalla presenza di cosche mafiose- imprenditrici, il problema dovrebbe interessare l’intero paese e, quindi, è di ordine generale. Qualche tempo fa il professore De Rita, segretario generale del Censis, ha dichiarato al Corriere che noi viviamo alla grande, ma soprattutto in "nero". De Rita quantificava la ricchezza prodotta in nero nel 40% del totale, ma non specificava se nella percentuale tanto estesa quanto diversa da quella degli altri paesi europei era compresa anche la quota di ricchezza criminale e mafiosa, sulla quale ritornerò.

Sul lavoro nero e sulle conseguenze drammatiche per il paese, per la sua economia, per le casse dello Stato e degli enti previdenziali, oltre che per i diritti dei lavoratori, nel mese di Febbraio si è soffermato il settimanale Economy, della Mondadori, che lei conosce bene.

Il 6 febbraio Economy è uscito con la copertina di colore nero richiamando l’articolo 1 della Costituzione " L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro"… nero.

La sintesi dei servizi, riportata in copertina, era:" L’Inps denuncia: 6 aziende su 10 hanno dipendenti irregolari. Dal 2005 al 2007 sono state scoperte evasioni di contributi per 4 miliardi, mentre il sommerso ne ruba altri 40 all’anno. Viaggio nel vero scandalo italiano".

Il direttore di Economy ha ragione. Questo è un grande scandalo, indegno di un paese civile e vergognoso se al sommerso che troviamo ovunque dalla Calabria, a Milano, da Brescia al Nord Est, aggiungiamo il sommerso da economia criminale e mafiosa. Entrando nel merito, le cifresono impressionanti: tre milioni e mezzo di lavoratori in nero e due milioni di contratti a progetto, che come spiega bene Stefano Scabbio, Presidente di Manpower, agenzia di lavoro interinale, servono a evadere o a eludere i contributi sociali e il fisco. L’evasione contributiva annuale è di 40 miliardi di euro, un terzo del totale versato dalle imprese per pagare l’assistenza e le pensioni dei lavoratori e l’evasione fiscale è di 107 miliardi di euro all’anno. Ma attenzione: i dati ISTAT che quantificano la quota di lavoro irregolare sul PILdi poco superiore al 17%, potrebbero essere sottostimati perché l’OCSE, nel 2004, stimava la quota di economia nera uguale al 27% del PIL. In questo caso evasione contributiva e fiscale aumenterebbero a dismisura e , non bisogna mai dimenticare che è necessario aggiungere il " nero" criminale. Dal 2005 al 2007 l’ispezione di 846 mila aziende ha evidenziato che 522 mila, il 61%, non erano in regola; 534 mila lavoratori erano sotto-inquadrati e di essi 337 mila erano in nero. I contributi evasi nel triennio ammontavano a 4’2 miliardi di euro.

In ogni caso, poiché negli altri stati europei il "nero" non supera il 5% del PIL, l’Italia rimane in condizioni di svantaggio difficilmente colmabili. Le conseguenze sono evidenti e riguardano in primo luogo la politica fiscale che è divenuta una sorta di ossessione nazionale. Infatti, se la ricchezza che si sottrae a qualsiasi controllo, come ricorda De Rita, equivale a 40% del totale, chiunque governi, la coperta sarà cortissima e qualsiasi politica fiscale faccia è destinata ad alimentare polemiche e scontri tra i produttori di ricchezza che le tasse le pagano, sia pure in maniera diversa.

I 1700 ispettori INPS, i 3400 ministeriali e i 500 carabinieri che si occupano di economia sommersa hanno scoperto una vera e propria "antologia delle evasioni" tipica del genio italico che è tanto più genio quanto più è furbo e frega lo Stato e i suoi concittadini.

L’invenzione è semplice: gli imprenditori e le cooperative assumono commesse, operai per la pulizia, facchini di carico e scarico merci, autisti, imbianchini, idraulici, e persino piloti, alcune compagnie aeree, come consulenti Co.co.pro. per " la movimentazione di merci e la customer satisfaction", per "elaborare ricerche di mercato per capire i gusti della clientela", " per studiare nuove e più soddisfacenti forme di cleaning" ecc. In questo modo non versano i contributi, non pagano le tasse, gli stipendi vanno da 800 a 1000 euro e si sottraggono alle responsabilità penali perché il reato di appropriazione indebita dai nuovi contratti non è previsto.

Signor Presidente, sono consapevole che risolvere il problema non è facile e i tempi non sono brevi. Ma in una legislatura un bel taglio si può dare. D’altronde, l’intervento è propedeutico al contrasto rigoroso alla mafia SpA. Sono due condizioni per avviare il paese alla normalità europea.

Fonte: http://www.democrazialegalita.it

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