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La richiesta ( non il bisogno) di energia di G.C.Storti
18.10.2008

La richiesta ( non il bisogno) di energia nel mondo di oggi di Gian Carlo Storti. I ghiacci si sciolgono, lo smog aumenta, le persone muoiono di cancro, il surriscaldamento globale non è più una ipotesi scientifica... ma tutto ciò non sembra bastare a placare la logica radicale d'impresa.La richiesta (non il bisogno) di energia mondiale potrebbe raddoppiare nel giro di pochi anni se i governi continueranno a rimandare misure serie sull’efficienza energetica. A dirlo e’ l’ International Energy Agency .

La crescita della domanda e’ dovuta per il 45% allo sviluppo industriale e dei trasporti di Cina e India. la Cina, nel 2030, potrebbe raggiungere l’Europa come livelli di emissioni per persona (al momento attuale, ogni cinese emette molto meno di un europeo e molto, molto meno di uno statunitense).

Lo sviluppo di questi Paesi, secondo l’IEA, "e’ una aspirazione legittima che deve essere consentita e supportata dal resto del mondo".

Lo sviluppo di questi paesi non va demonizzato in quanto da questo processo trarranno sviluppo tutti i paesi del mondo per gli effetti , positivi o negativi, della globalizzazione.

Effetto serra

Da milioni di anni la terra è costantemente irraggiata dalle radiazioni elettromagnetiche provenienti dal sole, scaldano il nostro pianeta e danno origine alla vita. Quello che citiamo spesso come "il problema dell'effetto serra" è in realtà un fenomeno naturale da sempre presente sulla terra. Dall'effetto serra deriva la temperatura terrestre. Senza l'effetto serra la temperatura del globo sarebbe in media 30 gradi più fredda, ovvero oscillerebbe intorno ad una temperatura di -18° C

Perché si parla di effetto serra?

Il problema è causato dall'eccessiva presenza di questi gas nell'atmosfera tale da causare l'aumento della temperatura terrestri. I principali gas serra sono l'anidride carbonica, il metano e il vapore acqueo.

Le responsabilità dell'uomo.

Le emissioni di anidride carbonica sono il principale nemico da combattere. L'80% delle emissioni di anidride carbonica proviene dalla combustione del petrolio, del metano e del carbone. Un inquinamento cresciuto esponenzialmente con l'industrializzazione delle attività umane. Nel novecento, il livello di CO2 in atmosfera è aumentato del 40% rispetto al secolo precedente come conseguenza dello sviluppo dei trasporti (in particolare l'invenzione dell'automobile come bene di massa).

Il problema dell'effetto serra si aggrava ulteriormente considerando la terra come "sistema complesso". La CO2 ha una durata media in atmosfera di circa 100 anni. Se pure smettessimo oggi di produrre emissioni di CO2 non riusciremmo comunque a ridurre in breve tempo la presenza di anidride carbonica nell'atmosfera. Le reazioni dell'ambiente sono quindi discontinue e irreversibili e non mostrano immediatamente i loro reali effetti o conseguenze.

Alla ricerca di un nuovo sviluppo.

La sensibilità internazionale è aumentata.

Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 con l'obiettivo di fronteggiare la minaccia dell'effetto serra e dei cambiamenti climatici. Sottoscritto da 141 nazioni è un tentativo di conciliare gli interessi dell'ambiente con quelli dell'economia.

In questi giorni ( ottobre 2008) il Governo italiano non sta giocando un ruolo positivo nella complessa discussione internazionale su clima ed energia sostenibile. La minaccia di imporre, in Europa, il veto italiano in seno alla UE, appoggiato anche dalla Polonia, ci riporta indietro nel tempo, facendoci rivivere i momenti del passato in cui Kyoto, per gli stessi identici motivi, non fu firmato da Usa e Australia. I ghiacci si sciolgono, lo smog aumenta, le persone muoiono di cancro, il surriscaldamento globale non è più una ipotesi scientifica... ma tutto ciò non sembra bastare a placare la logica radicale d'impresa.

L'Europa ha già concesso sconti all'Italia. Secondo Legambiente, Bruxelles ha già concesso all'Italia il vantaggio di calcolare la riduzione del 20% delle emissioni CO2 prendendo come base il 2005 invece del 1990, riducendo di gran lunga il taglio delle emissioni del nostro paese entro il 2020.

Il Governo italiano quindi è bocciato su clima e ambiente. L'Italia si sta ergendo a difesa dell'industria inquinante, come fece Bush in passato, dimenticando che senza l'ambiente nemmeno l'umanità (e quindi nemmeno l'impresa e il profitto) potrà esistere in futuro.

