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Resoconto parlamentare sul no alle bombe a grappolo
7.06.2008

Il resoconto parlamentare che ha portato ad un voto unanime al senato sul bando delle bombe a grappolo.Come sapete, qualche giorno dopo la convenzione è stata sottoscritta da 109 paesi, esclusi, al solito, i maggiori produttori ed utilizzatori di tali bombe (Cina, India, Israele, Pakistan, Russia, Stati Uniti).

Moltissimo quindi resta ancora da fare, a cominciare dalla ratifica del trattato da parte dei singoli paesi, che richiederà anni (come spesso accade, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti).

Devo alla cortesia del prof. Ichino il resoconto del dibattito parlamentare che ha portato ad un voto unanime al senato sul bando di queste bombe.

E' un po' lungo, ma ho trovato la sua lettura "istruttiva". Riporto di seguito il resoconto sommario, avendo tolto solo alcune parti che non riguardano l'argomento.

Un cordiale saluto a tutti

Piero Basso

Legislatura 16º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 010 del 28/05/2008

RESOCONTO SOMMARIO

Discussione delle mozioni nn. 3 e 4 sulla messa al bando delle bombe a grappolo (Procedimento abbreviato, ai sensi dell'articolo 157, comma 3, del Regolamento)

Ritiro delle mozioni 3 e 4. Approvazione dell'ordine del giorno G1

AMATI (PD). Illustra la mozione n. 3, che impegna il Governo ad assumere una posizione netta a favore della messa al bando delle bombe a grappolo (cluster bomb), nell'ambito della Conferenza che si sta svolgendo a Dublino sull'argomento, e a sviluppare un'iniziativa diplomatica affinché la comunità internazionale addotti a tal fine uno strumento giuridicamente vincolante. La pericolosità delle cluster bomb è dovuta al fatto che tali ordigni prima dell'impatto con il suolo si frammentano in submunizioni, un'alta percentuale delle quali resta inesplosa, trasformandosi in vere e proprie mine antipersona, che richiedono operazioni di bonifica complesse, difficili e pericolose. Utilizzate in numerose aree di conflitto, tra cui in Iraq e in Libano, la loro messa al bando è stata recentemente anche oggetto di un appello da parte del Pontefice. L'Italia rientra purtroppo tra i Paesi che producono e detengono tali ordigni. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).

CONTINI (PdL). Illustrando la mozione n. 4, sottolinea l'estrema pericolosità e le devastanti conseguenze delle bombe a grappolo sulla popolazione civile, in particolar modo sui bambini; il loro utilizzo contrasta con le norme di diritto internazionale a protezione delle popolazioni civili e rappresenta una palese violazione dei diritti umani. L'Italia, da sempre impegnata a livello internazionale per la messa al bando di tali armamenti, ha il dovere di svolgere un forte ruolo propulsivo, insieme all'ONU e all'Unione europea, per il conseguimento della messa al bando delle bombe a grappolo, adoperandosi per l'adozione, nell'ambito della Conferenza di Dublino, di uno strumento giuridicamente vincolante. Le forti aspettative delle organizzazioni e degli Stati impegnati su tale fronte sono state recentemente incoraggiate dalla disponibilità della Gran Bretagna a smantellare il proprio arsenale e dal significativo sostegno ricevuto dal pontefice Benedetto XVI. (Applausi dai Gruppi PdL e IdV).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione.

PETERLINI (UDC-SVP-Aut). È fortemente auspicabile che la Conferenza di Dublino pervenga alla redazione di una bozza definitiva di trattato internazionale per la messa al bando delle cluster bomb; va tuttavia rilevato con rammarico che alla suddetta Conferenza non partecipano i principali Paesi produttori di tali ordigni (Stati Uniti, Russia, Israele, Cina e Pakistan) e che la stessa Italia, da sempre in prima linea in questa battaglia, rientra tra i Paesi produttori e detentori ed ha preso parte a missioni internazionali in cui tali potenti e pericolosi armamenti sono stati utilizzati dai propri alleati. Nel salutare con favore la presentazione contestuale, da parte di maggioranza e opposizione, di mozioni volte ad impegnare il Governo al perseguimento della messa al bando delle cluster bomb, sollecita l'Assemblea ad un celere esame del disegno di legge di ratifica del Protocollo del 28 novembre 2003, volto a ridurre il più possibile gli effetti sulle popolazioni civili dei residuati bellici esplosivi. (Applausi dal Gruppo PD e del senatore Fosson).

