5.08.2008
Chiara Milani, vice presidente esecutivo della Junior Chamber Italiana, è appena tornata da New York dove ha tenuto una relazione sulla Campagna Omoiyari. Dall'Italia all'Onu come ambasciatrice di pace. <>. Così Chiara Milani, vice presidente esecutivo della Junior Chamber Italiana, giornalista di 32 anni di Busto Arsizio (Varese), ha salutato la platea riunita nel Palazzo delle Nazioni Unite per il "JCI Leadership Summit at the UN".
Dal 27 al 29 luglio, infatti, oltre 300 delegati da ogni parte del mondo si sono incontrati per discutere della responsabilità sociale d'impresa, ma anche di quella individuale. Tra gli ospiti e i relatori dell'incontro, Gillian Sorensen, consigliere senior della Fondazione dell'Onu ed Anthony Parkes, direttore della Camera di commercio internazionale (ICC-WCF).
Se sul fronte della responsabilità sociale d'impresa i partecipanti hanno discusso soprattutto della collaborazione tra la Junior Chamber International e l'UN Global Compact Local Network (la rete di aziende che hanno sottoscritto dieci principi che riguardano i diritti umani, il lavoro, l'ambiente e l'anti-corruzione) e l'ICC-WCF (World Chambers Federation), su quello della responsabilità sociale individuale sono stati portati ad esempio due progetti Jci: la "JCI Nothing but nets campaign" (che - in accordo con il sesto degli obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite per la lotta alla diffusione dell'Aids, della malaria e di altre malattie – raccoglie soldi per inviare in Africa zanzariere per difendere i bambini durante il sonno) e l'Omoiyari Campaign. Proprio nell'ambito di quest'ultima iniziativa internazionale Chiara Milani è stata invitata a parlare sul palco, dove ha raccontato l'esperienza della Junior Chamber Italiana, prima ad adottare il progetto partito dal Giappone e che ora, anche grazie ai riscontri positivi che sta avendo nel nostro Paese, è destinato a diffondersi in tutto il mondo. Del resto, dopo l'11 settembre 2001 il tema della convivenza pacifica tra i popoli è quanto mai d'attualità e lo spirito Omoiyari invita proprio a mettersi nei panni dell'altro, senza rinnegare il fatto che siamo diversi per fattori culturali, storici e religiosi, ma invitando i giovani di tutto il pianeta a fare di queste diversità un fattore d'arricchimento e non di conflitto. "Different colours, one people", come recita la canzone che Chiara ha intonato nella prestigiosa assise, coinvolgendo i rappresentanti di America, Europa, Asia, Africa, Pacifico e Medio Oriente in un tanto insolito quanto apprezzato fuoriprogramma canoro.
<>, aveva sottolineato alla vigilia della partenza la rappresentante italiana, che all'Onu ha mostrato alcune delle centinaia di cartoline in cui, da una parte all'altra d'Italia, gli studenti hanno scritto e disegnato che cosa significhi per loro lo spirito Omoiyari (tra le definizioni più diffuse: altruismo, pace, fratellanza, accompagnati da fiori e cuori).
La cartolina più bella di quelle raccolte finora sarà premiata all'Assemblea nazionale della Junior Chamber Italiana, in calendario dal 3 al 5 ottobre proprio a Busto Arsizio. Sempre qui, lo scorso maggio, in occasione del debutto del seminario Omoiyari, era arrivato il Vice presidente internazionale Jci Kentaro Harada, che vive a Hiroshima, tristemente famosa per lo scoppio della bomba atomica.
<>, commenta Milani al ritorno dalla sede dell'Onu, dove la Junior Chamber International (la più grande organizzazione giovanile che promuove la cittadinanza attiva, presente in oltre 100 nazioni) ha una delegazione permanente.
Per ulteriori informazioni: segreteria@jcitaliana.com; 3470107305
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