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Sofia, fermati 5 tifosi italiani. Il Pd: vanno puniti
12.10.2008
La violenza negli stadi unita a cori razzisti e al saluto romano diventa un marchio di fabbrica italiano e viene esportato all’estero. La politica del governo di destra Berlusconi inizia così a dare i suoi frutti anche oltre i confini nazionali. Gli ultras italiani hanno così fatto la loro comparsa anche alle partite della nazionale di calcio, durante la partita Italia-Bulgaria valida per le qualificazioni per i Mondiali del 2010. Per ringraziare dell’ospitalità, i nostri tifosi più facinorosi hanno fatto il saluto romano durante l’inno di Mameli.

Cinque tifosi italiani sono stati arrestati in serata nella capitale bulgara per aver bruciato la bandiera nazionale prima dell'inizio della partita. Anche quattro ultrà bulgari sono stati arrestati per aver cercato di portare fiaccole e mortaretti all'interno dello stadio. Tafferugli tra le due diverse tifoserie hanno inoltre animato la vigilia della partita. Un poliziotto è rimasto ferito negli scontri che hanno coinvolto una trentina di tifosi, che si sono lanciati bottiglie e pietre gli uni contro gli altri.

«Se fossi stato lì – dice a denti stretti al telefono il ministro della difesa Ignazio La Russa - mi sarei vergognato. Non c'è nessuna giustificazione storico-politica per questa gente, sono solo maldestre esibizioni muscolari». Non sembra d’accordo Domenico Mazzilli, da poche settimane scelto dal governo come direttore dell'Osservatorio del Viminale sulla sicurezza delle manifestazioni sportive: «I cori “Duce-Duce” ed il braccio teso durante l'inno di Mameli? In Bulgaria non è reato...». «Io non faccio il sociologo – taglia corto - i reati vanno attribuiti nel Paese in cui avviene il fatto. Fino adesso questo gruppo era rimasto in riga, ora vedremo bene cosa è successo e valuteremo per il futuro». Poi nel rappresentante del governo nasce un moto di orgoglio nazionale: «Ma parliamo anche dei fischi all'inno di Mameli: anche quelli non sono reato, ma se mi permettete non sono educazione...».

Di ben altro tono la reazione del ministro dell'Interno nel governo ombra del Pd. «Quello che è successo in Bulgaria è gravissimo e allarmante e rappresenta un colpo duro all'immagine stessa dell'Italia», afferma Marco Minniti. «Per la prima volta al seguito della nazionale fanno la loro comparsa gli ultrà fascisti - sottolinea - è necessario che davanti a quello che è avvenuto vi sia una risposta esemplare. È necessario che i responsabili, gruppetti ben conosciuti, vengano identificati e duramente puniti con la collaborazione della Federazione gioco calcio e con l'impegno delle forze dell'ordine».

Per Pina Picierno, ministro delle politiche giovanili del governo ombra del Pd, «le scene a cui abbiamo assistito sono inquietanti. Svastiche e braccia tese al seguito della nazionale, scontri dentro e fuori lo stadio animati da estremisti nazifascisti italiani e bulgari: uno scenario veramente preoccupante». «Sabato sera - prosegue - abbiamo avuto la chiara evidenza che non si tratta solo della presenza di frange o di gruppuscoli politicizzati ma che il tifo calcistico, per sue peculiarità, presenta in maniera lampante dinamiche in atto nella nostra società. Ci troviamo di fronte ad una internazionale nera degli ultrà, un fenomeno - prosegue Picierno - davanti al quale non si può fare finta di nulla, e che richiede interventi decisi a cominciare dal divieto di accesso agli stadi. Qui non si parla di singoli tifosi ma di persone e gruppi organizzati che sfruttano il calcio per dar sfogo alla violenza politica e xenofoba che anima i loro atti».

«Bisogna porre rimedio a quanto è avvenuto e lo si può fare con l'impegno di tutti, cominciando dalla Federazione gioco calcio e dalle forze dell'ordine- afferma Raffaele Ranucci, senatore del Partito Democratico -: bisogna non minimizzare quanto è avvenuto e colpire duramente i responsabili degli incidenti di Sofia». «Vanno identificati, puniti, tenuti lontani dagli stadi e dalla nazionale -continua- E insieme va fatta una seria campagna contro il tifo ultrà che si collega all'estremismo politico specie di tipo fascista. Una campagna che faccia leva sull'impegno civile dei cittadini e insieme sulla passione sportiva dei tifosi della nazionale che sono i primi a condannare quanto compiuto da gruppetti ben identificati che si sono 'alleatì agli ultrà fascisti della Bulgaria nelle loro disprezzabili gesta».

da www.unita.it
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