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Un altro duro colpo ai diritti dei lavortaori
20.11.2008

UN ALTRO DURO COLPO AI DIRITTI DEI LAVORATORI L'ennesimo decreto in Aula senza alcuno spazio di discussione, prassi - quella dell'uso della decretazione d'urgenza - che sta assumendo in modo sempre più consolidato e preoccupante la caratteristica di normalità e ordinarietà di questi primi mesi di legislatura. Ma anche, l'ennesimo emendamento del Governo inserito all'ultimo momento, di straforo, che niente ha a che fare con la finalità del provvedimento e che invece introduce elementi di assoluta gravità.

Oggi eravamo chiamati in Aula per la conversione del decreto-legge "in materia di adeguamento dei prezzi di materiali da costruzione, di sostegno ai settori dell'autotrasporto, dell'agricoltura e della pesca professionale, nonché di finanziamento delle opere per il G8 e definizione degli adempimenti tributari per le regioni Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici del 1997".

Il relatore, su mandato del Governo, ha presentato un emendamento che infligge un colpo pesante al mondo del lavoro, emendamento volto ad eliminare le garanzie previste per i lavoratori in base all'art. 2112 del Codice civile in caso di cessione di azienda o di ramo d'azienda nel contesto delle procedure concorsuali riferito alle grandi imprese in stato di insolvenza. E l'emendamento è stato approvato da tutta la maggioranza!

La normativa vigente prevede che, nel caso in cui si proceda alla cessione dell'azienda o del ramo di azienda di una grande impresa in crisi, i rapporti di lavoro relativi a quella porzione di azienda si trasmettono automaticamente alla cessionaria dell'azienda stessa e che i lavoratori mantengono tutti i diritti pregressi oltre ad assicurarsi una solidarietà con riferimento ai rapporti creditori dei lavoratori nei confronti dell'azienda cedente e tra la suddetta e la cessionaria. Nel caso in cui si proceda alla cessione dell'azienda i lavoratori risultano pienamente tutelati. L'approvazione di questa norma spazza via un diritto che nel nostro Paese riguarda centinaia di migliaia di lavoratori.

L'ennesimo regalo a CAI ma, soprattutto, d'ora in avanti in tutte le aziende in crisi i lavoratori dovranno recarsi con il cappello in mano presso l'azienda cessionaria per ottenere il ripristino del rapporto di lavoro che, altrimenti, non è in alcun modo tutelato. In una situazione, oltretutto, paradossale: il decreto-legge è al Senato in prima lettura, poi dovrà passare all'esame della Camera, mentre è previsto che la cessione del ramo d'azienda di Alitalia a CAI dovrebbe concludersi nelle prossime ore, per cui la modifica approvata dalla maggioranza rischia di essere inapplicabile proprio al caso che si vuole disciplinare, mentre invece sarà applicabile, in modo inaccettabile, a tutti gli altri lavoratori di tutte le altre aziende in crisi.

È un fatto molto grave, come hanno sottolineato i senatori del Partito Democratico, anche perché questa disposizione, applicata nel futuro, determinerà appunto le condizioni per un'elusione dei diritti dei lavoratori, così come determinerà una condizione d'inaccettabilità nella gestione delle trattative finalizzate alla gestione delle aziende.

In un momento in cui ci troviamo di fronte a licenziamenti, a chiusure, a cessioni di rami d'azienda in molti settori produttivi di questo Paese, rischiamo di colpire centinaia di migliaia di lavoratori, i loro diritti e le loro condizioni economiche.

Sen. Cinzia Fontana

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