30.11.2008
Europa. Sanzioni in arrivo per i datori di lavoro di immigrati illegali . Nel Maggio 2007 la Commissione europea ha proposto una direttiva che proibisse il lavoro illegale extracomunitario, stabilendo sanzioni per i datori di lavoro, tenuti a misure preventive quali l'esame del permesso di soggiorno e il corretto aggiornamento del registro dei lavoratori. Ogni Stato Membro sarebbe tenuto a ispezionare i registri di almeno il 10% delle aziende registrate e dunque a sanzionare quelle non in regola, con una multa che comprenderebbe tra l'altro il costo per il rimpatrio del lavoratore illegale e il rimborso degli stipendi, delle tasse e dei contributi previdenziali non versati, oltre alla perdita di sgravi fiscali o sussidi sino a 5 anni.
Il 5 novembre la commissione Libertà civili del Parlamento europeo ha adottato una Relazione dell'eurodeputato italiano Fava, dove si chiede una riduzione della pena se il datore di lavoro è una persona fisica (non giuridica) che ha assunto un dipendente per lavoro domestico e si auspica una riduzione delle formalità per la messa in regola del lavoratore da parte di un cittadino europeo.
Secondo i deputati europei, le sanzioni al datore di lavoro devono sussistere in caso di non controllo o di manifesta falsità dei documenti di soggiorno presentati al momento dell’assunzione e gli Stati devono fornire ai datori le linee guida da seguire al momento dell’assunzione. Inoltre, vanno previsti meccanismi che permettano ai lavoratori extracomunitari sfruttati di denunciare la propria condizione, mentre coloro che cooperano nell’emersione dell’illegalità dovrebbero beneficiare di un permesso di soggiorno temporaneo, come nel caso di vittime del traffico di persone.
Gli Stati dovrebbero poi prevedere meccanismi per assicurare che l’extracomunitario, anche in caso di rimpatrio, riceva automaticamente i dovuti pagamenti, compresi gli straordinari. La Relazione adottata dalla commissione Libertà civili sottolinea infatti che «lo scopo principale di questa direttiva è quello di fermare lo sfruttamento degli immigrati illegali e non di causare l’effetto secondario di ridurre le possibilità di un extracomunitario di trovare lavoro».
Per saperne di più:
http://www.europarl.europa.eu/news/public/story_page/018-41207-308-11-45-902-20081103STO41194-2008-03-11-2008/default_it.htm
fonte: http://www.emigrazione-notizie.org/news.asp?id=6057
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