DEL VECCHIO (PD). Nell'esprimere il proprio sostegno alla mozione n. 3, auspica una forte ed incisiva azione del Governo per la messa al bando delle cluster bomb, in quanto si tratta di armamenti pericolosi che colpiscono indiscriminatamente combattenti e civili inermi e che dispiegano i loro terribili effetti anche molto tempo dopo la cessazione delle ostilità, risultando pertanto in contrasto con le convenzioni internazionali e con qualunque considerazione umanitaria. (Applausi dai Gruppi PD e IdV e dei senatori Contini e Sibilia. Congratulazioni).

MURA (LNP). La Lega Nord condivide il richiamo del Pontefice alla necessità di mettere al bando armi che provocano sofferenze inaccettabili alla popolazione civile ed è perciò contraria all'uso delle munizioni a grappolo. Tuttavia, la politica richiede realismo e non si può ignorare che le principali potenze mondiali, tra le quali gli Stati Uniti, la Federazione russa e la Repubblica cinese, sono contrarie ad una messa al bando totale. L'Italia, che partecipa a diverse missioni internazionali di pace, non può trascurare il rischio di tensioni e di ritorsioni nell'ambito della Nato: di qui il riferimento della mozione n. 4 a concertare con gli alleati della NATO e con i partner nelle operazioni di pace delle Nazioni Unite la posizione da assumere in occasione della Conferenza di Dublino. (Applausi dal Gruppo PdL e del senatore Torri).

MARCENARO (PD). La questione delle cluster bomb pone il problema di aggiornare le regole internazionali che tutelano, anche nell'ambito degli eventi bellici, i diritti umani e di proteggere le popolazioni civili, vittime principali delle guerre contemporanee. La differenza tra la mozione di maggioranza e quella di opposizione è stata illustrata senza infingimenti dal senatore Mura: la mozione n. 3 impegna il Governo ad assumere una posizione autonoma, chiara e coraggiosa alla Conferenza di Dublino. (Applausi dai Gruppi PD e IdV).

RAMPONI (PdL). In questione non è l'uso e l'efficacia di alcune tipologia d'arma, bensì l'inaccettabilità di ordigni aventi le stesse caratteristiche delle mine antipersona, messe al bando dall'Italia con la legge n. 374 del 1997. Ritenendo che le mozioni in discussione siano convergenti, auspica un voto unanime che impegni il Governo a mettere comunque al bando le munizioni a grappolo e ad adoperarsi per l'adozione di uno strumento internazionale, giuridicamente vincolante, che ne vieti l'uso. (Applausi dai Gruppi PdL, PD e IdV).

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione.

MANTICA, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Il Governo, la cui azione sul tema è in continuità con il precedente Esecutivo, esprime parere favorevole alla mozione n. 4, ritenendo che il riferimento alla concertazione con i partner dell'Alleanza atlantica costituisca un elemento necessario di realismo, cautela e attenzione.

PRESIDENTE. Passa alla votazione delle mozioni.

GIAMBRONE (IdV). L'Italia dei Valori, essendo favorevole, attraverso un divieto vincolante nell'ambito di un trattato internazionale, alla definitiva ed effettiva cessazione della produzione, dell'uso, del trasferimento, della vendita e dello stoccaggio delle munizioni a grappolo, voterà a favore della mozione n. 3. Il Governo dovrebbe, infatti, assumere una posizione priva di ambiguità e coerente con la legge n. 374 del 1997, che prevede la messa al bando delle mine antipersona, per evitare accordi al ribasso. (Applausi dai Gruppi IdV e PD).