Energie rinnovabili

Vengono dette energie rinnovabili (o anche fonti di energia rinnovabile) le fonti di energia non soggette ad esaurimento.

La normativa italiana considera fonti di energia rinnovabili il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici.

Per definizione sono esclusi da questa categoria tutti i combustibili fossili (carbone, gas naturale, petrolio) poiché soggetti ad esaurimento. Ne è esclusa anche l'energia nucleare.

Lo sviluppo delle energie rinnovabili è iniziato con le crisi petrolifere degli anni '70 che ci hanno reso consapevoli del fatto che le risorse fossili volgono alla fine - ma questa scadenza vaga, ha reso gli interventi in questa direzione timidi ed incontrato molte resistenze nei settori industriali.

Il risparmio energetico.

Sotto il nome di risparmio energetico vanno diverse tecniche adatte a ridurre i consumi d'energia necessaria allo svolgimento delle varie attività umane. Il risparmio può essere ottenuto sia modificando i processi in modo che ci siano meno sprechi sia utilizzando tecnologie in grado di trasformare l'energia da una forma all'altra in modo più efficiente.

Uno degli esempi più comuni è dato dalla sostituzione delle lampadine ad incandescenza con quelle fluorescenti che emettono una quantità di energia luminosa diverse volte superiore alle prime a parità di energia consumata.

Anche negli impianti di riscaldamento degli edifici ci sono accorgimenti più o meno semplici per risparmiare energia, come l' uso delle valvole termostatiche, l'uso di cronotermostati ed altri più impegnativi, come la sostituzione degli infissi obsoleti, delle caldaie vecchie con caldaie a condensazione, l'isolamento termico delle pareti.

Un risparmio energetico si può avere anche a livello di produzione di energia elettrica utilizzando sistemi di cogenerazione atti a migliorare i rendimenti dei vari processi, che consistono in tecnologie atte ad ottenere, simultaneamente ad esempio, energia elettrica e calore; oppure si utilizzano in "cascata" gli stessi flussi energetici a crescenti entropie per utenze differenziate o, infine, ad effettuare forme di recupero energetico a circuito chiuso.

Oppure sfruttando l'energia dispersa dal moto degli esseri umani o delle automobili, come è già stato fatto in Olanda, ad esempio con pavimenti sensibili alla pressione che producono energia elettrica, posti nelle scale dei metrò più frequentati del mondo.

Utilizzare energia elettrica per produrre calore rappresenta uno spreco dal punto di vista termodinamico perché si trasforma un'energia nobile in calore che è un'energia di seconda specie. In base ai primi due principi della termodinamica, l'energia meccanica-eletrica può interamente essere convertita in calore, mentre il calore può essere riconvertito solo in parte in energia.

Il nucleare.

L' incidente del 26 aprile 1986 all'impianto nucleare di Chernobyl sposta l’orientamento dei cittadini sull’uso del nucleare di pace per la produzione di energia elettrica.

Dopo il Referendum del 1987 che sancisce, per il nostro paese, il rifiuto del nucleare. Via sono state sospese le attività dei lavori alla centrale di Trino 2 (2000 Mw), la chiusura di Latina e della centrale di Caorso detta " Arturo".

In effetti la produzione di energia elettrica con il nucleare ha come principale effetto positivo quello di non produrre CO2 e di non contribuire all’effetto serra.

Le controindicazioni sono comunque molte e negative. La tragedia di Chernobyl le ha messe in evidenza in maniera inequivocabile.

Il Governo Berlusconi intende di nuovo aprire la strada al nucleare. Tale strategia probabilmente incontrerà fortissime resistenze in quanto la cultura ambientalista oggi molto seguita non solo dalle generazioni degli anni ’70 ma anche dai giovani e giovanissimi.

Produzione rinnovabile italiana

Per lungo tempo (fino a circa i primi anni '60) la produzione energetica italiana è stata in larga parte rinnovabile, grazie in particolare alle centrali idroelettriche dell'arco alpino e, in misura minore, dell'Appenino (oltre a quote minori relative alla geotermia in Toscana). Oggi tuttavia, a causa dell'accresciuta richiesta di energia, nonché al quasi esaurimento della possibilità di nuove grandi installazioni idroelettriche, le rinnovabili rappresentano solo quote marginali della produzione.

Nel 2006 l'Italia ha prodotto circa 49,4 TWh di elettricità da fonti rinnovabili, pari al 14,5% del totale di energia elettrica richiesta, con il 10,7% proveniente da fonte idroelettrica e la restante parte data dalla somma di geotermico, eolico e combustione di biomassa o rifiuti.

