Legambiente reputa interessanti le considerazioni del Sen. Grillo sulla vicenda Snam, anche se non ne condivide le conclusioni, ovverosia la proposta di realizzare un impianto sostitutivo di quello di Panigaglia in Off-shore.Sulla base delle dichiarazioni del parlamentare si può però aprire un tavolo di confronto nel quale ognuno possa portare le proprie proposte, con l'obbiettivo di salvaguardare un ambiente particolarmente pregiato come quello del Golfo della Spezia e nello stesso tempo garantire occupazione e lavoro.
Legambiente sostiene da tempo, come il Sen. Grillo che il dragaggio di 2.000.000 di tonnellate di fanghi necessari per fare entrare le navi gasiere più grandi e la loro stessa presenza all'interno del Golfo e il raddoppio delle potenzialità del terminal sono un nuovo e grande macigno sull'ambiente e il territorio.
Allo stesso modo non è possibile sostenere che l'operazione raddoppio di Panigaglia sia funzionale agli interessi strategici del paese: solo recentemente sono stati approvati in sede di commissione VIA nazionale ben 4 progetti di rigassificatori (si è in attesa dei decreti ministeriali autorizzativi): Porto Empedloce, Priolo, Gioa Tauro e Trieste che porteranno la potenzialità del gas liquido a oltre 40 Miliardi di metri cubi/anno contro il fabbisogno nazionale stimato in circa 25 Miliardi/anno. Si veda come già ora il gas liquido non è più un fabbisogno ma un business, per fare dell'Italia l'Hub europeo di questo prodotto.
Legambiente è per il no al raddoppio a terra e la stessa proposta di Grillo di realizzare Off-shore il terminal non si discosta dal ragionamento fatto sopra sul business e non sul fabbisogno reale, senza contare altri due aspetti decisivi: che l'Off-Shore sarebbe collocato in pieno Santuario dei Cetacei e che studi tecnici hanno escluso che questi impianti siano più sicuri.
Se Snam ritiene strategico (per la sua azienda, non per il paese, sia ben chiaro!) ebbene si limiti al solo miglioramento ed ammodernamento tecnologico degli impianti esistenti senza pretenderne il raddoppio.
Per tutti gli altri (enti locali, regione parlamento e governo) devono continuare a valere i piani urbanistici e territoriali che prevedono tutti (sottolineiamo tutti) una trasformazione della destinazione d'uso di quell'area. Sappiamo bene che è una cosa che non può avvenire dall'oggi al domani e nemmeno con traumatiche crisi occupazionali, ma attraverso una seria programmazione e una trattativa con la Snam sui tempi di dismissione.
Proprio a questo deve servire il tavolo, e non come magari pensa Snam, a contropartite ambientali al raddoppio del terminal, contropartite alle quali è lecito dubitare visto come sono finiti gli accordi del 1996 tra Snam e Comune di Portovenere.
Stefano Sarti
Presidente Legambiente Liguria
Paolo Varrella
Presiedente Legambiente La Spezia