"20-20-20". IL CONSIGLIO RIMANDA A DICEMBRE Se gli obiettivi sono fissati e chiari per tutti, un po' meno lo sono i tempi che prospettano auspicabilmente un accordo. Lo sa bene il presidente di turno del Consiglio dell'UE, Sarkozy, che vorrebbe portare a casa, entro fine dicembre, l'approvazione del cosiddetto "pacchetto clima ed energia", ovvero quell'insieme di provvedimenti legislativi che mirano a raggiungere l'obiettivo del 2020. Quello che nel gergo degli addetti ai lavori si chiama "20-20-20", ovvero la riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica, l'aumento del 20% dell'efficienza energetica e il ricorso alle fonti rinnovabili di energia che arrivi al 20%.
Tre le istituzioni europee in gioco. Da un lato la Commissione europea che per voce del suo Presidente fa sapere che la flessibilità ci sarà , ma per raggiungere il taglio delle emissioni. Per Barroso la crisi finanziaria non deve essere una scusa per ritardare gli obiettivi che l'esecutivo di Bruxelles si è posto sin dalla pubblicazione delle sue proposte legislative.
Il Parlamento europeo, dal lato suo, ha rispettato i tempi, votando nelle commissioni parlamentari competenti tutto il pacchetto (che ricordiamo si compone di 5 grandi provvedimenti che riguardano lo stoccaggio geologico del biossido di carbonio; l'energia prodotta a partire da fonti rinnovabili; lo scambio di quote di emissioni di gas a effetto serra; lo sforzo condiviso finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; i livelli di prestazione in materia di emissioni delle autovetture nuove).
Il Consiglio aveva adesso (durante il Consiglio europeo) la possibilità di rispettare i tempi ed arrivare ad un accordo. La minaccia di veti incrociati (Italia, Polonia, Grecia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria) sostenuta dalle forti pressioni delle industrie nazionali europee, adesso minacciate dall'aggravarsi delle ripercussioni della crisi finanziaria sull'economia reale, ha fatto arenare qualsiasi possibilità di accordo. E il vertice ha decretato un nulla di fatto ed il rinvio di qualsiasi decisione a dicembre.
L'Europa ha dimostrato la sua timidezza? Il Consiglio avrà veramente il coraggio di negoziare una mediazione con il Parlamento europeo per arrivare all'accordo di dicembre? Un interrogativo certamente difficile da risolvere ma per il quale il presidente Sarkozy ha lanciato la sfida: andare sì avanti nel raggiungimento degli obiettivi del "20-20-20" ma cercando di sostenere anche con misure economiche e monetarie un comparto industriale indebolito dalla crisi finanziaria e che dovrà affrontare in futuro una riconversione "necessaria" per adattarsi ai nuovi obiettivi che saranno imposti dai nuovi regolamenti e dalle nuove direttive europee.
Francesca Lazzaroni
Paolo Martinelli
fonte: http://www.delegazionepse.it:80/canali.asp?id=11360