23.11.2008
L'EUROPARLAMENTO RIBADISCE: "ISRAELE RISPETTI GLI IMPEGNI PRESI" Il caso ha raggiunto un'eco eccezionale sulla stampa internazionale degli ultimi giorni: una famiglia palestinese scacciata con la violenza dall'esercito israeliano dalla propria casa ove abitava da oltre 50 anni. Subito dopo l'imposizione di tale atto arbitrario, la stessa casa è stata poi occupata da un gruppo di coloni che hanno creato un nuovo insediamento nel cuore del quartiere palestinese Sheikh Jarrah di Gerusalemme Est. L'episodio, avvenuto il 9 novembre, ha suscitato la viva reazione del Parlamento Europeo, che ha inserito la questione all'ordine dei lavori della sessione di Strasburgo. Con una risoluzione passata col sostegno di tutti i principali gruppi politici, l'Aula di Strasburgo si è detta "profondamente preoccupata" per il trattamento subito dalla famiglia palestinese. Ancora maggiore allarme è stato espressa per gli effetti che tale atto, che è solo l'ennesimo gesto di rottura della legalità sullo statuto di Gerusalemme, può avere su tutto il complesso e difficile processo di pace tra israeliani e palestinesi. Dall'inizio del 2008, 51 case palestinesi sono state demolite dall'esercito israeliano a Gerusalemme Est, né la costruzione di colonie è mai cessata in tutta la Cisgiordania. Il Parlamento ha ricordato che tutti questi soprusi, che hanno un impatto pesantissimo sulla vita quotidiana dei cittadini palestinesi, sono completamente illegali sotto il profilo del diritto internazionale ed ha chiesto formalmente alle autorità israeliane "di porre fine al più presto a tali azioni". La risoluzione votata dal Parlamento giovedì non fa che ribadire i frequenti appelli dell'Aula di Strasburgo alle autorità israeliane a rispettare gli impegni presi nel quadro del processo di pace. Nella prossima sessione di dicembre a Bruxelles, il Parlamento Europeo voterà un'importante rapporto sulla questione del possibile rafforzamento delle relazioni tra l'UE e lo Stato di Israele. In quella occasione, il Parlamento Europeo ribadirà le proprie preoccupazioni per lo stato dei diritti umani nei Territori Occupati e domanderà nuovamente di rispettare gli impegni assunti da Israele con la firma degli accordi previsti dalla politica di vicinato e nel più generale contesto del processo di pace gestito dal Quartetto. Punto cruciale delle richieste dell'Europa, la cessazione da parte di Israele di tutte quelle misure unilaterali, come la fondazione di colonie, i tentativi di modifiche ai confini di Gerusalemme Est e la costruzione del Muro oltre i confini fissati dopo la guerra del 1967, che giorno dopo giorno non fanno che umiliare le popolazioni palestinesi. Tale è la situazione in Cisgiordania. Ben più terribile, vale la pena ricordarlo, rimane la situazione a Gaza, confinata dalle autorità israeliane in un blocco economico-commerciale e in una depressione infinita..
Francesco Cerasani
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