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Contrattazione, diritti, democrazia, riunione minoranza Cgil
3.07.2008

Contrattazione, diritti, democrazia Due giorni contro la precarietà e i bassi salari, per rafforzare la Cgil . Nei giorni 26 e 27 giugno si è tenuta, presso il centro Congressi Frentani in Roma, l’assemblea nazionale dell’area programmatica di Lavoro Società.

All’appuntamento annuale hanno partecipato tra delegati (compagne e compagni dei Direttivi nazionali di categoria e confederali nazionale, regionali e di Camera del Lavoro metropolitane) e invitati, oltre 600. Erano rappresentate tutte le categorie e le province d’Italia. Alla Presidenza, oltre al compagno Nicola Nicolosi, coordinatore nazionale dell’area, compagne e compagni dei territori, tra le quali due immigrate.

Hanno preso posto alla Presidenza anche i compagni Enrico Panini e Paola Agnello Modica della Segreteria nazionale. E’ la prima assemblea che si svolge, dopo la decisione del Segretario generale della Cgil, di venire meno agli impegni assunti con il documento dei 12 segretari nazionali che precedette il Congresso e con gli impegni personalmente presi dopo il Congresso stesso ,per consentire all’area di esercitare il diritto di proposta sulla composizione della Segreteria nazionale Cgil, che è stata rieletta senza alcun rappresentante di Lavoro Società.

L’assemblea è stata aperta dalla relazione introduttiva di Nicola Nicolosi, seguita da un ampio dibattito nel corso del quale hanno preso la parola 49 tra compagni e compagne degli oltre 60 che si erano iscritti a parlare. Nel corso dei lavori hanno preso la parola anche Enrico Panini – chiamato a sostituire Guglielmo Epifani che era impegnato nello sciopero generale siciliano contro le morti sul lavoro – Gianni Rinaldini, Segretario generale della Fiom e Giorgio Cremaschi, coordinatore della Rete 28 aprile.

La discussione ha confermato, nella quasi totalità degli interventi, anche con accenti diversi, come diverse sono le esperienze delle compagne e dei compagni, l’orientamento dell’area programmatica su tutti i passaggi decisivi della vita sindacale degli ultimi due anni dalla manifestazione contro la precarietà del 4 novembre, al sostegno critico alla Piattaforma unitaria sul welfare e al giudizio negativo sull’intesa raggiunta il 23 luglio, alla partecipazione alla manifestazione del 20 ottobre, al voto nel Direttivo del 7 maggio sulle "Linee di riforma del modello contrattuale", fino al duplice voto nella Conferenza nazionale d’organizzazione, d’approvazione del documento organizzativo e d’astensione sul documento politico conclusivo.

 

Il documento conclusivo dell’Assemblea nazionale, che pubblichiamo a parte e che ha riportato per la cronaca 265 voti a favore e 7 contrari, con 43 astenuti, riconferma le scelte strategiche, a partire dalla rivendicazione della svolta rappresentata dalle Tesi per il XV Congresso della Cgil le quali, lungi dall’essere il prodotto contingente dalle attese di novità del quadro politico che avrebbe dovuto inaugurare il Governo Prodi, hanno rappresentato una cesura con la politica dei due tempi e delle compatibilità, cesura che la pratica attuale sembra voler ricucire con un segno restauratore al quale Lavoro Società si oppone.

Contestazione della globalizzazione capitalistica e riaffermazione dei valori e delle pratiche che sono state a fondamento del movimento altermondialista e che consentirono l’incontro fecondo tra quello e il movimento operaio nella grand’esperienza del Social Forum europeo di Firenze; lotta al precarietà com’elemento distintivo dell’impegno sindacale per estendere i diritti per legge e per contratto; centralità del contratto collettivo nazionale di lavoro come politica per far crescere i salari, per estendere la contrattazione, con un unico modello contrattuale che superi il modello concertativi dell’accordo del 23 luglio 1993; estensione della democrazia e delle norme della rappresentanza: questi i punti salienti confermati in continuità con il XV Congresso.

 

Nelle conclusioni dell’assemblea, Nicolosi ha riproposto la volontà di concorrere a rafforzare in Cgil una posizione di sinistra sindacale capace di incidere sui processi in atto che rivendica con orgoglio il suo essere "maggioranza", senza però fare finta che tutto vada bene, quando le cose non vanno bene e ha confermato che Lavoro Società promuoverà qualsiasi iniziativa che vada in questa direzione.

Per questo, Nicolosi ha annunciato che assieme a trenta componenti del Direttivo della Cgil intende promuovere per il 23 di luglio un’iniziativa di confronto e di discussione a partire dalla posizione espressa nel Direttivo nazionale del 7 di maggio (il testo di convocazione è su questo numero della nostra newsletter, ndr). E’ un primo passo in un percorso che vuole essere inclusivo e non esclusivo, rivolto a tutta la Cgil.

 

Nicolosi ha ribadito che per Lavoro Società, le aree programmatiche, così come previsto dallo Statuto e dai regolamenti statutari, restano lo strumento con il quale si realizza pienamente il pluralismo delle idee e delle esperienze sindacali della Cgil, contro la prassi delle cordate e dei gruppi di pressione, o contro il ritorno a rapporti di subalternità verso qualche forza politica.

In Lavoro Società non c’è posto per correnti e sottocorrenti. La libertà di discussione e di posizione politica hanno come unico invalicabile limite il rispetto dell’opinione delle compagne e dei compagni, quando si è chiamati a rappresentarli negli organismi esecutivi e in funzioni di coordinamento, e un solo vincolo, quello di non prestarsi a tentativi di altri di determinare dall’esterno del dibattito dell’area le scelte organizzative.

L’atto conclusivo e il Documento conclusivo - che pubblichiamo a parte - rappresentano il contributo di Lavoro Società all’insieme dell’organizzazione. Dell’esito del voto abbiamo già detto. Per dovere di cronaca nelle dichiarazioni di voto, il voto contrario è stato motivato con la condivisione della proposta di Segreteria avanzata da Gugliemo Epifani, mentre le astensioni hanno avuto motivazioni diverse tra loro. Sono stati inoltre approvati all’unanimità tre ordini del giorno che pubblichiamo.

Andrea Montagni

vice-presidente del comitato direttivo Cgil

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