Il 21 Maggio a Genova è stato annunciato l'avvio della raccolta differenziata Porta a Porta nel quartiere di Sestri, con la partecipazione di 2.380 famiglie e 115 esercizi commerciali.Dopo la presentazione del nuovo piano di gestione dei Materiali Post Consumo e l'avvio del Porta a Porta nel quartiere di PonteX , questo è il terzo passo per la realizzazione del Modello Genova , un modello di gestione dei materiali post consumo di una grande città , in assoluta controtendenza rispetto al panorama nazionale.
A Genova, se tutto andrà come deve, in pochi anni riusciremo a ridurre
significativamente la produzione alla fonte, a riciclare gran parte
dei nostri scarti, ad avviare a trattamenti biologici gran parte degli
scarti biodegradabili. E quello che resterà non giustificherà dal
punto di vista dei costi, nessun "termovalorizzatore" il sistema di
smaltimento dei rifiuti più costoso che mente umana sia mai stata
capace di inventare.
Sarà possibile riuscire in questa impresa se collettivamente sapremo
riconoscere il reale valore economico che hanno i nostri scarti.
I miei fedeli lettori sanno quanti euro paga il Consorzio Nazionale
Imballaggi (CONAI) per ogni tonnellata di carta, plastica, alluminio,
acciaio, vetro raccolti separatamente, grazie all'opera delle famiglie?
Ecco le cifre, secondo l'ultimo accordo: carta, 91 €; plastica, 262 €;
alluminio, 398 €; acciaio, 78 €; vetro 310 €.
Se vi sembra poco, forse vi interesserà sapere che oggi, il carbone
che fa marciare le nostre centrali è pagato 70 € a tonnellata!
In base a stime attendibili, una famiglia media italiana, è in grado
di separare correttamente in queste cinque frazioni merceologiche
oltre l'80% dei propri scarti. Questo significa che l'italiano medio
sa riconoscere di che cosa è fatto l'oggetto che ha terminato le sue
funzioni domestiche e se ben informato, lo stesso italiano medio non
ha dubbi su cosa mettere nel mastellino dell'umido per la sua raccolta
differenziata.
Questo significa anche che l'80% degli scarti prodotti dalle famiglie
è riciclabile e che il sistema di raccolta Porta a Porta, che è in
grado di sfruttare al massimo queste capacità dei cittadini, ci
permetterà entro la fine dell'anno di passare dall'attuale misero 14%
al 60-70%. Si accettano scommesse.
E a questo punto proviamo a stimare quanto valgono per il CONAI tutti
gli scarti riciclabili dei genovesi, pari a 93.600 tonnellate annue:
13 milioni di euro. Tredici milioni di euro che che oggi , in gran
parte letteralmente buttiamo in discarica!
Ribadiamo il concetto: se tutti i genovesi fossero messi in condizione
di separare al meglio i propri scarti, il Comune riceverebbe ogni
anno dal CONAI 13 milioni di euro.
E i conti non finiscono qui, in quanto il riciclo ci permette di
risparmiare sui costi di smaltimento, che in Italia si aggirano sui
90€ a tonnellata; questo significa che Genova se riuscisse a
realizzare a pieno il proprio modello, ogni anno risparmierebbe 8,4
milioni di euro per evitato smaltimento.
Pertanto se tutte le famiglie genovesi fossero messe i grado di
sviluppare al massimo le proprie possibilità , il loro lavoro di
separazione alla fonte dei propri scarti, varrebbe complessivamente
circa 21 milioni di euro, un quarto del bilancio della Azienda
Municipale di Igiene Urbana.
Certo, ci sarà sempre una quota di cittadini che se ne strabatte, ma
quelli che fanno e faranno coscienziosamente la raccolta differenziata
devono avere un sostanziale ritorno economico a compenso del loro
lavoro: pagare una tariffa rifiuti proporzionale alla quantità di
scarti indifferenziati da loro effettivamente prodotti. E questo
obiettivo di giustizia contributiva ( si paga per quanto si butta) è
possibile solo grazie al sistema di raccolta Porta a Porta, la vera
rivoluzione copernicana del Modello Genova, che da sola manda in
soffitta discariche e termovalorizzatori.
fonte: Federico Valerio