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Le norme sulla sicurezza non si toccano
14.06.2008

Le norme sulla sicurezza non si toccano "L’attenzione sulla sicurezza nel lavoro sta scemando. Non per speculare su un dramma, ma il segnale dato di voler cambiare le norme del decreto in materia di sanzioni è un errore profondo. Perché si dà, a ragione o a torto, l’immagine di voler rendere le sanzioni discutibili, mandando un messaggio sbagliato alle imprese, ai lavoratori, all’opinione pubblica. Si parla sempre di libertà a proposito di deregulation: questo è un classico esempio in cui regolamentare vuol dire salvare una vita e la libertà della persona". Così il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani commenta in un’intervista la tragedia di Mineo (Catania), dove hanno perso la vita sei operai, uccisi dalle esalazioni sprigionate dalla vasca di un depuratore. Epifani sottolinea anche che quattro dei sei operai erano dipendenti pubblici e un'altra delle vittime era un lavoratore precario: "Si è ingenerata, in questa campagna mediatica stolta, l’idea che il lavoro pubblico sia tutto fannullone e improduttivo. Il lavoro pubblico è fatto di tante cose, ci sono settori in cui c’è presenza e abnegazione, è un lavoro che va rispettato, qualificato, valorizzato. Occorre riflettere quando si fanno campagne mediatiche ispirate a principi così generali che magari lisciano il pelo all’opinione pubblica, ma sono profondamente irrispettose della realtà". Il leader della Cgil chiede che il moto di indignazione che sempre segue questi fatti non si spenga il giorno dopo la tragedia: "La testimonianza di questo dolore deve poi vivere nelle scelte delle imprese, del sindacato, del governo. Se il tema è la condizione del lavoro, evitare che si muoia lavorando, il lavoratore deve essere centrale anche nelle altre politiche. In quelle dei diritti, in quelle redistributive, nelle tutele individuali". Nel corso dell’intervista Guglielmo Epifani parla anche dell’incontro urgente che il ministro del Lavoro Sacconi ha organizzato per oggi con sindacati a imprese. "Lo chiedevamo da tempo, sono contento che sia arrivata la convocazione, ma è necessario che il metodo del confronto sia a prescindere dai fatti luttuosi. Comunque meglio tardi che mai, discuteremo" dice il leader della Cgil. E boccia l’intenzione del ministro di rivedere il Testo Unico sulla sicurezza approvato dal governo precedente: "Abbiamo detto, unitariamente, di applicare il decreto, lo si metta in condizione di esercitare la sua funzione formativa, preventiva e di deterrenza. Tutti sappiano che quelle sono le norme e non saranno modificate, altrimenti le stesse funzioni della prevenzione e della deterrenza vengono meno. È come per l’evasione fiscale: se cambiano le norme e si fanno condoni, non è facile poi combatterla. Se si dà il segnale che tanto le sanzioni verranno ridiscusse si allenta il peso, il contenuto del decreto. Bisogna stare attenti". Epifani rivendica l’azione sulla sicurezza fatta dal sindacato, ma è anche consapevole che bisogna fare di più. "Conosco l’ordinarietà – spiega – della nostra azione: migliaia e migliaia di riunioni, assemblee, corsi di formazione per spiegare ai delegati, ai rappresentanti per la sicurezza quali sono le nuove norme. Fornire gli strumenti, far crescere la cultura della prevenzione, superare un ritardo culturale che purtroppo nel nostro paese c’è. Dire alle imprese che non si mettano dietro la questione delle sanzioni che può allentare la loro azione. Questo sta facendo il sindacato, e ogni volta che succedono tragedie come questa dobbiamo fare uno sforzo maggiore". In conclusione, una battuta sui temi in agenda, come la riforma della contrattazione e la delibera Ue sulla possibilità di allungare l’orario fino a 60 ore: "Tra gli elementi della prevenzione c’è anche la durata della giornata di lavoro, allungarla significa rendere addirittura meno produttivo il lavoro, oltre che meno sicuro. E ci sono condizioni che richiedono una rappresentanza collettiva e una contrattazione collettiva, il contrario di quella individuale proposta dalla presidente dei giovani industriali. Richiedono un sindacato che possa intervenire anche nelle piccole e piccolissime realtà, magari con la contrattazione territoriale".

Fonte: http://www.servizicgil.lombardia.it/IT/News/norme_sicurezza.htm

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