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Summit mondiale sul clima. Italia chiede: ridurre gli obiettivi
26.05.2008
Summit mondiale sul clima Per il 2020 nessun impegno - L'Italia chiede: ridurre gli obiettivi - da www.unita.it

I ministri dell'ambiente del G8 riuniti in Giappone hanno espresso lunedì la loro «volontà politica» di andare verso una riduzione di metà delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050. Si tratta di un impegno politico ancora molto timido rispetto alla drammatica necessità di abbattere i livelli di anidride carbonica e gas serra.

La dichiarazione del G8, diretta a preparare il terreno per il vertice del G8 in luglio in Giappone, precisa anche che è responsabilità dei paesi ricchi di dare l'esempio in termini di diminuzione delle emissioni di anidride carbonica.

Niente da fare invece per un'intesa a medio termine sugli obiettivi da fissare per il 2020. L’intesa su questo non è stata raggiunta nel summit dei ministri dell'ambiente dei Paesi del G8 riunitisi a Kobe.

La riunione di Kobe si è tenuto nell'ambito del processo avviato dalle Nazioni Unite per arrivare entro il dicembre 2009 al nuovo accordo che sostituirà quello di Kyoto, la cui prima la fase termina nel 2012.

L'Unione Europea vorrebbe che Stati Uniti e Giappone si impegnassero per una riduzione delle emissioni compresa fra il 25% e il 40% dei livelli attuali entro il 2020. Ma per il momento su questo obiettivo non è stato possibile arrivare a un accordo. Nella sessione di apertura, gli ambientalisti avevano sollecitato interventi urgenti contro le emissioni di gas serra a fronte del rapido aumento delle temperature terrestri, registrato dagli scienziati. Un aumento che minaccia di moltiplicare i fenomeni di siccità e inondazioni e compromette lo sviluppo economico.

La prima giornata di lavori a Kobe ha però fatto emergere le persistenti divisioni sulle modalità per contrastare i cambiamenti climatici. I rappresentanti degli imprenditori giapponesi hanno chiesto l'impegno dei Paesi in via di sviluppo presenti al vertice in qualità di osservatori (Sudafrica, Australia, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia e Messico), mentre responsabili brasiliani si sono espressi a favore di consistenti trasferimenti di tecnologie e di aiuti ai Paesi poveri.

L’Italia poi, con l’intervento della neo ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, ha chiesto di ridiscutere in ambito europeo gli obiettivi addirittura del protocollo di Kyoto, cioè la diminuzione dei gas serra per una quota del 6,5 percento entro il 2012. La stessa Prestigiacomo ha dovuto ammettere che in Italia invece di diminurle, le emissioni dal 1990 si sono impennate del 12 percento. E questo malgrado l’impegno del precedente governo di promuovere un ulteriore abbattimento del 18 percento entro il 2020.

I ministri europei dell’Ambiente si rivedranno il prossimo 5 giugno. E la linea del nuovo governo italiano invece di essere quella di aumentare gli investimenti per attuare una più decisa politica in direzione del risparimio energetico e dell'aumento delle energie rinnovabili, sembra rimanere quella di ricontrattare a ribasso gli obiettivi ambientali, con la motivazione della crisi economica. esattamente l'opposto di quello che chiedono le associazioni ambientaliste, che vorrebbero un impegno deciso per raggiungere gli impegni già sottoscritti per il 2012 e un piano per ridurre del 30 percento le emissioni serra entro il 2020.

Intanto il governo Giapponese, ospite sia del summit di Kyoto che del vertice di Kobe, ha avanzato le sue proposte per limitare i danni ambientali e climatici dell’effetto serra. Tre direttive d'azione internazionale sui problemi ambientali, proposte dal governo giapponese, sono state approvate nel corso del vertice dei ministri dell'ambiente del G8 che si è concluso oggi a Kobe. Le direttive, che costituiscono promesse di impegno e non iniziative vincolanti, porteranno il nome della città portuale del Giappone centro-occidentale: Kobe Initiative, Kobe 3R Action Plan e Kobe Call for Action for Biodiversity. La prima (Iniziativa di Kobe) riguarda la costituzione di una rete internazionale di ricerca sulle società con basse emissioni di anidride carbonica (low-carbon society), l'analisi sul potenziale di mitigazione dei gas nocivi bottom-up (ossia partendo da singoli settori e industrie), la promozione di co-benefici tra politiche dei Paesi industrialmente avanzati e politiche dei Paesi emergenti. Infine, il supporto ai paesi emergenti per la misurabilità e verificabilità dei dati. Il Piano Kobe di azione 3R si propone, si legge nel comunicato finale del vertice ambientale degli Otto Grandi, di accelerare sulla proposta - inizialmente ideata al G8 del 2004 in Canada - di riduzione, riutilizzo e riciclo delle risorse e dei rifiuti, al fine di un più efficiente uso dei materiali. Si sollecita una maggiore collaborazione internazionale, oltre alla fissazione di target in ogni Paese, lo sviluppo delle tecnologie relative e l'incoraggiamento delle creazione di un mercato di prodotti eco-efficienti. La Richiesta di azione sulla Biodiversita, infine, incoraggia la piena attuazione delle dieci attività incluse della Iniziativa di Potsdam-Diversità Biologica 2010 e preme per l'adozione di un target post-2010 sotto l'egida della Convenzione sulla Diversità Biologica: un modello preso a riferimento è la giapponese Satoyama Iniziative, relativa alla gestione sostenibile delle risorse naturali.

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