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Primarie, lettera della Milena Gabanelli
10.08.2008

Vogliamo augurarvi buone vacanze inviandovi, per chi non l'avesse ancora
vista, la lettera scritta recentemente da Milena Gababelli (giornalista
RAI). Una lettera che sintetizza molto bene il pensiero del nostro Comitato
per le Primarie e di tutti quelli che si stanno avvicinando, con interesse
sincero, a questo strumento di democrazia partecipativa.

Altre prese di posizione pubbliche sono state assunte in questi ultimi tempi
a favore delle Primarie aperte a tutti i cittadini e promosse dal PD. Ci
auguriamo che questo avvenga, in modo simile, per tutti i partiti e le liste
civiche che si presenteranno alle prossime elezioni amministrative e, perchè
no, alle Europee del 2009.

Noi speriamo che le Primarie saranno vere e partecipate al fine di rendere
contendibili tutte le cariche istituzionali, non solo quelle monocratiche:
pubblicizzazione del percorso democratico, ampio dibattito
politico-programmatico nei circoli / luoghi pubblici, parità di condizioni
reali per i vari candidati e voto delle Primarie da fissare a fine gennaio
2009 saranno i principali indicatori per verificare se il PD vuole veramente
aprirsi ai cittadini ed iniziare a concretizzare moltissimi dei buoni
propositi dichiarati nel suo primo anno di vita politica.
Noi vigileremo e vi terremo informati.

A presto,

p. Comitato Promotore Nazionale per le Primarie
www.perleprimarie.org
Paolo Orioli




LETTERA APERTA

Per evitare equivoci, premetto che faccio la giornalista, non mi sono mai
schierata a sostegno di un partito e non intendo cambiare mestiere né
abitudini. Vivo da 30 anni in questa città e, da cittadina, ho visto la sua
lenta decadenza, pertanto non posso non chiedermene le ragioni. Altri, più
partecipi di me alla quotidianità bolognese, dicono che l'indole
conservatrice della popolazione, gli interessi di categoria che prevalgono
su quelli generali, l'impossibilità di introdurre elementi nuovi nella
gestione politica hanno generato negli anni appiattimento e connivenze. Non
so se questo sia vero, ma c'è una convinzione diffusa che le decisioni che
contano vengano prese da un gruppo ristretto di persone, sempre le stesse,
che sono ostaggio di corporazioni ed impediscono alla popolazione la scelta
dei propri rappresentanti in Comune. Bologna è per tradizione una città di
sinistra. La sinistra, per voce di chi la rappresenta, ha recentemente
dichiarato: "Non sappiamo parlare alla gente", "La gente ha sentimenti
antipolitici", "Bisogna guardare al futuro". Per provare a cambiare un
meccanismo che produce sfiducia e indifferenza, il PD è stato il primo
partito a teorizzare le primarie come metodo di elezione di un candidato. Ma
se i candidati che concorrono alla poltrona di Sindaco sono scelti dai
delegati del partito, è solo finzione, poiché è lecito pensare che ancora
una volta si mettano d'accordo fra loro sul nome che deve vincere e quello
che deve perdere. L'alternativa è un meccanismo ancora più complesso,
ovvero: possedere la lista degli iscritti al PD, bussare a tutte le porte e
portare a casa 1800 firme. Per recuperare vitalità e fiducia, la candidatura
dovrebbe essere aperta a tutti coloro che si riconoscono nella linea
politica del PD, che possiedono un numero minimo di sostenitori e pensano,
attraverso la loro competenza ed esperienza, di poter dare un contributo al
rinnovamento della città. E devono essere i cittadini poi a decidere, con il
loro voto, chi deve affrontare l'avversario alle elezioni finali per la
poltrona di palazzo D'Accursio. In questo modo le primarie diventerebbero
una gara veramente democratica e non una suggestione vuota; una gara nella
quale Sergio Cofferati, o chiunque altro indicato e sostenuto dai vertici
del PD, partirebbe senz'altro in vantaggio sugli altri, ma non li
escluderebbe attraverso decisioni prese da pochi delegati di partito. Se
vincesse, ne uscirebbe addirittura rafforzato, proprio perché passato
attraverso la consultazione popolare. Offrire la possibilità a chi ha
voglia, passione e competenza, di potersi misurare, è un principio che una
paese moderno deve applicare, affinché ognuno diventi protagonista attivo
del proprio destino. Con meccanismi semplici e soglie basse d'accesso. Vale
per il PD e per tutti i partiti. Le modalità usate finora hanno appiattito
idee e alimentato sentimenti di rigetto; forse per questo ogni volta che le
elezioni si avvicinano la città si riempie di manifesti che elencano le
meraviglie compiute dall'amministrazione che sta per scadere, come se i
cittadini abitassero sulla luna. Non è detto che questo tipo di apertura sia
rivoluzionario, ma per saperlo bisogna provarci. Se non funzionerà non
avremo perso nulla, ma se invece, come credo e spero, qualcosa si dovesse
innescare, sarà inevitabile, per le altre città, adottare in futuro questo
metodo, portandosi dietro un cambiamento vero.

di Milena Gabanelli

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