3.07.2008
Alitalia, in 4.000 a casa I sindacati in rivolta. Bersani: "Un pasticcio ad alto rischio" Alla fine la verità viene sempre a galla: la situazione di Alitalia è sempre più grave. L’Assemblea di Alitalia ha approvato il bilancio: "il 2007, ha detto Aristide Police, presidente della compagnia di bandiera italiana, si chiude con 495 milioni di perdite". "Un anno horribilis", lo ha definito sempre Police. Già , ma questo si sapeva. Ora la notizia più grave: l’arrivo di 4000 esuberi. Al peggio non c’è mai fine, e ora sta arrivando, nonostante i richiami del PD, che ogni giorno ha cercato di riportare l’attenzione di tutti, in primis del Governo Berlusconi, sulla grave situazione di Alitalia, dopo gli annunci propagandistici e irresponsabili in campagna elettorale di Berlsuconi di finte cordate, che incredibilmente avrebbero risollevato le sorti di Alitalia. Poi il silenzio, nessuna cordata c’è mai stata e il silenzio ha fatto finire Alitalia nel baratro, questi 4000 esuberi previsti per procedere al suo risanamento .
Intesa Sanpaolo, incaricata dal Gverno Berlusconi di un piano di salvataggio per Alitalia, immagina 4000 posti in meno per risolvere un quadro finanziario già terribilmente compromesso. Prima dunque i tagli e poi Intesa pensa alla nascita di una newco in cui far confluire un'Alitalia fortemente ridimensionata assieme ad AirOne, per poi cercare la collaborazione di un partner internazionale. Questo il piano pensato dal Governo Berlsuconi per riavviare la situazione di Alitalia, 4000 esuberi che non erano stati neanche paventati, almeno non in questa misura, da Air France, l’unico acquirente realmente interessato alla compagnia italiana, messo in fuga dai soliti annunci berlusconiani.
Il sindacato naturalmente è in rivolta. "Se è così neanche ci sediamo al tavolo", fanno sapere. Giuseppe Caronia, segretario della Uil Trasporti, non riesce a credere alle anticipazioni fornite dal quotidiano La Repubblica nell’edizione di domenica 29 giugno e non esita a definirle "inquietanti". E aggiunge: "Nessuno dei precedenti piani prevedeva 4000 esuberi: né quello di Toto, proprietario di Air One, tanto meno quello di Air France". Claudio Claudiani, segretario della Fit Cisl, è molto preoccupato: "Non si può partire dai tagli: prima il piano industriale e le alleanze. Poi gli esuberi: i tagli sono un punto di arrivo non di partenza".
La situazione sta venendo fuori con tutta la sua gravità , con il nuovo governo incapace di trovare una soluzione meno drammatica e soprattutto responsabile di aver messo in fuga Air France. "Da Air France più soldi e meno tagli, ripete Pier Luigi Bersani, ministro dell’Economia del Governo ombra del PD in una lettera inviata a La Repubblica, (edizione del 30 giugno, ndr), in cui ritorna sulle responsabilità di Berlusconi nel far precipitare la situazione di Alitalia e soprattutto ripercorre il calvario di questi ultimi mesi della compagnia di bandiera italiana. "Ora è solo un pasticcio ad alto rischio", conclude preoccupato Bersani.
Fonte. Partito Democratico
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