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Città del Mexico, ultima giornata Conferenza AIDS
10.08.2008

XVII Conferenza Internazionale sull’AIDS – Mexico City, 3-8 Agosto 2008  dalla conferenza: Alessandra Cerioli, responsabile Area salute della Lega Italiana per Lotta contro l’AIDS (a.cerioli@lila.it www.lila.it) 8 agosto

L’ultima giornata della XVII Conferenza Internazionale sull’Aids si è aperta su un tema davvero emergente in tutti i paesi del mondo e di difficile gestione: la coinfezione da HIV e tubercolosi.

C. Jeremiah, vicepresidente del network STOP TB, mostra i dati impressionanti di una malattia che riguarda 2 bilioni di persone, delle quali circa 33 milioni coinfette con HIV. Nei paesi dove la TB è emergente non sono sempre disponibili i quattro farmaci necessari alla terapia e, in presenza anche di HIV, le interazioni fra farmaci, la difficile gestione delle due infezioni e l’emergenza di ceppi multiresistenti non curabili rendono questi pazienti ancora più vulnerabili.

La scarsa attenzione da parte del mondo scientifico/industriale e di quello istituzionale verso la ricerca di farmaci più efficaci per il trattamento - sottolineo che i farmaci attualmente in uso per la cura della TB sono stati registrati più di vent’anni fa - è una vergogna, ed è proprio per protestare verso questa indifferenza che ieri il gruppo sudafricano TAC (Treatment Action Campaign) ha dato vita ad una marcia tra i diversi stand dei partecipanti alla Conferenza. Si è voluto così denunciare un comportamento scandaloso comprovato dalla presentazione a questo convegno di solo 7 abstract su TB/HIV.

Bruno Spire, presidente AIDES, ha ripreso il tema della prevenzione fra MSM e la risposta della comunità.

Edwin Camerum, sieropositivo omosessuale e sudafricano, presidente della Corte di giustizia della Repubblica Sudafricana, ha esposto i motivi che rendono la criminalizzazione della trasmissione dell’HIV una pessima politica di salute pubblica. Concludendo il suo intervento ha poi invitato tutte le associazioni presenti ad impegnarsi nella lotta contro la criminalizzazione in una azione sinergica mondiale. Impegno che, come Lila, ci assumiamo già da ora.

Zonibel Woods, femminista e program manager della Ford Foundation, ha posto il ruolo della donna e il suo empowerment come punto fondamentale della lotta contro l’infezione e contro la violenza che spesso le donne sieropositive devono subire.

Infine si è svolta la cerimonia di chiusura in cui, come sempre, i relatori e le relatrici tentano di quantificare gli obiettivi raggiunti durante il convegno. In particolare, essendo la prima Conferenza in America Latina si sono voluti sottolineare i successi relativi a quest’area geografica:

Accordo tra 26 paesi sull’avvio dei programmi di educazione sessuale.

Mai come prima prevenzione e trattamento sono stati così simbiotici in tutte le plenarie e durante i maggiori eventi: il Messico si è pubblicamente impegnato a raggiungere l’accesso alla prevenzione e al trattamento entro il 2010. La comunità messicana vigilerà.

Il presidente Calderón si è schierato pubblicamente contro l’omofobia e per i diritti delle persone GLBT. È una presa di posizione ufficiale che per essere efficace deve prevedere un intervento materiale con dei programmi di educazione al rispetto nella popolazione generale. La comunità messicana vigilerà.

Come sempre nella cerimonia conclusiva sono molti i rappresentanti PLHIV della comunità locale a salire sul palco per rimarcare le istanze locali: il palcoscenico della IAC è un’ottima opportunità per interagire verbalmente col governo davanti a tutto il mondo. Oggi salgono sul palco una persona omosessuale, una transessuale e una donna.

Quando però la parola passa ai rappresentanti del governo messicano molte persone sieropositive del paese che lavorano col sesso iniziano sotto il palco una rumorosa protesta. Purtroppo dalla mia posizione mi è impossibile leggere i manifesti, saprò più tardi che accusano il governo di mentire e che chiedono l’accesso ai farmaci antiretrovirali anche per le popolazioni vulnerabili.

Per concludere Pedro Cahn passa la presidenza della International Aids Society a Julio Montaner e sarà a lui organizzare la prossima IAC a Vienna nel 2008.

Sono molti i rappresentanti istituzionali e i governi che hanno partecipato a Messico 2008, alcuni con veri e propri stand dove funzionari e rappresentanti delle associazioni hanno esposto e distribuito materiale inerente alle politiche di prevenzione e trattamento attuate. Altri governi non avevano stand ma hanno organizzato delle vere e proprie sessioni per mostrare e condividere le proprie esperienze. Per la Spagna erano presenti il ministro della Salute insieme ai componenti della Commissione nazionale "Plan national sobre el sida" e, proprio durante la Conferenza, il ministro ha annunciato che il Servizio sanitario nazionale garantirà gratuitamente entro la fine del 2009 tutte le operazioni di ricostruzione chirurgica causata dalla sindrome metabolica lipodistrofica. Questo tipo di intervento è uno strumento particolarmente efficace per combattere lo stigma delle persone HIV+ con la sindrome dismetabolica.

Il villaggio globale è stato il luogo gestito dalle associazioni e come sempre è una esplosione di vitalità, colori, etnie e creatività. Molti gli spazi ludici ,ma anche molti spazi per il networking e l’attivismo.

L’impegno che tutti i delegati/e prendono in chiusura di questa lunghissima conferenza, durata un giorno in più rispetto alle precedenti, è quello di tornare nel proprio paese e ognuno/a con i propri mezzi lottare per arrivare all’obiettivo dell’accesso universale ai farmaci entro il 2010.

La nostra personale speranza è che anche l’Italia partecipi attivamente a Vienna 2010, possibilmente con uno stand e il materiale delle campagne già approvate dal precedente Ministero ma ad oggi non ancora realizzate.

Nel mio piccolo, non essendo stato facile riportare in diretta la complessità di questi interventi, mi riprometto un rapido "home work" da diffondere prossimamente: gli stimoli usciti da questa Conferenza sono veramente tanti ed è quasi impossibile esimersi dal farlo.

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