TORRI (LNP). Il primo protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 1949 vieta gli attacchi militari indiscriminati a danno della popolazione civile: le cluster bomb, ordigni atti a colpire intere aree e non obiettivi definiti, non rispettano le indicazioni del diritto internazionale, come hanno dimostrato i recenti avvenimenti in Libano. Purtroppo non vi è un consenso unanime di tutti gli Stati nel condannare le cosiddette bombe a grappolo: Russia, Cina, ma anche Gran Bretagna e Stati Uniti hanno espresso posizioni diverse in proposito. Ritenendo opportuno che il Governo mantenga un deciso atteggiamento di condanna di tali armi nell'ambito della Conferenza di Dublino, annuncia il voto favorevole alla mozione n. 4, che, accogliendo i suggerimenti del Governo, fa riferimento alla necessità di agire sulla base di una stretta concertazione con i partner delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica. (Applausi dai Gruppi LNP e PdL).

TONINI (PD). L'obiettivo della pace può essere perseguito solo attraverso il diritto internazionale, di cui le Nazioni Unite rappresentano il più autorevole, per quanto fragile, custode. La Conferenza di Dublino costituisce l'occasione per l'Italia di svolgere un ruolo importante nel richiamare l'attenzione su uno strumento, le bombe a grappolo, che comporta un uso indiscriminato della violenza ed una incerta connessione con obiettivi militari, in spregio ai fondamenti dello ius in bello. Maggioranza ed opposizione, seppure con testi diversi, sollecitano il Governo affinché assuma una posizione ferma nel negoziato internazionale; non appare pertanto condivisibile l'inciso contenuto nella mozione n. 4, che, sottolineando l'indiscutibile collocazione dell'Italia del sistema delle alleanze, mai posta in discussione nella mozione presentata dall'opposizione, potrebbe però attenuare la convinzione con cui il Paese intende affermare il proprio impegno. Chiede pertanto di poter votare la mozione n. 4 per parti separate. (Applausi dal Gruppo PD).

CANTONI (PdL). Il Parlamento esprime con fermezza una condanna etica sull'uso e sulla produzione delle bombe a grappolo, sostenuta anche dalle parole del Papa, il quale ha esortato gli Stati a procedere alla messa al bando di questi micidiali ordigni, che oltre a colpire indistintamente civili e, spesso, bambini, provocano ritardi nella ricostruzione delle zone di guerra e nel rientro degli sfollati nelle proprie abitazioni. Esprimendo apprezzamento per l'impegno con cui la senatrice Pinotti si è fatta promotrice, fin dalla scorsa legislatura, di una forte presa di posizione dell'Italia sul tema, non può però esimersi dal biasimare l'insistenza con cui l'opposizione difende la propria intenzione di distinguersi in merito al riferimento alle alleanze internazionali. Le ragioni di opportunità addotte dal senatore Tonini trovano ben più degno contraltare nelle esigenze di concertazione con i partner atlantici: solo una piena integrazione internazionale, infatti, può assicurare sostegno ad una posizione che altrimenti risulterebbe isolata e priva di efficacia. Auspica pertanto che l'Assemblea converga su un voto bipartisan, impegnando il Governo a difendere un'iniziativa che contribuirà al prestigio del Paese nel panorama internazionale. (Applausi dal Gruppo PdL).

PINOTTI (PD). Nella precedente legislatura, a conclusione di un dibattito in cui erano emerse preoccupazioni analoghe a quelle testé espresse, l'attuale maggioranza, allora opposizione, si convinse a votare un testo molto simile a quello della mozione n. 3, privo di riferimenti alla necessità di concordare con gli alleati la posizione italiana.

RAMPONI (PdL). Ritiene sia possibile individuare un punto d'incontro tra le diverse posizioni espresse da maggioranza ed opposizione.

PRESIDENTE. Essendo conclusa la fase delle dichiarazioni di voto, invita i senatori a non riaprire il dibattito sul tema e sospende la seduta sino alle 18,15, come precedentemente stabilito.