Secondo i dati pubblicati da GSE / TernaCon tali valori, l'Italia risulta essere il quarto produttore di elettricità da fonti rinnovabili nell'UE seppur ancora lontana dagli obiettivi comunitari previsti, che prevedono la produzione del 22% di energia richiesta da fonte rinnovabile entro il 2010.

È da notare, tuttavia, che negli ultimi anni la produzione rinnovabile italiana è cresciuta molto poco o si è mantenuta pressoché stabile, nonostante una forte crescita della fonte eolica (seppur con basse percentuali), a causa di una sostanziale stasi della preponderante produzione idroelettrica, di fatto quasi giunta alla saturazione del potenziale economicamente sfruttabile. A ciò si deve aggiungere che, come detto, l'Italia a differenza di quanto avviene nel resto dell'UE, è l'unica a considerare l'energia prodotta da termovalorizzazione come interamente rinnovabile.

Inoltre, nonostante gli incentivi, l'Italia deve anche fare i conti con ritardi legislativi e di adeguatezza delle reti di distribuzione.

Qualche progetto

Lignano Sabbiadoro: il progetto Ecobil.

Il progetto Ecobil: uno strumento di verifica delle politiche delle pubbliche amministrazioni.

Nel mese di ottobre ’08 si è tenta a Trieste ,nell'ambito dell'Assemblea Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) la presentazione del Progetto Ecobil, realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia in sinergia con Insiel S.p.a..

Si tratta di un progetto pilota applicato al Comune di Lignano Sabbiadoro per la realizzazione di un sistema esperto capace di misurare economicamente e fisicamente le politiche dell'Ente permettendo agli amministratori di "fare i conti" con l'ambiente, monitorando l'efficacia e l'efficienza delle politiche ambientali attuate per la sostenibilità e la qualità della vita urbana.).

Il progetto ECOBIL consente di integrare il bilancio finanziario con quello ambientale per .

contabilizzare il consumo di risorse naturali e prevedere gli impatti delle politiche adottate, in analogia a quanto avviene con i budget monetari.

Analizzando diversi archivi, si crea il bilancio ambientale di previsione e quello consuntivo, esponendo gli impegni, le politiche, le risorse finanziarie e i target relativi agli aspetti ambientali.

Le aree che verranno monitorate sono: verde urbano e tutela della biodiversità, mobilità sostenibile, sviluppo urbano, risorse idriche, rifiuti,risorse energetiche, informazione, partecipazione e innovazione ed altri impegni ambientali.

Interessante infine è la possibilità di approfondire il tema delle risorse energetiche e del cambiamento climatico, attraverso la rendicontazione da parte dell’Ente dei seguenti ambiti:

· Pianificazione in tema di risorse energetiche;

· Riduzione degli impatti ambientali;

· Controllo degli impianti.

Per il futuro fondamentale quindi è che gli Enti Pubblici, anche quelli più piccoli, adottino un sistema di monitoraggio continuo su quanto sono i consumi, le possibilità di ridurli e razionalizzarli, nonchè le opportunità legate all’adozione di fonti rinnovabili per la creazione di energia elettrica e termica nelle strutture pubbliche.

Cremona: tremila pannelli fotovoltaici

Linea Energia, Gruppo LGH ed AEM Cremona danno il via al grande Parco Energetico.

Uno dei parchi fotovoltaici più importanti d’Italia ed il secondo, per dimensioni, in Lombardia: il Parco Centro Servizi AEM, per la sua estensione - 3 mila pannelli fotovoltaici su un’area di 10 mila metri quadri e 520 chilowatt di potenza di picco installata - è uno dei più grandi ad oggi ideati nel nostro Paese.

L’impianto - con sede presso il Centro Servizi AEM, via Postumia 102, di AEM Cremona - è realizzato con la migliore tecnologia disponibile e con pannelli con altissima capacità di captazione dei raggi solari.

Un progetto dunque, di grande rilievo sia per l’azienda, unico azionista dell’impianto, che per le comunità locali. Anche i numeri parlano chiaro: la produzione annuale di energia attesa sarà superiore a mezzo milione di chilowattora elettrici, pari al fabbisogno di circa 200 famiglie. I benefici non finiscono qui: l’impianto garantirà una riduzione di emissione in atmosfera di CO2 di circa 400 tonnellate ed un risparmio energetico di circa 125 mila tep (tonnellate equivalenti di petrolio).

Gian Carlo Storti

Direttore www.welfareitalia.it

storti@welfareitalia.it

Cremona 18 ottobre 2008.

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