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CARITAS VICENTINA TRACCIA UN BILANCIO DELLA SUA MISSIONE
2.06.2008

"FAR ESSERE FACENDO": CARITAS VICENTINA TRACCIA UN BILANCIO DELLA SUA MISSIONE PER GLI ANNI 2006 E 2007 Un tentativo di rendere visibile con trasparenza quanto realizzato e che non è misurabile "in soldoni": tutto quel patrimonio inestimabile di progetti, relazioni, lavoro di rete, volontariato ed attività formative che costituisce il fulcro del suo impegno. E' questo il bilancio di missione che la Caritas diocesana ha presentato oggi: un documento redatto a partire dai dati della propria attività negli anni 2006 e 2007, una fotografia che non si sarebbe mai riusciti a "scattare" utilizzando il normale strumento del bilancio economico.

"Il bilancio di missione della Caritas diocesana – spiega il direttore don Giovanni Sandonà - è prima di tutto un impegno alla verifica per noi stessi, un costringerci alla qualità della prossimità. E' lo strumento con cui tentiamo di capire se siamo stati fedeli alla nostra mission: la Caritas è infatti un organismo pastorale chiamato ad animare sul versante della carità le comunità cristiane, non un ente assistenziale fine a se stesso. Ma crediamo che questo documento possa tornare utile anche a tutta quella rete di soggetti, ecclesiali, istituizionali, del terzo settore ed altro, che a diverso titolo si rapportano con la Caritas".

Si tratta del secondo approccio del genere: il primo bilancio sociale della Caritas diocesana risale infatti al 2004.

Nei due anni presi in esame Caritas Vicentina attraverso il suo braccio operativo, l'associazione Diakonia Onlus, ha gestito 28 (nel 2006) e 25 (nel 2007) servizi-segno, raggiungendo con essi rispettivamente 3.779 persone in difficoltà nel 2006 e 2.973 nel 2007. Fra i servizi più significativi in quanto a numeri di persone aiutate vi è il ricovero notturno invernale d'emergenza e gli sportelli accoglienza e di sostegno alle donne in difficoltà. Il personale remunerato, per lo più a part time, conta 34 persone nel 2006 e 37 nel 2007, ma il dato più significativo, che racconta bene quel "far pensare facendo" che caratterizza la Caritas, sono le più di mille persone che ogni anno fanno volontariato con essa (sono state 1.073 nel 2006 e 1.086 nel 2007), la maggior parte delle quali ha operato consentendo l'apertura per i cinque mesi invernali del ricovero notturno, attraverso il servizio in sala, l'accoglienza, la sorveglianza notturna e la preparazione e la distribuzione dei pasti. Una conferma del peso dei volontari viene dal rapporto con il numero del personale retribuito part time: una persona retribuita ogni 32 volontari nel 2006 e una ogni 29 nel 2007.

Quanto agli aspetti pedagogici, essi si sviluppano principalmente in due direzioni. Esso sono le attività di formazione (dei volontari, delle parrocchie ma anche di altri soggetti) e la capacità di fare rete. In due anni, la Caritas ha complessivamente formato ed animato per ben 2.709 ore, poco meno di tre ore al giorno, per sette giorni alla settimana. Per quel che riguarda le persone convolte, il totale per il biennio è di 5.798. Quanto alla rete con altre realtà, essa comprende un lungo elenco di Caritas parrocchiali e vicariali; la Caritas italiana e le altre Caritas del Triveneto; gli altri uffici diocesani e la Curia; le istituzioni, il volontariato, l'associazionismo, le cooperative sociali, le associazioni di categoria ed altri soggetti ancora.

Su un altro versante, va sottolineata poi l'attività di rete con i vicariati: la Caritas diocesana ha scelto infatti negli ultimi anni di impegnarsi molto di più nel territorio, consentendo così il rafforzamento della presenza Caritas nei vicariati e nelle parrocchie.

Quanto ai bisogni che la Caritas intercetta, da una loro lettura ed intepretazione emerge sempre con maggior forza come la fragilità maggiore per tante persone non è data in sé dai problemi di tipo economico, quanto dalla qualità delle relazioni su cui la persona può o non può contare: "È sempre più la relazione interpersonale a fare cilecca – spiega don Giovanni Sandonà - e a mettere in crisi tanti adulti, indifferentemente dal loro status economico: povertà significa prima di tutto relazioni fragili, deboli ed insipide. Ed è quindi proprio dalla qualità delle relazioni che occorre ripartire e i servizi attivati dalla Caritas negli ultimi due anni dimostrano che quando la relazione fra i volontari e la persona in difficoltà è centrata sulla qualità, i risultati arrivano". Una visione dei bisogni confermata dai numeri delle esperienze più significative: dalla relazione con e fra i detenuti in fase di reinserimento socio-lavorativo (più di ottanta le persone avvicinate dal progetto "Il lembo del mantello" in due anni) alle circa 120 persone con sofferenza mentale che ogni anno trovano nuovi amici grazie al gruppo di auto mutuo aiuto per il disagio psichico "Davide & Golia"; dai 561 colloqui in due anni realizzati dai volontari degli sportelli per il microcredito (208 i nulla osta al prestito rilasciati, mentre per tutti gli altri fondamentale sono stati proprio la relazione instaurata con i volontari e i loro preziosi consigli) alle 547 persone che hanno trovato ascolto presso gli sportelli di consulenza ed informazioni legali; dalle 384 donne passate per lo "sportello donna" ogni anno ai più di 1500 interventi in favore delle vittime della prostituzione coatta; dai 441 colloqui svolti dall'Agenzia sociale per la casa ai 61 ascolti di famiglie rom e sinti con bambini.

NEI PROSSIMI GIORNI IL BILANCIO DI MISSIONE SARA' DISPONIBILE SUL SITO WWW.CARITAS.VICENZA.IT  

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