La seduta, sospesa alle ore 17,53, riprende alle ore 18,15.

PRESIDENTE. Comunica che sono in corso contatti tra maggioranza e opposizione per giungere ad un testo condiviso e sospende pertanto la seduta.

La seduta, sospesa alle ore 18,15, riprende alle ore 18,23.

PRESIDENTE. Su richiesta dei Gruppi di maggioranza e opposizione, sospende nuovamente la seduta.

La seduta, sospesa alle ore 18,24, riprende alle ore 18,39.

LEGNINI (PD). Nonostante sia stato trovato un accordo tra maggioranza e opposizione, preannuncia la richiesta di voto elettronico in ragione della rilevanza della materia trattata.

PINOTTI (PD). Dà conto del contenuto dell'ordine del giorno G1 (v. Allegato A), sul quale è stato trovato un accordo tra maggioranza e opposizione, che hanno deciso di ritirare le due mozioni. Ringrazia la Presidenza per aver calendarizzato la discussione in tempo utile per poter fornire un indirizzo al Governo in vista della Conferenza di Dublino. Rimarca infine l'esigenza di assumere una decisa posizione a favore della messa al bando delle cluster bomb. (Applausi dai Gruppi PD, IdV e PdL).

MANTICA, sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Nell'apprezzare lo sforzo posto in essere da tutte le forze politiche per giungere ad un accordo, accoglie a nome del Governo l'ordine del giorno G1.

Con votazione nominale elettronica, chiesta dal senatore LEGNINI (PD), il Senato approva l'ordine del giorno G1. (Applausi dai Gruppi PdL, PD e IdV).

PRESIDENTE. Esprime soddisfazione per la tempestività con cui il Senato ha dato il proprio contributo all'azione volta alla messa al bando delle bombe a grappolo, così accogliendo anche l'invito formulato dal Santo Padre alla comunità internazionale. (Applausi dal Gruppo PdL).

BODEGA (LNP). Segnala che a causa di un mero errore tecnico ha espresso voto contrario pur condividendo l'ordine del giorno.

VALLI (LNP). Dichiara di aver votato contro pur intendendo esprimere un voto favorevole.

La seduta termina alle ore 18,47.

Allegato A

MOZIONI

Mozioni con procedimento abbreviato, ai sensi dell'art. 157, comma 3, del Regolamento, sulla messa al bando delle bombe a grappolo

Ritirata e trasformata, congiuntamente alla mozione 1-00004, nell'odg n. G1

PINOTTI, FINOCCHIARO, ZANDA, LATORRE, ADAMO, AMATI, ANTEZZA, ARMATO, BARBOLINI, BASSOLI, BASTICO, BAIO, BERTUZZI, BIANCHI, BIANCO, BIONDELLI, BLAZINA, CABRAS, CARLONI, CAROFIGLIO, CASSON, CECCANTI, CHIAROMONTE, CHIURAZZI, COSENTINO, D'AMBROSIO, DE SENA, DEL VECCHIO, DELLA MONICA, DI GIROLAMO Leopoldo, DONAGGIO, FIORONI, FOLLINI, FONTANA, FRANCO Vittoria, GALPERTI, GARAVAGLIA Mariapia, GASBARRI, GHEDINI, GRANAIOLA, GUSTAVINO, INCOSTANTE, LEDDI, LEGNINI, LIVI BACCI, LUMIA, MAGISTRELLI, MARCENARO, MARINARO, MARINI, MARINO Ignazio Roberto Maria, MARITATI, MAZZUCONI, MICHELONI, MONGIELLO, MORANDO, NEGRI, PEGORER, PERDUCA, PIGNEDOLI, PORETTI, PROCACCI, RUTELLI, SANNA, SBARBATI, SCANU, SERAFINI Anna Maria, SERRA, SIRCANA, STRADIOTTO, SOLIANI, TONINI, VITALI, ZAVOLI, CAFORIO, BELISARIO, GIAMBRONE, PETERLINI. - Il Senato,

