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Il «piccolo Ulivo» e la frustata di Giuliano Amato
13.08.2003

Il vicepresidente della Convenzione accorre in aiuto della lista unica lanciata da Prodi e attacca duramente le forze della coalizione

Nonostante il solleone d'Agosto qualcosa si muove sotto le fronde dell'Ulivo. Stavolta ad agitare le acque sonnacchiose del centrosinistra sono state le parole decise e sprezzanti usate da Giuliano Amato per accorrere in aiuto di Romano Prodi. Una frustata quanto mai inaspettata che darebbe nuovi stimoli al progetto di una lista unica dell'Ulivo alle elezioni europee del 2004.

Intervistato dal Tg3, il vicepresidente della Convenzione europea non ha certo usato giri di parole nei confronti delle forze del centrosinistra: «Prodi ha fatto benissimo a mettere alla frusta i partiti dell'Ulivo. Ne ho parlato con lui in questi giorni e gli ho dato fondamentalmente ragione.

Lui che è stato anni a Bruxelles, che tutti invocano come leader naturale dell'Ulivo per le prossime elezioni, se le cose restano come sono, torna e che cos'è rispetto all'Ulivo? E' un illustre signore». E poi l'affondo nei confronti della coalizione ulivista: «Non ha organizzazione, non ha una fisionomia unitaria, dice di esserci ma non è riuscita ancora in due anni a darsi una fisionomia organizzativa».

Amato, come un ventriloquo, spiega come meglio non si può il senso profondo della proposta del presidente della commissione: «Prodi ha detto: `Ulivo, se ci sei batti un colpo. E allora, una volta che lo avrai fatto, io potrò sentirmi leader di qualcosa che c'è'». E poi conclude rincarando, se possibile, la dose: «E' difficile essere il leader di una galassia come per ora è l'Ulivo».

Alle spalle di Prodi insomma ci sarebbe il vuoto. E il leader bolognese non vuole certo ripetere l'esperienza del 1998, quando non avendo un partito alle spalle fu costretto al dorato esilio in quel di Bruxelles. Se devo salvare la patria, almeno mi sia dia qualcosa di concreto con cui camminare, fa capire, tramite Amato, Prodi.

Le parole di Amato sono piovute sul Botteghino come un fulmine a ciel sereno, una frustata quanto meno ingenerosa. A via Nazionale non se l'aspettavano, considerati i rapporti amichevoli con il vice di Giscard. E' soprattutto il tono a indispettire i dirigenti diessini. Anche perché, nel merito, l'idea di Prodi sembrava esposta a un ineluttabile naufragio. Sotto traccia però le proposte sul tappeto sono due, il «piccolo Ulivo» e il «grande Ulivo».

Quest'ultima proposta, la lista unica originariamente ideata da Prodi, non piace quasi a nessuno, ma i Ds fanno buon viso a cattivo gioco, ben coperti alle spalle dai niet dei vari cespugli ulivisti. Il vero nocciolo della questione è quindi un «piccolo Ulivo», un listone composto da Ds, Margherita e Sdi. Anche in questo caso però i numeri in possesso a via Nazionale non suggeriscono facili consensi.

Secondo gli ultimi sondaggi i Ds veleggerebbero intorno al 25%, quasi ai livelli del Pci che fu, e non hanno alcuna intenzione di sacrificare il loro primato sull'altare della coalizione. Una lista unica infatti li penalizzerebbe oltre modo, e si pensa che sottrarrebbe consensi anche alle forze dell'Ulivo, qualora si presentassero singolarmente.

Le chiare parole di Amato rinfocolano al momento solo le speranze dei prodiani interni alla Margherita, dato che anche Francesco Rutelli non fa mistero di non vedere di buon occhio una proposta che di fatto lo taglierebbe fuori dal gioco. L'unica cosa certa è che sulla lista unica, sia pure nella forma del «piccolo Ulivo», non sembrano volteggiare facili speranze.

di Matteo Bartocci

da http://www.ilmanifesto.it

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