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Dichiarazione di Magda Negri sulle impronte digitali ai Rom
1.07.2008

Dichiarazione di Magda Negri sulle impronte digitali ai mambini Rom.In merito alla questione delle impronte digitali prese ai bambini Rom, desidero informarvi che come senatrice del PD ho presentato, insieme ad altri, una interrogazione parlamentare al ministro degli Interni (riportata qui di seguito). Come altri parlamentari abbiamo reagito non appena siamo venuti a conoscenza della cosa, che si configurerebbe come una grave discriminazione e una violazione del diritto. Restando a disposizione, ringrazio per l'attenzione.

Riporto, sempre qui di seguito, anche una mia precedente interrogazione su alcuni manifesti discriminatori nei confronti dei bambini, che sono stati affissi nei mesi scorsi dalla Lega Nord davanti a scuole torinesi.

senatrice Magda Negri (PD) , ELETTA IN PIEMONTE

www.magdanegri.it

info: 347.2221793

 

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE su impronte prese a minori ROM

Atto n. 3-00107

26 giugno 2008

Seduta n. 29

sen. Magda NEGRI (PD) , GHEDINI , PIGNEDOLI , BERTUZZI , SANGALLI - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che:

dagli organi di stampa (si veda, in particolare, "l’unità", 26 giugno 2008, p. 7; "Il Riformista", 26 giugno 2008, p. 2) si apprende la notizia in ordine all’intenzione, manifestata dal Ministro in indirizzo in sede di audizione dinanzi alla I Commissione permanente (Affari costituzionali) della Camera dei deputati il 25 giugno 2008, di procedere al censimento delle popolazioni di etnia rom presenti nei campi nomadi del territorio nazionale;

secondo quanto riportato dai suddetti quotidiani, tale censimento si estenderebbe anche ai minorenni, e sarebbe attuata mediante identificazione dattiloscopica;

qualora tale notizia corrispondesse al vero, la realizzazione di una simile forma di schedatura "etnica" determinerebbe una grave violazione non solo del divieto di discriminazione per ragioni etniche, razziali o condizioni sociali o personali, ma anche della dignità, dell'eguaglianza e della privacy personali, sancite come diritti inviolabili dalla Costituzione italiana, dalla Carta di Nizza, nonché dallo ius cogens di matrice internazionale ;

questo particolare censimento, in quanto rivolto a cittadini comunitari quali sono nella maggior parte le persone di etnia rom, violerebbe inoltre le disposizioni previste dalla direttiva 38/2004/CE a tutela del diritto alla libertà di circolazione e soggiorno dei cittadini comunitari e dei loro familiari nel territorio dell’Unione europea, non ammettendo simili forme di schedatura;

l’illegittimità di questa pratica è peraltro tanto più evidente in quanto si applicherebbe anche ai minori, destinatari di particolari forme di protezione – per quanto concerne la libertà personale, la privacy , la dignità, l’intangibilità fisio-psichica e la libertà dal bisogno – sancite come inviolabili dalla Costituzione, dal diritto internazionale, dal diritto comunitario e in particolare dalla suddetta direttiva 38/2004/CE,

si chiede di sapere:

se la notizia riportata in premessa corrisponda al vero;

in caso di risposta affermativa, se il Ministro in indirizzo non ritenga le misure annunciate incompatibili con le norme costituzionali, internazionali e comunitarie rilevanti in materia e in particolare con le disposizioni di cui alla direttiva 38/2004/CE e con il decreto legislativo n. 30 del 2007 che ne costituisce l’attuazione;

quali provvedimenti di competenza intenda assumere, al fine di tutelare le popolazioni di etnia rom (ed in particolare i soggetti vulnerabili quali, in primis , i minori) rispetto a comportamenti discriminatori e violenti di cui sono, sempre più spesso, vittime.

 

Atto n. 3-00001 – interrogaz. Parlamentare

Pubblicato il 6 maggio 2008

Seduta n. 2

NEGRI - Ai Ministri della pubblica istruzione e dell'interno. -

Premesso che:

alcuni giorni dopo le elezioni politiche sono stati affissi negli spazi di libera propaganda ideologica e culturale del Comune di Torino due manifesti della Lega Nord in un centinaio di esemplari;

di tali manifesti, il primo ringraziava gli elettori piemontesi per la fiducia accordata alle elezioni, rappresentando un atto di normale comunicazione politica post-voto. Il secondo, affisso congiuntamente al primo, proponeva, invece, un messaggio del tutto estraneo alla vicenda elettorale. Si trattava, infatti, di un manifesto che rappresentava una bella bambina bionda di 7-8 anni, fotografata, intenta a giocare con le bolle di sapone, incorniciata da una corona di fiori primaverili;

la bambina raffigurata in questo manifesto appariva sovrastata dall'inquietante dicitura: "Sì ai bambini padani";

alcuni di questi manifesti sono stati affissi all'ingresso e nelle vicinanze delle scuole materne ed elementari, prestandosi quindi alla contemplazione preoccupata di mamme e famiglie dei bambini non tutti "padani", all’entrata e all’uscita delle scuole stesse;

nella frase "Sì ai bambini padani", il "sì" è termine assertivo e inclusivo che proclama affermazione, ma, a parere di numerosi cittadini, quello stesso "sì" automaticamente esclude e insinua un "no" rivolto a tutti quei bambini che per origini territoriali, etniche e culturali non possono essere ricondotti alla fantomatica "infanzia padana" nell’iconografia proposta dal manifesto;

tenuto conto che nei principi fondamentali della Costituzione è previsto che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni economiche e sociali e che nell'ordinamento italiano vi sono numerose norme vigenti volte al contrasto dei comportamenti discriminatori basati sulla razza, sul colore, sull’ascendenza o sull’origine nazionale o etnica,

si chiede di sapere:

quale sia l’opinione dei Ministri in indrizzo su questo episodio, che introduce elementi di discriminazione nell'immaginario collettivo e sul piano simbolico generale e che risultano, a maggior ragione, gravi, in quanto si riferiscono e hanno come target la fascia dell'età infantile e adolescenziale;

se si intendano adottare nuove e più stringenti disposizioni normative volte ad impedire ai partiti e movimenti politici di produrre e affiggere in pubblico, ed in particolare nei pressi di scuole materne ed elementari, manifesti contenenti messaggi discriminatori, diretti e indiretti, che comportino una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale o etnica dei cittadini

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