premesso che:

il Primo protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali adottato a Ginevra l'8 giugno 1977, ratificato dall'Italia con legge 11 dicembre 1985, n. 762, contiene una serie di disposizioni che vietano gli attacchi militari indiscriminati a danno della popolazione civile e quelli realizzati con metodi o mezzi di combattimento che non hanno un obiettivo militare determinato;

il medesimo protocollo stabilisce, inoltre, che coloro che preparano o decidono un attacco hanno la responsabilità di prendere tutte le precauzioni praticamente possibili nella scelta dei mezzi e metodi di attacco, allo scopo di evitare o, almeno, di ridurre al minimo il numero di morti e di feriti tra la popolazione civile, nonché i danni ai beni di carattere civile che potrebbero essere incidentalmente causati;

le munizioni cluster (cioè a grappolo), per le loro caratteristiche intrinseche (diffusione di centinaia di submunizioni su un'ampia superficie, instabilità delle submunizioni inesplose) rendono difficile se non impossibile rispettare le norme di diritto internazionale umanitario sopra richiamate previste a protezione delle popolazioni civili;

la legge 29 ottobre 1997, n. 374, e successive modificazioni, recante «Norme per la messa al bando delle mine antipersona», reca una definizione di mina antipersona che, ponendo l'accento sugli effetti dell'ordigno, appare riferibile anche alle cluster bomb;

le stesse caratteristiche delle mine antipersona si riscontrano infatti anche nelle submunizioni inesplose, in quanto spesso esplodono a causa della prossimità, presenza o contatto di una persona e non «scadono»; inoltre, molte di esse non sono dotate di meccanismi di autodistruzione e disattivazione;

la forma e il colore delle citate submunizioni rappresentano un motivo di attrazione soprattutto per i bambini, tanto che, come dimostrano i dati forniti da organizzazioni umanitarie internazionali, il 98 per cento delle persone rimaste uccise, ferite o mutilate a causa delle bombe a grappolo è rappresentato da civili e un quarto di questi è costituito da bambini;

l'esempio più recente degli effetti intollerabili dell'utilizzo delle cluster bomb si è registrato in Libano, dove secondo stime dell'ONU sono rimasti sul terreno circa 100.000 ordigni inesplosi, con potenziale effetto devastante sulla popolazione civile, e dove sono impegnati i militari italiani della missione UNIFIL in un'attività, tanto meritoria quanto difficile, di bonifica del territorio;

considerato che a Dublino il 19 maggio 2008 è iniziata la Conferenza internazionale per la messa al bando delle cluster bomb, alla quale partecipano oltre 100 delegati in rappresentanza di altrettante nazioni, tra cui l'Italia, che si concluderà il 30 maggio;

l'obiettivo della Conferenza di Dublino è l'approvazione di un trattato internazionale che impegni i firmatari a non usare, sviluppare, fabbricare, vendere e distribuire le cluster bomb e a distruggere entro brevi termini quelle in loro possesso,

impegna il Governo:

ad assumere nell'ambito della Conferenza di Dublino un netta posizione in favore della messa al bando delle cluster bomb e a sviluppare a tal fine un'adeguata iniziativa diplomatica per coinvolgere la comunità internazionale nell'adozione di uno strumento giuridicamente vincolante che vieti, senza ambiguità, l'uso, la produzione, il trasferimento, la vendita e lo stoccaggio delle munizioni a grappolo.

