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Sirchia: ‘fenomeno sottovalutato, da chi?’(di Luigi Fasce)
19.08.2003
Siamo oramai avvezzi alle sparate del ministro Sirchia, che più che un ministro sembra un rappresentante del Tribunale del malato.
Com’è mai possibile?
Ipotesi 1. Dopo gli anni 90 è avvenuto, malamente, un ricambio della classe politica.
Tutti i parvenu della politica andati recentemente al governo sembrano mancare totalmente di cultura di governo, la cui prima regola è: se detieni il potere di un ministero devi rispondere tu delle mancanze del tuo ministero e non certamente metterti a contestare presunte inadempienze altrui.
Ipotesi 2. Sa che non ha assolutamente nessuna competenza nell’ambito del sociale. Sa che non ne ha più granché eppure nel campo del sanitario (vedi leggi sul federalismo già in vigore). Tuttavia, in base a quanto ancora di sua spettanza, potrebbe verificare se i livelli minimi di assistenza sono realizzati in tutte le Regioni, se le RSA per gli anziani ci sono e se funzionano. Ma questo non lo fa perché tutto quanto costa, specie le RSA, e Sirchia non ha un euro.
Che fare dunque? Semplice, basta un diversivo, trovare il capro espiatorio, ad esempio i sindaci. Dovrebbe prendersela con i presidenti delle Regioni. Ma non gli conviene politicamente. Le numerose morti di anziani avvenuti in questo tempo di grandissimo caldo in primo luogo sono certamente dovute a cause naturali. Comunque sia, caldo e concause possibili, resta il fatto che per salvarne un certo numero, gli interventi da effettuare, più che psicologici, che non guastano mai s’intende, devono essere di tipo medico-infermieristico.
I Comuni non gestiscono questo tipo di servizio di esclusivo appannaggio delle ASL e delle Aziende Ospedaliere.
E’ Lei Signor ministro che potrebbe fare veramente qualcosa di importante:
a) recuperare dai cassetti polverosi del suo ministero la riforma (abortita fine anni 80), dell’integrazione dei servizi sociali con quelli sanitari. Questa riforma potrebbe riuscire veramente a rispondere globalmente ai bisogni dell’anziano e non solo dell’anziano.
b) copiare e presentare il seguente progetto già attuato in Gran Bretagna: il country hospital. Trattasi di ospedali in piccoli centri abitati lontani dalle grani città. Un modello di gestione diretta di posti letto da parte dei medici di medicina generale, destinati a persone anziane, residenti in zone disagiate. “I country hospital sono 21... (Il Secolo XIX 18/8/2003).”
Restiamo in attesa fiduciosa di qualche iniziativa di sua stretta competenza.

--

Luigi Fasce
luigi@fasce.it
www.circoloindromontanelli.it

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