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Epifani: i nostri valori al lavoro
2.06.2008

Epifani: i nostri valori al lavoro . Porre al governo la priorità di un intervento fiscale redistributivo, dal valore di 5-6 miliardi di euro, sui redditi da lavoro dipendente e da pensione dal valore di 400 euro a testa. Un no secco alla detassazione degli straordinari e delle parti variabili del salario che hanno il solo effetto di dividere i lavoratori. Maggiore attenzione a prezzi e tariffe. Ma, soprattutto, il rilancio della contrattazione ritornando "a sporcarci le mani" nei luoghi di lavoro e nei territori. Sono questi alcuni degli argomenti che il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha affrontato nel corso della sua relazione – I valori al lavoro – all’apertura dei lavori della Conferenza di Organizzazione della Cgil Nazionale. Una conferenza che si svolge dopo 15 anni dall’ultima (novembre ’93) ma, soprattutto, a pochi giorni dal "vero e proprio terremoto" delle ultime elezioni politiche. Una relazione perciò inevitabilmente politica ma che allo stesso tempo si pone "tre chiari obiettivo, tre scelte di fondo che sono tre sfide": riprogettare il paese riprendendo la parola d’ordine del XV congresso, rilanciare la contrattazione, l’essere della Cgil una rete di servizi e di solidarietà e cittadinanza attiva.

Il nuovo quadro politico pone la Cgil di fronte a domande ineludibili ma, allo stesso tempo, nuove sfide: "Costruiamo obiettivi possibili - ha detto Epifani rivolto al nuovo esecutivo - perchè solo così il Paese può uscire dai suoi problemi e recuperare il terreno perso in questi anni: questo e' il suggerimento e l'invito che si può rivolgere al governo, insieme con l'augurio che, se si vorrà davvero dialogare con il sindacato, si abbia volontà e capacità di ascolto, perchè in caso contrario il dialogo non può funzionare e prima o poi finirà". Anche se al momento sono diversi i punti di contrasto con il governo, sulle prime misure prese e su quelle annunciate: come sul tema dell'immigrazione, della politica economica, della gestione della vicenda Alitalia, delle prime dichiarazioni sul nucleare e, ultimo, ma solo in ordine di tempo, della vicenda degli statali. "Il quadro che avanza - ha osservato il segretario generale della Cgil passando in rassegna le prime mosse dell'esecutivo - non ci rassicura e lo riscontriamo già dai primi provvedimenti presi, in quelli che si annunciano, in quelli che sono in preparazione". Ed è per questo motivo che è bene stabilire da subito "Patti chiari e amicizia lunga".

Non mancano riferimenti alla controparte, la nuova Confindustria di Emma Marcegaglia, "un interlocutore serio e rigoroso, una donna di impresa che conosce i risvolti del lavoro industriale, il bisogno del confronto con il sindacato, il rispetto reciproco". Quello stesso rispetto, puntualizza Epifani, "che è mancato, mi dispiace dirlo, in qualche attacco del presidente uscente di Confindustria". Corposo il passaggio sulla contrattazione, la missione del sindacato, eppure adesso sotto attacco in un contesto dove riaffiora un certo "paternalismo ottocentesco": si punta a deregolamentare i rapporti di lavoro, "la globalizzazione è senza regole" e sono "cadute le protezioni statuali" restringendo sempre di più gli spazi di manovra e i poteri dell’azione contrattuale. "Dobbiamo ritornare a sporcarci le mani" invita Epifani dal palco, perché è nella contrattazione, sia nazionale sia di secondo livello, "che si difende la dignità delle persone, si allarga la scelta dello stare assieme e di farsi sindacato". Un particolare invito lo lancia a favore della contrattazione nel territorio e sociale (dal confronto sui bilanci comunali agli accordi sulla fiscalità locale), ricordando che "c’è troppa distanza ancora tra le possibilità che abbiamo e quello che concretamente facciamo".

Sul dibattito per la riforma del modello contrattuale, riferendosi al documento unitario Cgil Cisl Uil, dice: "Una proposta alta, ambiziosa, una mediazione di grande valore che mantiene e qualifica le sue funzioni, a partire da quelle salariali, con indicatori nuovi e più sensibili al costo della vita, indispensabili in un fase di ricrescita dell’inflazione". E che si accompagna all’estensione del secondo livello, che andrà "potenziato a livello aziendale, di sito, di filiera e di territorio per le piccole aziende che non hanno la contrattazione", con un salario aziendale "che andrà correlato a una serie di indicatori, non a uno solo". Quanto alle prime valutazioni dei lavoratori sul documento di rifomra della contrattazione, Epifani commenta: "Le prime assemblee dimostrano che c’è apprezzamento per la proposta unitaria e la volontà di pesare, orientare, le scelte sulla propria condizione di reddito, normativa e di lavoro. Dobbiamo usare questi giorni per un confronto più esteso possibile con il mondo del lavoro e alla fine trarremo dallo svolgimento delle assemblee, una valutazione quantitativa e di merito che ci dirà se siamo partiti con la determinazione giusta". Da qui partirà il confronto con Confindustria: "Non sarà una trattativa facile, come sempre, e più difficile di altre. Diventeranno un problema le diverse impostazioni delle controparti, il possibile gioco tra di loro, le stesse differenze che vi sono tra i settori in Confindustria. Non è una sfida tra chi è più furbo e chi è più fesso".

Non mancano i riferimenti alla condizione economica e sociale del Mezzogiorno, un deferente omaggio alle vittime di Mafia come Falcone e la sua scorta, e al crescente clima di intolleranza nel paese. Sul mezzogiorno, sul cancro della criminalità organizzata, non bisogna abbassare la guardia perchè c’è il rischio "che il nuovo governo sia più attento a porsi il problema della piccola criminalità che di quella grande", dimenticandosi che spesso "la grande criminalità alimenta la piccola e si ripara dietro di essa". Mentre sul clima di intolleranza, dopo la critica forte all’ipotesi avanzata dal governo di introdurre il reato di immigrazione clandestina "che non ci trova d’accordo, contrario a tutte le norme europee, alla nostra Costituzione, offende il buon senso perché rende reato una condizione, qualche volta neanche scelta liberamente" è forte il grido di Epifani contro l' intolleranza: "basta alle ronde, basta alla caccia al diverso, basta ai fatti del Pigneto e dell’Università di Roma".

Con questo quadro e con i compiti per una organizzazione come la Cgil, dice il segretario generale, "abbiamo bisogno di un sindacato aperto e democratico", una Cgil "forte e rappresentativa, meno burocratica, più flessibile e che aumenti la qualità delle sue radici". Un sindacato che punta alla ricerca e alla formazione, che dovrà divenire "di massa, costante e permanente", anche grazie "alla scuola di Ariccia che tra poche settimane comincerà a essere riqualificata e ricostruita". Una Cgil che trova la sua identità nella memoria, un patrimonio enorme da mettere a disposizione dei giovani e che, soprattutto, si fonda sulla "libertà, un’uguaglianza non subita, che ti dà un senso, una dignità, che il sindacato nelle sue pagine più alte ha saputo incarnare, dando voce a chi non l’aveva e liberando molti e molte". Quella libertà, ha concluso Epifani tra gli applausi, che abbiamo ritrovato "nei giorni scorsi in un paese dell’Umbria, nelle parole di un anziano pensionato che lavora ancora nei campi per vivere: il sindacato è quello che ci difende".

fonte: http://www.servizicgil.lombardia.it:80/IT/News/valori.htm

 

 

 

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