Ritirata e trasformata, congiuntamente alla mozione 1-00003, nell'odg n. G1

CANTONI, GASPARRI, QUAGLIARIELLO, AMATO, CARRARA, COLLINO, CONTINI, DE GREGORIO, GALIOTO, GAMBA, LICASTRO SCARDINO, RAMPONI, SCARABOSIO, TOTARO, PISANU, DINI, PERA, AMORUSO, BETTAMIO, CALIGIURI, COMPAGNA, DI GIROLAMO Nicola, NESSA, PALMIZIO, TOFANI, BENEDETTI VALENTINI, BOSCETTO, FAZZONE, LAURO, MALAN, NESPOLI, PASTORE, SALTAMARTINI, SARO, SARRO, VIZZINI, BALBONI, BERSELLI, CENTARO, DELOGU, LONGO, MUGNAI, NANIA, STANCANELLI, VALENTINO, AUGELLO, AZZOLLINI, BONFRISCO, ESPOSITO, BALDASSARRI, CASOLI, COSTA, FERRARA, GERMONTANI, SCIASCIA, SPEZIALI, ASCIUTTI, BARELLI, DE ECCHER, DE FEO, DELL'UTRI, BUTTI, CAMBER, CARUSO, CICOLANI, GRILLO, IZZO, MURA, DIVINA, TORRI. - Il Senato,

premesso che:

l'impiego delle munizioni a grappolo, cosiddette cluster bomb, è da tempo al centro dell'attenzione della Comunità internazionale per le molteplici implicazioni di carattere umanitario;

la loro capacità di colpire obiettivi di area, piuttosto che precisi bersagli, accresce il rischio di colpire anche popolazioni civili e di causare effetti indiscriminati che sono incompatibili con il diritto internazionale umanitario ed in particolare con il Protocollo addizionale I delle Convenzioni di Ginevra del 1949;

la problematicità di tali armi sul piano umanitario è accresciuta dalla loro variabile affidabilità. In effetti, una percentuale più o meno elevata delle munizioni lanciate non esplode al momento dell'impatto e rimane sul terreno trasformandosi così in pericolosi «residuati bellici esplosivi» suscettibili di causare vittime anche nei periodi post-bellici. È questo l'effetto da cui sorge la diffusa avversione nei confronti di questo tipo di munizionamento;

l'Italia è da tempo impegnata in campo internazionale per la messa al bando delle munizioni cluster, su un doppio tavolo negoziale: il primo, nell'ambito della Convenzione di Ginevra (1980) su Certe Armi Convenzionali (CCW); il secondo, all'interno del cosiddetto «Processo di Oslo» che si prefigge di ottenere entro il 2008 il bando delle munizioni cluster che causano danni inaccettabili ai civili;

i due processi in atto, lungi dall'essere mutuamente esclusivi, in realtà si rafforzano reciprocamente essendo unico l'obiettivo: giungere alla definizione di uno strumento internazionale giuridicamente vincolante sulle «munizioni a grappolo»;

il «Processo di Oslo» in atto rappresenta concretamente lo sforzo della Comunità internazionale di affrontare il problema dell'impiego delle cluster bomb, prima che diventi causa di ulteriori sofferenze e prima che si assista ad una proliferazione di questo tipo di munizionamento;

il «Processo di Oslo» si è finora sviluppato attraverso una serie di Conferenze a Oslo, Lima, Vienna, Wellington ed ora Dublino. Esso rappresenta un passaggio cruciale in relazione alle esigenze di una stretta concertazione con i partner nell'ambito delle operazioni di pace condotta sotto l'egida delle organizzazioni internazionali, in particolare in relazione alle esigenze di integrazione reciproca e, dunque, del necessario mantenimento delle capacità di partecipare ad operazioni di coalizione;

il «Processo di Oslo» costituisce il Foro multilaterale appropriato per il raggiungimento di uno specifico trattato che affronti risolutivamente la questione della produzione e dell'impiego delle munizioni a grappolo entro il 2008,

impegna il Governo:

ad assumere, nell'ambito della Conferenza di Dublino a seguito della dichiarazione di Oslo e sulla base di una stretta concertazione con i partner nelle operazioni di pace delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica, anche in relazione alle esigenze di integrazione reciproca, una decisa posizione a favore della messa al bando delle «cluster bomb»;

a sviluppare a tal fine un'adeguata iniziativa diplomatica per coinvolgere la comunità internazionale nell'adozione di uno strumento giuridicamente vincolante che proibisca la produzione e l'impiego di tali munizioni.

