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Genova. Il biometano ci darà una mano di F. Valerio
2.08.2008

IL BIOMETANO CI DARA' UNA MANO
Federico Valerio Italia Nostra Genova
La vitale esigenza di mangiare, ogni anno ci fa produrre, a testa,
circa 50 chili di scarti per la preparazione dei pasti consumati a
casa. Anche tutto quello che mangiamo ai fast food, in pizzeria e alla
mensa aziendale produce degli scarti, e altri scarti di cibo sono
prodotti dalla grande distribuzione, sia nella fase di confezionamento
che di mancata vendita: complessivamente sono altri 20 chili di "umido
putrescibile" all'anno "pro capite".
L'attività metabolica di ogni vivente trasforma inevitabilmente il
cibo in scorie che i nostri impianti di depurazione rendono
compatibili con la balneabilità dei nostri mari ma con l'effetto
collaterale della produzione di fanghi: circa 35 chili all'anno per
ogni cittadino allacciato alla rete fognaria.
Pertanto ognuno di noi, solo per rispondere al bisogno primario di
cibarsi quotidianamente, ogni anno produce complessivamente circa 105
chili di rifiuti. Moltiplicate questa cifra per 620.000, più o meno
gli abitanti di Genova, e vi trovate il problema di AMIU di
raccogliere e smaltire ogni anno circa 66.000 tonnellate di rifiuti
umidi e facilmente puzzolenti.
Fino ad oggi questi materiali sono finiti a Scarpino.
Siamo tutti d'accordo che non si può continuare così, ma non è neanche
vero, come qualcuno ci vuol far credere, che l'unica soluzione
praticabile sia quella di bruciare questi e tutti gli altri scarti
prodotti dalla città in un bel inceneritore con recupero energetico e
magari usare il calore residuo per riscaldarci la città.
Nel caso specifico, vista la grande quantità d'acqua presente in
questi scarti (oltre il 40%) proporre la termovalorizzazione come
soluzione è una insostenibile schiocchezza,
Esiste un'altra soluzione per questi scarti (circa il 25% dell'intera
produzione urbana di materiali post consumo), più razionale, più
economica, di minore impatto ambientale e con una diversa, ma ancora
più versatile possibilità di recupero energetico, in forte sviluppo in
tutto il mondo e in particolare in Austria, Germania, Spagna, Gran
Bretagna, Israele: la fermentazione anaerobica con produzione di bio-
metano.
Tutti gli scarti di cibo e i fanghi di depurazione, con una opportuna
aggiunta di acqua, sono inviati in cisterne a chiusura ermetica in cui
per una quarantina di giorni lavorano per noi micro-organismi molto
antichi che, in assenza di ossigeno (questo è il significato di
anaerobico), trasformano gli scarti biodegradabili in una miscela di
anidride carbonica e metano.
E' possibile separare l'anidride carbonica dal metano e depurare
quest'ultimo (il bio-metano) ad un grado compatibile con l'esistente
rete di distribuzione del gas. L'immisione nella rete di bio-metano,
mette subito a disposizione per l'intera città uno dei combustibili
più puliti e, cosa molto interessante, senza nuove e costose
infrastrutture per il teleriscaldamento.
E Genova, con tutti gli scarti di cibo prodotti dai suoi abitanti
potrebbe avere a sua disposizione una auto-produzione di circa 7
milioni di metri cubi di bio-metano all'anno, il consumo, per usi
domestici, di 45.000 famiglie genovesi.
E la quantità di bio-metano può essere ancora maggiore se alla
fermentazione anaerobica verranno avviati, come è possibile, anche
scarti di macellerie e pescherie, tovaglioli e fazzoletti di carta e i
nuovi imballaggi biodegradabili che alcune centri commerciali hanno
già introdotto, al posto della plastica, per confezionare verdura,
uova, formaggi.
La produzione di bio-metano, oltre che rendere energeticamente
autosufficente l'impianto di digestione anaerobica, permetterà a un
bel po' di genovesi di cucinare gli spaghetti, fare la doccia,
riscaldare la casa, alimentare l'automobile, produrre elettricità,
esattamente come fa il metano siberiano e libico, ma con l'importante
differenza che il bio-metano, oltre ad essere autoprodotto in casa, è
di sicura fonte rinnovabile e quindi può ricevere i previsti incentivi
pubblici.

Per il buon esito di questa scelta, che il comune di Genova ha già
previsto nel suo nuovo piano di gestione dei materiali post consumo,
c'è tuttavia un importante presupposto: l'elevata qualità dei
materiali destinati ai trattamenti biologici.
Questo obiettivo è certamente raggiungibile con una raccolta
differenziata di qualità finalizzata al riciclo.
L'alta qualità dei materiali raccolti e l'elevata differenziazione
(superiore al 60%), sono le principali caratteristiche della raccolta
differenziata denominata Porta a Porta.
Questo è il sistema di raccolta, avviato da alcuni mesi a Genova nei
quartieri di Sestri e Pontedecimo che certamente, dopo i previsti
aggiustamenti studiati in questa fase pilota, si estenderà
progressivamente al resto della città.
Raccolta Porta a Porta e produzione di bio-metano da immettere nella
rete sono i principali pilastri di un modello innovativo di gestione
dei materiali post consumo.
Altri tasselli fondamentali di questo modello che giustamente potrà
essere battezzato come Modello Genova, sono una energica politica di
riduzione alla fonte realizzata con il compostaggio domestico di
città e la promozione dell'uso dell'acqua potabile, meno cara e più
controllata dell'acqua in bottiglia.
Decisiva per il succeso del Modello Genova, sarà l'introduzione della
Tariffa "Paghi Per Quanto Getti" ovvero far pagare ogni famiglia in
proporzione alla quantità di rifiuto indifferenziato effettivamente
prodotto, misura effettuabile, ad esempio, in base ai vuotamenti del
cassonetto indifferenziato assegnato ad ogni condominio.

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