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Pensioni: ancora scontro nella maggioranza
6.08.2003

La politica chiude i battenti per la pausa estiva, ma lo scontro ormai quotidiano nella Casa delle libertà non va in vacanza. Il nuovo fronte aperto nella maggioranza si chiama riforma delle pensioni, tema che occupa gran parte delle pagine dei quotidiani italiani. Questa volta lo scontro sulla previdenza oppone la Lega all'Udc con Alleanza Nazionale inquieta spettatrice del dibattito.
Il nodo della questione, ancora una volta è rappresentato dalle pensioni di anziantità e dal pubblico impiego. I centristi, mossi dalla duplice esigenza di ricalibrare i rapporti interni alla maggioranza e di non lasciare campo aperto ad An corrono in soccorso dei dipendenti pubblici. Ora è il turno del ministro Buttiglione: "La nostra linea sulle pensioni è semplice. Non vediamo alcun motivo per punire i dipendenti pubblici". Insomma l'Udc si mette di traverso e spedisce un messaggio di cristallina chiarezza all'inquilino di via xx Settembre soprattutto dopo che nei giorni scorsi l'ipotesi del 'taglio' della previdenza per ministeriali, insegnanti, medici, poliziotti e miltari si era affacciata con prepotenza.
L'unico dato certo è che la riforma si farà. Lo annuncia apertamente il ministro del Welfare Maroni che fissa anche la scadenza temporale "entro la fine dell'anno". L'obiettivo resta "l'innalzamento dell'età pensionabile come è scritto nella delega".
Opposto il parere di Cesare Damiano, responsabile DS per il Lavoro: ''Non ci sono riforme da fare perche' sono gia' state fatte negli anni '90. Non ci sono strade alternative da inventare'' rispetto a quelle gia' tracciate. ''Le riforme Dini e Prodi – spiega - devono essere integralmente applicate perche' stanno portando i risultati attesi'' Cosi' come, auspica, ''sarebbe fondamentale far decollare integralmente le pensioni integrative'', ma ''non attraverso una imposizione ai lavoratori come vuole il governo, ma attraverso la formula del silenzio assenso che riconosca il diritto ai lavoratori che aderiscono ad un fondo pensione di recedere''.
Damiano, giudica inoltre ''devastante il rincorrersi di annunci, smentite, e questo saltabeccare del governo dalla messa in discussione delle pensioni di anzianita' agli annunci di tagli alle pensioni dei dipendenti pubblici''. Si tratta, spiega, di ''un modo di fare da parte di Maroni, Tremonti e altri esponenti dell'esecutivo che ottiene il solo risultato di gettare scompiglio e far crescere l'allarme tra i cittadini, spingendo i lavoratori ad andare in pensione il piu' rapidamente possibile''.
A creare ulteriore bagarre ci pensa il ministro per le Riforme Umberto Bossi, che a cavallo dell’ormai esausto slogan Roma ladrona accusa: "I difensori del banchetto di Roma ladrona devono togliersi dalla testa che il Nord, costretto a mantenere tutti quanti, metta sul piatto le sue pensioni". "E' logico che questa sia la nostra posizione. La Lega è il partito del nord, e qui è concentrato l'80% delle pensioni del settore privato. I veri interventi su questo fronte - sottolinea - devono riguardare anzitutto le false pensioni di invalidità, quindi le pensioni del comparto agricolo al Sud, che spesso sono delle truffe".
Forse Bossi dimentica che ''il giro di vite sui falsi invalidi lo diede il governo Prodi con il ministro Ciampi'' afferma Livia Turco, responsabile welfare dei DS. ''La nuova crociata di Bossi, operai contro invalidi ed impiegati, non aiuta certo la causa della pensioni di anzianita. Affamare i disabili per difendere gli operai - prosegue la Turco - e' una delle trovate simili allo sparare agli immigrati: involgariscono il nostro Paese ma lasciano il tempo che trovano. Chi conosce bene la materia sa che oggi nelle pensioni di invalidita' c'e' molto poco assistenzialismo e ci sono invece le carenze del welfare. La Turco consiglia inoltre a Bossi di mettersi d'accordo con Maroni e Berlusconi che avevano promesso l'aumento delle pensioni al minimo, mai arrivate a 6 milioni di pensionati che ancora attendono, e delle pensioni di invalidita'.
''Prendiamo atto – continua - che le pensioni per la Cdl sono un problema di controllo del territorio: al Nord la Lega, al Centro An, al Sud l'Udc. Resta una curiosita': dove si colloca Forza Italia?''.
''E' fin troppo chiaro - conclude la Turco - che cosi' non si va da nessuna parte''.
Fari accesi, quindi, sul mese di settembre quando gli ombrelloni saranno chiusi, i cancelli delle fabbriche di nuovo aperti e i tavoli del confronto sociale riconvocati.

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