ORDINE DEL GIORNO G1

Approvato (*)

Il Senato,

premesso che:

il Primo protocollo aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12 agosto 1949 relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali adottato a Ginevra l'8 giugno 1977, ratificato dall'Italia con legge 11 dicembre 1985, n. 762, contiene una serie di disposizioni che vietano gli attacchi militari indiscriminati a danno della popolazione civile e quelli realizzati con metodi o mezzi di combattimento che non hanno un obiettivo militare determinato;

il medesimo protocollo stabilisce, inoltre, che coloro che preparano o decidono un attacco hanno la responsabilità di prendere tutte le precauzioni praticamente possibili nella scelta dei mezzi e metodi di attacco, allo scopo di evitare o, almeno, di ridurre al minimo il numero di morti e di feriti tra la popolazione civile, nonché i danni ai beni di carattere civile che potrebbero essere incidentalmente causati;

le munizioni cluster (cioè a grappolo), per le loro caratteristiche intrinseche (diffusione di centinaia di submunizioni su un'ampia superficie, instabilità delle submunizioni inesplose) rendono difficile se non impossibile rispettare le norme di diritto internazionale umanitario sopra richiamate previste a protezione delle popolazioni civili;

la legge 29 ottobre 1997, n. 374, e successive modificazioni, recante «Norme per la messa al bando delle mine antipersona», reca una definizione di mina antipersona che, ponendo l'accento sugli effetti dell'ordigno, appare riferibile anche alle cluster bomb;

le stesse caratteristiche delle mine antipersona si riscontrano infatti anche nelle submunizioni inesplose, in quanto spesso esplodono a causa della prossimità, presenza o contatto di una persona e non «scadono»; inoltre, molte di esse non sono dotate di meccanismi di autodistruzione e disattivazione;

la forma e il colore delle citate submunizioni rappresentano un motivo di attrazione soprattutto per i bambini, tanto che, come dimostrano i dati forniti da organizzazioni umanitarie internazionali, il 98 per cento delle persone rimaste uccise, ferite o mutilate a causa delle bombe a grappolo è rappresentato da civili e un quarto di questi è costituito da bambini;

l'esempio più recente degli effetti intollerabili dell'utilizzo delle cluster bomb si è registrato in Libano, dove secondo stime dell'ONU sono rimasti sul terreno circa 100.000 ordigni inesplosi, con potenziale effetto devastante sulla popolazione civile, e dove sono impegnati i militari italiani della missione UNIFIL in un'attività, tanto meritoria quanto difficile, di bonifica del territorio;

considerato che a Dublino il 19 maggio 2008 è iniziata la Conferenza internazionale per la messa al bando delle cluster bomb, alla quale partecipano oltre 100 delegati in rappresentanza di altrettante nazioni, tra cui l'Italia, che si concluderà il 30 maggio;

l'obiettivo della Conferenza di Dublino è l'approvazione di un trattato internazionale che impegni i firmatari a non usare, sviluppare, fabbricare, vendere e distribuire le cluster bomb e a distruggere entro brevi termini quelle in loro possesso,

impegna il Governo:

ad assumere, nell'ambito della Conferenza di Dublino a seguito della dichiarazione di Oslo nel rispetto degli impegni internazionali nelle operazioni di pace delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica, anche in relazione alle esigenze di integrazione reciproca, una decisa posizione a favore della messa al bando delle «cluster bomb»;

a sviluppare a tal fine un'adeguata iniziativa diplomatica per coinvolgere la comunità internazionale nell'adozione di uno strumento giuridicamente vincolante che proibisca la produzione e l'impiego di tali munizioni.

________________

(*) L'ordine del giorno G1 reca le firme dei senatori Cantoni-Pinotti e di tutti gli altri firmatari delle mozioni nn. 1-00003 e 1-00004 .

Fonte:

Segreteria Adl a Zavidovici onlus
Tel/Fax 030 2301807
Via Cimabue 16 25134 Brescia
www.lda-zavidovici.it

 

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