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No all'aumneto delle tasse per i frontalieri
13.09.2008

NO ALL'AUMENTO DELLE TASSE PER I FRONTALIERI ITALIANI IN CANTON TICINO
SI AL RECUPERO DELL'INFLAZIONE E A MIGLIORI CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO
Circolano ulimamante proposte, alcune presentate espicitamente, altre annunciate nell'ambito del cosiddetto "risanamento finanziario", di forze politiche che vorrebbero aumentare il carico fiscale per le lavoratrici e i lavoratori frontalieri italiani in Canton Ticino.
Crediamo che tali proposte, oltre che discriminatorie e socialmente ingiuste, contraddicano la lettera e lo spirito degli Accordi in materia fiscale tra Italia e Svizzera - si tratta di una Convenzione Internazionale non modificabile unilateralmente - riguardanti i frontalieri, che sono in vigore  da oltre trent'anni e dimostrano tuttora la loro efficacia.
In ogni caso, esprimiamo la nostra ferma  contrarietà  in proposito ed avviamo concretamente l'iniziativa sindacale per l'autunno 2008, come da comunicato allegato, chiedendo un impegno comune per migliorare le condizioni salariali, di lavoro e di vita dei frontalieri e di tutti i lavoratori e le lavoratrici  che prestano la loro opera in Canton Ticino e in tutta la Svizzera.
Claudio Pozzetti
Responsabile nazionale CGIL frontalieri
Consigliere CGIE

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FRONTALIERI

Tutti riconoscono il fatto che nella maggior parte dei casi i lavoratori dipendenti hanno, in questi ultimi anni, notevolmente diminuito il loro potere d’acquisto. Purtroppo la condivisione di giudizio si ferma qui, poiché, quanto alle misure da adottare per ovviare all’evidente stortura, le ricette sono diametralmente opposte: puntualmente il padronato e le forze di destra ribadiscono le loro ricette neo liberiste, mentre i rappresentanti dei lavoratori chiedono una redistribuzione corretta dei guadagni di produttività.

In questo contesto, nell’ambito della manovra di risanamento finanziario 2008-2011, il governo cantonale del Ticino ci sta mettendo parecchio del suo e, pur tenendo conto del fatto che i dettagli degli interventi non sono ancora tutti noti, quanto è dato di sapere finora è già sufficientemente preoccupante.

Le misure di ristrutturazione inevitabilmente andranno a colpire il personale e toccano i contributi cantonali (case per anziani, borse di studio, scuola, biblioteche,…). Inoltre, sul fronte delle entrate, si colpiranno anche i lavoratori ed in particolare i frontalieri (non votano..) che si vedranno aumentate le imposte alla fonte, mentre non si ha il coraggio di ammettere che gli alti redditi, in Ticino, sono particolarmente favoriti . Come sempre forti con i deboli e deboli con i forti.

Tutto ciò avviene in presenza di:

• crisi finanziaria delle banche, che porterà a notevoli diminuzioni delle entrate fiscali e anche ad un riadeguamento, naturalmente al ribasso, del tasso di rendita dei nostri risparmi per la vecchiaia (II° pilastro), con conseguenze inevitabili sulle rendite o sul tasso di conversione;

• aumento dei prezzi delle materie prime, a partire dal petrolio, ma anche di tutta una serie di beni di prima necessità;

• aumento degli affitti ed esplosione dei conguagli alla voce spese accessorie;

• aumento dei premi di cassa malati (è ormai una costante) e delle rette di degenza nelle case per anziani;

• probabile rallentamento della congiuntura economica;

• revisione delle assicurazioni sociali (già attuata o in fase di attuazione), riducendone la capacità di agire da ammortizzatore sociale.

La maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori, compresi i frontalieri, fa sempre più fatica a tirare la fine del mese e quindi ritiene che occorra:

Ø dare voce a tutta quella parte di popolazione che si sente sempre meno rappresentata;

Ø segnalare l’inquietudine rispetto ai contenuti della manovra di risanamento finanziario (almeno per quanto è dato di conoscere finora);

Ø rivendicare il riconoscimento completo dell'inflazione per tutti i lavoratori e le lavoratrici, sia del settore pubblico che di quello privato, ottenendo adeguamenti reali dei salari e degli stipendi per compensare la perdita di potere d’acquisto;

Ø recuperare il divario salariale tra donne e uomini e tra il Ticino e il resto della Svizzera;

Ø sostenere l’iniziativa AVS per un pensionamento flessibile;

Ø respingere qualsiasi tentativo di addossare ai lavoratori frontalieri aggravi di imposta.

A sostegno di queste rivendicazioni, UNIA Ticino e Moesa propone di organizzare una giornata d'azione cantonale per mercoledì 22 ottobre 2008, cui anche la CGIL Frontalieri dichiara sin d'ora di aderire.

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