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Tesoretto Arturo. I territori confinnati reclamano i fondi
2.08.2008

Tesoretto "Arturo""I territori confinanti reclamano i fondi previsti nella Finanziaria"Appello al Governo ed ai parlamentari per superare le attuali disparità I territori del cremonese e del lodigiano rivendicano le provvidenze connesse alla conversione in legge (368/03), con modificazioni, del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, recante "disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi e i relativi adempimenti".

Il presidente della provincia, on Giuseppe Torchio, con il vice Agostino Alloni, ha convocato ieri un incontro con i Sindaci di Cremona, Crotta d’Adda, Sesto, Acquanegra e Spinadesco oltre ai rappresentanti dell’Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona, dr Gabriele Capelli e l’Asl, dr.ssa Liana Boldori, il dirigente del settore territorio Maurizio Rossi, l’esperto ex supervisore della centrale nucleare di Caorso, Elia Sciacca. Informati il presidente della Provincia di Lodi con le rappresentanze dei Comuni di Caselle Landi e Castelnuovo Bocca d’Adda.

"I fondi compensativi, che sono previsti all’interno del dettato normativo e di cui hanno beneficiato in sponda piacentina, sede del reattore nucleare ed in altri siti, devono essere ripartiti anche ai territori viciniori per una mera questione di equità" – ha spiegato il presidente Torchio – Vi è stata una sorta di concertazione con gli Enti locali che sono coinvolti, anche in sponda piacentina, rispetto alle provvidenze delle disposizioni di legge per la presenza del reattore nucleare; fondi che sono andati al Comune di Caorso ed alla Provincia di Piacenza".

Ha continuato Torchio: "Il lodigiano aveva attivato una procedura, rendendo nota la delibera Cipe del 28 settembre 2007 per i siti che ospitano tali centrali e rilevando disparità di trattamento per quanto riguarda i territori limitrofi. Non solo: il Cremonese ha dato infatti molto in termini di servizi sanitari, di emergenza ed investimenti. Ora chiediamo di poter partecipare, anche nella nuova finanziaria, al budget che il Governo destina a tale vicenda".

Il presidente della Provincia di Lodi, Osvaldo Felissari, scrisse all’allora Ministro Pecoraio Scanio una lettera, facendo presente, relativamente alla normativa (decreto del 17 luglio scorso), come "la vicenda ha prodotto allarme e disappunto tra le popolazioni interessate. Credo che tale clima potrebbe essere notevolmente stemperato, tenuto conto anche dell’esiguità del numero dei siti ospitanti centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile nucleare, attraverso una circolare interpretativa della legge 368/2003 che, nelle more della localizzazione e messa in esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e facendo salva la titolarità dell’assegnazione delle misure compensative al Comune sede di impianto ed alla relativa Provincia, consenta un grado di coinvolgimento dei Comuni contermini anche se ricadenti in un diverso territorio provinciale".

Il sito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi in Italia non è ancora stato definito e a Caorso è in fase la procedura di spedizione in Francia degli elementi atti a riprocessare il combustibile nucleare. Da qui una richiesta che giunge da diversi territori viciniori ad "Arturo" di accedere alle risorse finanziarie previste dalla norma 368/2003.

Il Sindaco di Cremona Gian Carlo Corada è intervenuto sulla vicenda: "Vi è stato molto disagio per la presenza del reattore nucleare. Occorrerebbe un po’ di buon senso per cogliere che va riconosciuto anche alle realtà vicine, in quota parte, una provvidenza economica. E’ necessario avviare un percorso che porti ad un confronto tra Istituzioni e Ministero".

"Gli investimenti fatti allora furono cospicui da parte dell’USSL 51 e Ospedale di Cremona – ha fatto presente il dr. Capelli - In primis il Centro di decontaminazione di primo livello ad Acquanegra Cremonese (con spogliatoi attrezzati presso il campo di calcio, vasche per raccogliere i reflui, strumenti) ora non più agibile e in degrado; dopo numerosi anni sono necessari 300.000 euro per attivare una struttura funzionale presso locali idonei ora identificati presso l’Ospedale di Cremona; poi fu fatto il Centro di decontaminazione di II livello all’Ospedale, pienamente funzionale, con esercitazione ogni sei mesi, in collaborazione con i tecnici di Caorso, anche se la strumentazione è stata comprata più di 20 anni fa; su tale questione è necessario ricomprare tali strumenti e servono altri 100.000 euro. Un reparto che, peraltro, è stato anche utilizzato per i bambini di Cernobyl e per gli operatori dell’ospedale del reparto di fisica sanitaria.

Parlamentari e Governo saranno investiti ora dalle richieste degli Enti lodigiani e cremonesi, finalizzate ad un immediato incontro al Ministro, attraverso un coordinamento degli Enti locali, Anci, UPL, di tutti i Comuni e gli Enti locali interessati alle altre centrali nucleari.

 

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