30.05.2008
"UNITA' PER IL REIMPIEGO": I RISULTATI DEL PROGETTO NATO DALLA INNOVATIVA PARTNERSHIP TRA SOGGETTI PUBBLICI E PRIVATI DEL TERRITORIO TREVIGIANO 456 lavoratori in mobilità o cassa integrazione e residenti in provincia di Treviso coinvolti in percorsi di ricollocazione fortemente personalizzati.
E' tornato al lavoro il 57,9% dei partecipanti.
"L'Unità per il reimpiego di Treviso. Un caso di governo delle politiche del
lavoro": è questo il titolo della pubblicazione, presentata oggi giovedì 29
maggio presso la Camera di Commercio di Treviso, che racchiude i risultati
dell'impegnativo progetto "Unità per il reimpiego", finanziato dalla Camera di
Commercio e volto ad agevolare l'incontro tra domanda espressa dalle imprese e
i lavoratori non attivi, favorendone il reimpiego.
Il percorso, avviato a livello operativo nel maggio 2006, presenta numerosi
aspetti innovativi: a cominciare dalla partnership che l'ha voluto, ideato e
realizzato, costituitasi nell'Associazione temporanea di scopo (ATS) che vede
come capofila Treviso Tecnologia, azienda speciale della Camera di Commercio di
Treviso (ente che ha finanziato il progetto), e come soci Unindustria Treviso,
Confartigianato, CNA, Casartigiani, Unascom, Coldiretti (parti datoriali), e
CGIL, CISL e UIL provinciali (parti sindacali), e come partner la Provincia di
Treviso (il progetto è previsto nel Piano Strategico).
"La vera forza del progetto - ha esordito Federico Tessari, presidente della
Camera di Commercio - è il fatto di essere un percorso di accompagnamento che
ha come focus il capitale umano, vero centro del nostro sistema economico".
"In un momento di difficoltà del territorio, tutti gli attori sociali si sono
riuniti in una logica propositiva, - ha spiegato l'Assessore provinciale al
Lavoro Denis Farnea - al di là dei dati numerici incoraggianti, l'aspetto più
importante è l'aver concertato un accordo tra pubblico e privato. Da questo
accordo di governance del territorio è scaturito anche il prossimo Piano
Provinciale del Lavoro recentemente presentato in Provincia". Infatti, il
progetto, in cui sono stati coinvolti 456 lavoratori in mobilità o in cassa
integrazione residenti in provincia di Treviso, ha potuto contare sull'apporto
dei Centri per l'impiego della Provincia (CPI) sulla base delle liste di
mobilità , su casi aziendali noti, segnalazioni delle associazioni di
categoria, autocandidature ed anche su una decina di agenzie di
somministrazione del lavoro. "Lo scopo ultimo del progetto - ha sottolineato
Roberto Santolamazza, direttore di Treviso Tecnologia - è stato quello di
offrire ai lavoratori, un panorama quanto mai eterogeneo per età , titolo di
studio, esperienza e provenienza lavorativa, un'occupazione stabile e non una
soluzione "tappabuchi"".
La collaborazione con la Provincia ha permesso di definire un innovativo
insieme di azioni di orientamento e formazione, finanziato da risorse
economiche aggiuntive proprie: seminari orientativi, percorsi di orientamento
formativi, percorsi di accompagnamento all'inserimento lavorativo. Non solo,
sono stati previsti anche percorsi di "prima formazione" con lo scopo di
aiutare i lavoratori a migliorare le competenze trasversali basilari per un
efficace inserimento nel mondo del lavoro, percorsi di aggiornamento o
riqualificazione. In sostanza, percorsi formativi personalizzati elaborati in
funzione di un progetto professionale che hanno permesso di sostenere quei
processi di cambiamento personale e professionale che un percorso di
ricollocazione richiede e che hanno rappresentato, oltre che uno spazio di
confronto per tutta la durata del progetto, anche un terreno di condivisione e
collaborazione tra servizi pubblici, enti e agenzie.
Apprezzabili i risultati: al termine del progetto, che si è concluso con il
2007, dei 456 lavoratori coinvolti ne sono stati ricollocati 264, il 57,9 per
cento del totale.
Paolino Barbiero, segretario provinciale della Cgil intervenuto in
rappresentanza delle parti sindacali, ha evidenziato che le crisi aziendali
sono più che raddoppiate nel primo trimestre del 2008 rispetto al medesimo
periodo 2007 (36 contro 15) e che i nuovi ingressi nelle liste di mobilità nel
primo trimestre 2008 hanno subito un incremento del 5% rispetto al periodo
corrispondente 2007. E ha sottolineato come il progetto sia il primo caso nel
territorio di investimento rivolto ai lavoratori concordato con le parti
sindacali; "L'augurio - ha aggiunto - è che da attività sperimentale esso
possa diventare un servizio strutturato".
Al convegno è intervenuto anche Giuseppe Antonello del coordinamento delle
associazioni datoriali, che, tra i punti di forza del progetto "Unità per il
reimpiego" ha puntato i riflettori sull'integrazione con altri percorsi
analoghi, sull'azione educativa svolta nei confronti dei lavoratori, sulla
valorizzazione di stage e tirocini e sul fatto di favorire l'impiego in aziende
medio piccole, il vero tessuto economico locale. Antonello ha però elencato
anche alcune criticità , tra queste l'entrata a regime non immediata del
sistema avviato dal progetto, la difficoltà di contattare i lavoratori e le
reticenze delle agenzie di lavoro e dell'opinione pubblica.
Sergio Rosato, direttore di Veneto Lavoro, ha però spiegato come, in realtà ,
tali criticità non siano proprie del progetto ma siano legate a carenze
strutturali del processo di adeguamento del mercato del lavoro moderno.
Quali prospettive ora? "Il progetto, sperimentale, si è chiuso - ha concluso
Santolamazza - tuttavia ha gettato importanti basi per azioni future,
valorizzando la collaborazione tra attori del territorio".
Ufficio stampa Treviso Tecnologia
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